Caro Direttore, sono stupito dal clamore che hanno avuto su Libero le mie considerazioni sul candidato migliore per la Cdl alle prossime elezioni. E vorrei chiarire la mia idea per spazzar via i veleni meschini di chi mi ha chiamato “voltagabbana”.

Ho detto no all’idea generosa e provocatoria di Giuliano Ferrara sulla “manifestazione pro Cavaliere” proprio perché lo stesso Giuliano, prima di me e con maggiore autorevolezza, due mesi fa, mise nero su bianco la sua idea sull’esaurimento della “spinta propulsiva” di “Berlusconi premier”.
Come si vede in ambiente “berlusconiano” (compreso il giornale di Dell’Utri) si parla liberamente, anche della candidatura del Cavaliere. Senza scandalo e – spero – senza scomuniche, senza “processo di Verona” e senza “processi di Mosca”.
Solo nelle tradizioni di fascisti e comunisti si considera disertore chi riconosce che le cose non vanno. Continua

Ecco due interviste al Corriere della sera e al Foglio in cui ho cercato di esprimere alcune idee sulle prossime elezioni…

Corriere della sera 20 gennaio 2006 Continua

“Lo spirito delle primarie se n’è andato” lamenta costernato Romano Prodi che di spiriti se ne intende. E poi intima: “o si corre sotto un’unica bandiera o è meglio che ciascuno corra con la sua”.

La lista unica – ormai un fantasma inarrivabile – servirebbe al professore bolognese per imporre la sua leadership sui singoli partiti e per fermare le spinte allo sfascio del centrosinistra che negli ultimi giorni si sono fatte più forti.
Non bastava il bailamme scoppiato sul programma (dopo aver lavorato per mesi a un librone dei sogni, Prodi se l’è visto bocciare da metà della sua coalizione), non bastava il ciclone Unipol sui Ds (margheriti e prodiani sono pur sempre sulla stessa barca, anche se non nella stessa banca), adesso c’è Pannella che – appena legittimato dallo stesso Prodi – provvede a bombardare il tentativo prodiano di ricucire con la Chiesa e col mondo cattolico.
Dalla padella alla brace e dalla brace a Pannella.
L’inizio della campagna elettorale di Prodi sembra più accidentato della sintassi di Di Pietro e della “r” di Bertinotti. Continua

Questo è il testo che compare nella terza di copertina del libro:

“Cosa provano una madre o un padre di fronte a una figlia distesa su un letto, immobile, nell’impotenza di svegliarla, non si può dire. L’angoscia e la paura di quello che potrebbe essere non hanno limiti e bisogna subito rifugiarsi nel presente e nell’implorazione alla nostra buona Madre, che può tutto e che ci ama.”
Settembre 2009, Caterina, ventiquattro anni, la figlia maggiore di Antonio Socci, è in coma dopo un arresto cardiaco. Attorno a lei e alla sua famiglia si crea una straordinaria catena di solidarietà e di preghiera, uno spettacolo di fede e amore offerto non solo dagli amici, ma anche dai numerosi lettori del blog di suo padre. Fra di loro molti sono atei e agnostici, eppure l’esperienza di Caterina spinge queste persone a riscoprire il significato e il valore della preghiera, a ritrovare il senso di una fede perduta o lasciata in disparte. È un piccolo grande miracolo, che questa ragazza compie inconsapevolmente dal suo letto d’ospedale: la sua sofferenza si traduce in un messaggio di luce per la vita dei tanti che — nei fatti o con il pensiero —le sono vicini. Continua

I morti causati dai regimi totalitari e dagli innumerevoli conflitti armati che hanno insaguinato il Novecento sarebbero circa 200 milioni.
Eppure c’è una strage – tuttora in corso – che ha prodotto oltre un miliardo di vittime e di cui nessuno oggi vuole parlare: l’aborto. In maniera diretta, provocatoria e coinvolgente, Antonio Socci denuncia quello che è il peggior crimine commesso dall’umanità contro se stessa nel corso dell’ultimo secolo, raccontando tutta la verità sull’aborto: dalle origini del dibattito morale alle scelte politiche italiane, dalle politiche antinataliste cinesi all’attuale orientamento dell’Onu e delle istituzioni europee, dalle polemiche sulla Ru486 alle coraggiose iniziative del Moviemtno per la vita.
Con dati, documenti e testimonianze sconvolgenti che mostrano lo scellerato delirio di onnipotenza a cui si spinge l’uomo quando abbandona il rispetto della Legge di Dio e della Legge di natura. Continua

