Il Giubileo dei giovani celebrato da Leone XIV, con la limpidezza del suo magistero centrato su Cristo e sull’eternità, ha di colpo proiettato la Chiesa nel futuro, consegnando ormai al passato le vicende degli ultimi quindici anni.

Nella Chiesa si ha la sensazione di essere usciti da un tunnel di confusione e incertezza pastorale e magisteriale, cosicché (seppure con molte cose da ridefinire nel rapporto con il mondo) si comincia a riflettere sugli eventi ecclesiali vissuti con la distanza critica che permette di storicizzarli e anche diricavarne lezioni per il domani.

È ciò che ha fatto mons. Nicola Bux, già collaboratore di Benedetto XVI, con Vito Palmiotti, nel libro Realtà e utopia nella Chiesa, edito da Omni die (reperibile sul sito della Nuova Bussola quotidiana e su Amazon). Continua

“Secondo il Pew Research Center, oltre il 70 per cento dei giovani europei tra i 16 e i 29 anni si dichiara non religioso; l’Organizzazione mondiale della Sanità ricorda che ‘l’Europa è il continente con il più alto tasso di suicidi giovanili al mondo’; di riflesso, come evidenziato dall’Eurobarometro nel 2022, ‘il 42 per cento dei giovani europei dichiara di ritenere la propria vita priva di significato’”.

Ecco un’istantanea del disastro spirituale europeo davanti a cui si trova oggi il nuovo Papa Leone XIV (Vatican news ha ripreso questi dati dal “Manifesto dei giovani cristiani d’Europa”). Continua

Durante la breve vacanza a Castelgandolfo, secondo le voci, Leone XIVintenderebbe lavorare alla sua prima enciclica, un documento che, di solito, esprime l’orizzonte di un pontificato: la Redemptor Hominis di Giovanni Paolo II fu un inno a Cristo liberatore. Continua

Il discorso di Leone XIV, ieri, al Giubileo dei governanti, è molto importante.Per quello che il pontefice ha detto: torna la centralità della legge naturale, come per Giovanni Paolo II e Benedetto XVI (non a caso, con Wojtyla, egli indica l’esempio di un politico santo, Tommaso Moro che “non esitò a sacrificare la sua stessa vita pur di non tradire la verità”).

Ma quello di ieri è un discorso importante anche per ciò che non ha detto: non c’è traccia infatti né di emergenza climatica, né di immigrazionismo, i due temi fondamentali del predecessore. Continua

Uscendo dal santuario della Madonna, a Genazzano, Leone XIV è stato acclamato dalla folla che gridava: “Viva il Papa!”. Lui ha salutato e ha risposto: “Viva Maria!”.

Non è un dettaglio. È il timbro del nuovo Pontefice che, non a caso, nella prima omelia ha affermato che il Pastore della Chiesa deve “sparire perché rimanga Cristo, farsi piccolo perché Lui sia conosciuto e glorificato, spendersi fino in fondo perché a nessuno manchi l’opportunità di conoscerlo e amarlo”. Continua

Ieri, fra i vaticanisti, dopo la prima omelia di Leone XIV, qualcuno ha commentato: “Mi ricorda più Wojtyla che Francesco”. È la sensazione giusta.

L’elezione di Giovanni Paolo II, nel 1978, fece conoscere a tutto il mondo la fede cattolica del popolo polacco, da cui poi venne la scintilla che fece crollare (in modo incruento) il mostro comunista dell’Est europeo.

Oggi l’elezione di Leone XIV fa scoprire a tutti la fioritura e la vivacità del cattolicesimo americano. Perché gli Stati Uniti, negli anni di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI e su loro impulso, hanno vissuto una grande rinascita della fede cattolica che sembrava smarrita e che è diventata socialmente molto rilevante. Continua

Il nome del nuovo Papa rimanda a Leone XIII, il Papa della Rerum novarum, dell’apertura della Chiesa alla questione sociale che (a quel tempo) portò a una primavera cattolica. Si dovrà capire cosa significa oggi (Prevost è stato per anni missionario in Perù, patria della Teologia della liberazione).

Si è affacciato dal balcone di San Pietro con la stola dove sono rappresentati San Pietro e San Paolo seguendo una tradizione che Francesco aveva accantonato, ma non risultano pubblici dissensi dalla sua linea. Del resto è stato eletto da cardinali in gran parte bergogliani. Continua

Il colloquio fra Donald Trump e Volodymyr Zelensky, nella Basilica di San Pietro, ha impressionato tutti. Il presidente ucraino lo ha definito “un incontro altamente simbolico che potrebbe diventare storico”. La Casa Bianca ha confermato il giudizio positivo.

Perché questo evento è accaduto nel cuore della cristianità? Qualcuno su Twitter ha commentato: “Non è un caso che la Chiesa cattolica sia la più antica istituzione mondiale”. È anche la più alta autorità morale. Perciò tanti leader mondiali sono convenuti alle solenni esequie di Francesco. Oltre al luogo infatti c’è la circostanza storica: “Vedere i due leader parlare sulla pace al funerale del ‘Papa della pace’ ha un significato enorme”, ha detto Giorgia Meloni. Continua

L’elezione di un Papa è un evento che ha sempre incuriosito tutti, anche prima del film “Conclave”. L’opinione pubblica laica tende a vederlo come una vicenda di intrighi e segreti, ma non sa sottrarsi al fascino millenario dei riti della Chiesa.

Oggi siamo alla vigilia di un vero Conclave e sui giornali imperversa il “toto Papa”. Ma c’è un aspetto che resta incompreso, pure da molti cattolici. La Chiesa cosa dice del Conclave? Quanta parte hanno le logiche politiche terrene e come entra in gioco Dio? Continua

Pasqua è anche una liberazione politica. Ogni anno celebriamo la Settimana Santa come se fosse semplicemente una tradizione religiosa e non avesse nulla a che fare con la vita quotidiana e tanto meno con la politica (cioè la polis, la città degli uomini). Ma è davvero così?

No. Gli eventi della Settimana Santa sono i più radicalmente politici della storia. Non solo perché Gesù è stato crocifisso con un’imputazione politica (che Pilato volle scrivere sul cartiglio: “Gesù di Nazaret Re dei giudei”). Non a caso la Chiesa celebra “Cristo Re dell’universo” proprio indicando il Calvario dove ha una corona di spine e una croce come trono. Singolare regalità quella di un crocifisso, ma i cristiani affermano che è l’unico vero potere vincente: quello dell’Amore. Continua