“Vi sono degli stati sociali in cui governano i più intelligenti: è il caso dei babbuini”.
Così diceva Konrad Lorenz. Il celebre etologo evidentemente non conosceva le regioni rosse italiane e i nostri governi di sinistra.
Anche lì governano i più intelligenti. Che sono anche i più bravi, i più onesti e i più colti. Sono come gli Elfi del “Signore degli anelli”: alti, belli, biondi e con gli occhi azzurri. Hanno il dono della levitazione, dell’ubiquità, camminano sulle acque, trasformano l’acqua in vino ed elargiscono felicità. Loro non hanno il peccato originale. Sono innocenti come vergini appena create. Dove camminano i capi dei Ds toscani, emiliani o umbri crescono tosto violette e tulipani. Nei loro fiumi scorrono latte e miele e la natura produce spontaneamente ogni genere di frutto o alimento. Il leone dorme con la gazzella e dovunque tintinnano cembali. Continua

Di certo l’inglorioso caso Savoia (un casino, anzi un casinò) è utile al governo.
Sono chiassosamente tornati i reali, invece i conti (di Prodi) non tornano, ma nessuno più ne parla.
I conti non tornano né in economia (lo scomparso e controverso “cuneo fiscale, la paventata stangata, la legge Biagi), né in politica estera (Usa, Iraq e Afghanistan), né con la modernizzazione del Paese (le grandi opere che sono state bloccate), né come “immagine pubblica” (la moltiplicazione delle poltrone), né sui temi di costume come la parata del 2 giugno, il gay pride e il “caso Mussi”.
Secondo i giornali di una settimana fa stavano già prendendo le distanze da questo esecutivo gli Usa, la Confindustria, la Chiesa, l’esercito e in parte i sindacati (perfino Eugenio Scalfari ha storto il naso).
Claudio Rinaldi – pur simpatizzante di sinistra – sull’Espresso esternava così il suo sconcerto: “A rendere più fastidiosa la verbosità corrente (dei ministri) contribuisce la sua scarsissima capacità di tradursi in atti di governo. Finora si è pontificato, ma non operato… Al proliferare delle chiacchiere ha corrisposto soltanto il moltiplicarsi delle poltrone, fino al grottesco record di 102 fra ministri, viceministri e sottosegretari”.
Insomma il rodaggio del nuovo governo, secondo Rinaldi, è addirittura “imbarazzante”. Continua

Mentre infuriano le polemiche sul gay pride e sulle presunte “interferenze” della Chiesa su questioni di costume e di etica pubblica (il Papa stesso ha dovuto precisare, con uno splendido discorso ai giovani, che la Chiesa non è “sessuofobica” e non è un tribunale di proibizioni, ma è un grande “si” alla felicità), è uscita una sorprendente e inattesa apologia della Chiesa Cattolica sulla “Rivista di sessuologia”, che è il magazine ufficiale del Centro italiano di sessuologia. Continua

E’ un piccolo giallo vaticano. Il documento del “Pontificio consiglio della famiglia” su “Famiglia e procreazione umana”, quello che ieri ha fatto fare titoloni ai giornali (il Corriere lo ha lanciato in prima pagina) sempre ghiotti di polemiche su materie sessuali, sembra non esistere. Non se ne trova traccia nel sito della Santa Sede, nemmeno nella pagina web del pontificio consiglio (e questo è ancor più curioso). Continua

Siamo alla vigilia dell’esplosione della Casa delle libertà?
I segnali, purtroppo, sono quelli. Rischia di diventare il Casino delle libertà. L’un contro l’altro armati i leader del centrodestra si rinfacciano i risultati delle amministrative. Volano gli stracci e il referendum del 25 giugno – sebbene i sondaggi sembrino buoni – rischia di rappresentare una nuova, devastante batosta a causa dell’astensionismo dell’elettorato di centrodestra (ma chi ha stabilito quella data “balneare”? Non è stato il governo della Cdl?).
Oltretutto la Lega Nord già si chiama fuori: ieri Roberto Maroni ha ripetuto al Corriere della sera che dal 26 giugno, in caso di sconfitta nel referendum, andranno per la loro strada. E apertasi la falla tutta la diga rischierà il crollo perché la Lega è essenziale.
Berlusconi finora ha tentato di tenere insieme la Casa delle libertà agitando la prospettiva di un rapido rovesciamento del risultato del 9 aprile: per un diverso computo dei voti o per una spallata elettorale (alle amministrative e al referendum). Continua