La “questione morale” disse Enrico Berlinguer “è il centro del problema italiano”.
Aveva ragione.
Ieri sul Corriere della sera lo storico Giuseppe Vacca, presidente dell’Istituto Gramsci, ha rifiutato come “un abbaglio” questa evocazione a proposito della “vicenda Opa Unipol”.
Vacca afferma che il concetto di questione morale “non è ben definito né dal punto di vista giuridico né dal punto di vista etico”.
Ma la celebre intervista con cui Berlinguer il 28 luglio 1981 lanciò la crociata per la “questione morale” invece è molto precisa e attuale.
Come sanno i “fratelli-coltelli” di “Liberazione” (organo del partito di Bertinotti) che ieri l’hanno rilanciata contro la Quercia con questo provocatorio titolo virgolettato: “Attenti a quei partiti che scalano le banche”.
L’impostazione di Berlinguer potrebbe essere fatta propria da un centrodestra liberale. Perché non è affatto una posizione moralistica-giacobina come quella della stagione di “Mani pulite”.
Egli affermava: “La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori, bisogna scovarli e metterli in galera…”. Questo è ovvio.
Per lui la più grave questione morale è “l’occupazione dello stato da parte dei partiti”.
Spiegava: “i partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la RaiTV, alcuni grandi giornali”. E giustamente denunciava “il mercimonio che si fa dello Stato, le sopraffazioni, i favoritismi, le discriminazione”. Continua

Il 13 maggio del 2000 il Vaticano rivela al mondo, con una ufficialità senza precedenti nella storia della Chiesa, il Terzo segreto di Fatima: la visione di un ‘vescovo vestito di bianco’ che sale in mezzo ai cadaveri verso una croce, dove viene ucciso da alcuni soldati. Subito collegato all’attentato del 13 maggio 1981, l’annuncio tanto atteso delude molti.
Possibile che un messaggio tenuto nascosto così a lungo, e con tanta cura, si riferisca a un evento già accaduto? Perché allora aspettare quasi altri vent’anni prima di comunicarne il contenuto? Chi è realmente il vescovo vestito di bianco? Perché quel lungo silenzio e quell’isolamento imposti a suor Lucia dal 1960? E come si spiegano certe sue parole? Continua

Un film, “Le cronache di Narnia” e l’attacco dei media….(con una risposta a Pigi Battista)

Non poteva sfuggire all’Unità e a Repubblica che lo scandalo di Natale – al cinema – è il pericoloso kolossal: “Le cronache di Narnia”. Perché è pericoloso per questa polizia del pensiero? Perché finora la Disney aveva fatto da cassa di risonanza del conformismo “politically correct”. I suoi film trasudavano buonismo ecologista e menavano i bimbi sulla via noiosa del “luogocomunismo”, l’ideologia dominante. Continua

Inchiesta sulla nascita di Gesù: le ultime scoperte rivelano che…

Le tracce anagrafiche di Gesù ci portano sul Campidoglio di Roma, da dove si gode una veduta mozzafiato dei Fori imperiali. Il fazzoletto di terra tra il Tabularium – che sta alle fondamenta dell’attuale municipio – e l’Aerarium del Tempio di Saturno, duemila anni fa era il centro del mondo. In quel punto erano custoditi i documenti del censimento di Augusto, secondo Tertulliano “teste fedelissimo della natività di Nostro Signore”. Continua

Posso (finalmente) svelare un fatto riguardante Joseph Ratzinger e Karol Wojtyla. Nell’autunno 2004 alla Fiera di Francoforte fu anticipato il nuovo libro di Karol Wojtyla, “Memoria e identità”, della Rizzoli, con flash scioccanti perché l’editore, alla presenza del capo della sala stampa vaticana, puntava a richiamare l’attenzione sul volume.
Così incautamente si volle far passare l’idea che il papa riabilitasse il comunismo.
Il giorno dopo infatti tutti i quotidiani titolavano sul Papa che – a loro dire – giudicava il comunismo come “male necessario” e “utile”, quasi come fosse una medicina dal sapore sgradevole, ma salutare e benefica per l’umanità. Idea fuorviante e falsa. Continua