Più sono a corto di argomenti razionali, più alzano la voce. I sostenitori dello Ius soli non danno nessuna seria motivazione, né analizzano i problemi concreti che si creano, in questo momento storico, con una legge del genere.
Ripetono una frase apodittica: “è una scelta di civiltà”. Cosa che non significa nulla, ma serve a bollare chi si oppone come incivile e barbaro.
Nei giorni scorsi Alain Finkielkraut, un filosofo francese, una mente libera perciò indigesta alla “gauche”, ha spiegato che “il sinistrismo si fonda sulla certezza arrogante di incarnare la direzione di marcia del mondo”, il senso profondo della storia.
Così chi ha idee diverse dalle loro diventa automaticamente un nemico dell’umanità, l’incarnazione del male metafisico da demonizzare e possibilmente imbavagliare, di volta in volta bollandolo come fascista, oscurantista, populista, xenofobo, razzista o omofobo.
IL CASO FINKIELKRAUT
Per esempio Finkielkraut, quasi settantenne, un intellettuale che sta fra gli “immortali” dell’Académie Française, figlio di ebrei sopravvissuti alla deportazione ad Auschwitz, fu preso a sputi in faccia, anno scorso, a Place de la Rèpublique, a Parigi, e fu cacciato al grido “vattene sporco fascista”: è un episodio simbolo del nostro tempo. Continua