I peggiori erano sicuramente i ragazzini più giovani. Avevano l’incarico di svegliare le persone la mattina molto presto e di perquisire le loro case (…) gli avevano fatto il lavaggio del cervello, non si rendevano conto delle conseguenze delle loro azioni. I genitori ormai avevano perso ogni controllo o influenza su di loro. Padri e madri avevano paura dei propri figli, sapevano che distribuivano delle ricompense speciali per i bambini che denunciavano i familiari”.

È una pagina di Calvario in Cina (Ares), memoriale autobiografico di Robert W. Greene, sacerdote americano che, missionario in Cina, ha potuto vedere e raccontare l’arrivo dei comunisti e l’instaurazione del regime. I “rossi” arrivarono il 5 dicembre 1949 nel piccolo villaggio di cui Greene era parroco, Tong’an, nel nord del Guangxi. Continua

Donald Trump riprende l’antica consuetudine delle proclamazioni presidenziali, che risale a George Washington, e lancia l’Anti Communism Week (la settimana dell’anticomunismo) come “solenne ricordo della devastazione causata da una delle ideologie più distruttive della storia… Il comunismo ha devastato nazioni e anime. Oltre 100 milioni di vite sono state spezzate da regimi che hanno cercato di cancellare la fede, sopprimere la libertà e distruggere la prosperità”.

Lo spunto è l’anniversario della caduta del Muro di Berlino (vedi foto), ma il Corriere della sera nota che il testo è stato pubblicato, “forse per coincidenza, forse no”, appena dopo la vittoria di Zohran Mamdani come sindaco di New York. In realtà il testo contiene una lettura degli ultimi 35 anni di storia ed è la visione geopolitica della presidenza Trump. Continua

«L’irruzione mezz’ora dopo l’inizio dell’incontro, urla e slogan e lo striscione: ‘Fuori i sionisti dalle università’ con la firma del Fronte della gioventù Comunista» (RaiNews).

Così, all’Università di Venezia, hanno impedito di parlare sul Medio Oriente a Emanuele Fiano, ex deputato del Pd, il quale dopo, fra l’altro, ha dichiarato: «Quello di chi ha contestato, è stato un atteggiamento fascista».

Il presidente del Senato Ignazio La Russa ha commentato: «A Emanuele Fiano a cui esprimo solidarietà e con cui ho sempre avuto un simpatico rapporto personale, mi permetto di segnalare che almeno in questo caso citare il fascismo come principio guida per i proPal è un po’ azzardato. Forse riservare al fascismo le indubbie colpe storiche verso gli ebrei italiani e chiamare invece col loro nome le idee che ispirano oggi i proPal sarebbe più onesto e opportuno». Continua

Giovannino Guareschi è ancora oggi un caso scottante, pure nella cosiddetta “cultura cattolica” (quella ufficiale) che sente lo scrittore emiliano come un corpo estraneo. A causa del suo anticomunismo? Il sospetto viene.

Consideriamo un episodio recente. È uscito un volume di 832  pagine intitolato La preghiera nella letteratura italiana (IPL) dedicato “all’arcivescovo Mario”(Mario Delpini, di Milano). È stato realizzato da più di settanta studiosi sotto la direzione di alcuni docenti dell’Università Cattolica di Milano e del prefetto emerito della Biblioteca Ambrosiana.

Spazia nella letteratura italiana dal XII al XX secolo. Nella parte del Novecentosi presentano autori noti e altri poco noti o quasi sconosciuti. Ma con assenze inspiegabili. La più clamorosa è appunto quella di Guareschi. Viste anche le dimensioni dell’opera, la sua esclusione non si spiega. Continua

“Il nemico emergente in Occidente è il wokismo/marxismo che si combina con l’islamismo per distruggere lo stile di vita americano”.  Pochi giorni prima di essere ucciso, Charlie Kirk rilanciò questo suo tweet dove indicava all’Occidente la “battaglia spirituale”, che riteneva legata al cristianesimo, per salvare la nostra civiltà.

Kirk aveva ragione? Sono parole realiste e attuali anche per noi? In Italia, in effetti, il “campo largo” della sinistra, che va da Fratoianni e Vendola a Elly Schlein e Landini, passando per il populismo dei grillini, somiglia alla miscela di wokismo/marxismo. E l’aver fatto di Gaza la propria bandiera dimostra, quantomeno, che non hanno capito il pericolo islamista. Che riguarda anche l’Europa. Continua

La sinistra in Italia è traumatizzata. Questo spiega l’esasperazione dei toni, ogni giorno più aggressivi e più demagogici. Ha visto crollare tutte le sue certezze.

In breve tempo i compagni hanno perso le elezioni e il governo, vedendo insediarsi a Palazzo Chigi la leader della destra Giorgia Meloni. Hanno visto sgonfiarsi tutte le loro nefaste previsioni di crisi internazionale e di crollo dell’esecutivo di centrodestra (si è verificato esattamente il contrario).

Poi hanno perso la loro stella polare Usa con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Infine è scomparso papa Francesco che loro consideravano “il principale leader della sinistra” (D’Alema dixit). Continua

Per quanto i (neo, post o ex) comunisti nostrani, fischiettando, facciano finta di non conoscerlo, Vladimir Putin è (e rimane) un compagno, un comunista del Pcus fatto e finito, uscito dalla gelida fabbrica del Kgb. La riabilitazione dell’Urss in corso in Russia in questi anni (compresa quella di Stalin) lo dimostra platealmente. Come la felpa con la scritta CCCP esibita provocatoriamente dal ministro Lavrov in Alaska.

Cosa comporta il comunismo di Putin? Vuol dire che comprende soprattutto il linguaggio della forza, della supremazia militare e della violenza, perché è quello dalla storia sovietica, è il marxismo-leninismo. Perciò tende a considerare la mano tesa dell’avversario come un segno di debolezza. Continua

Walter Veltroni è il più rappresentativo leader della sinistra. Nel 1970, al tempo di Breznev, si iscrisse alla Fgci, organizzazione giovanile del Pci, di cui diventò poi dirigente. Agiografo ufficiale di Enrico Berlinguer (che fu il pupillo e l’erede politico di Togliatti), Veltroni è stato direttore dell’Unità, vicepremier di Prodi, ministro della cultura, sindaco di Roma e il primo segretario del Pd (forse sarà il prossimo candidato al Quirinale).

Ieri ha firmato un editoriale contro Trump sul Corriere della sera (dove pure il direttore arriva dall’Unità), con questo titolo: “Ma che fine ha fatto la serietà?”

È un titolo che qualcuno può facilmente ribaltare: ci si può chiedere “che fine ha fatto la serietà” anche quando si vedono persone, che sono state militanti e dirigenti del Pci al tempo dell’Urss, che oggi pretendono di insegnare la democrazia (anche agli americani). Continua

L’infatuazione marxista dei giovani del ‘68 ebbe un simbolo: il Vietnam, l’Indocina. Una generazione di politici intellettuali e giornalisti di sinistra si formò in quegli anni sbandierando quel simbolo.

È curioso che sia passato pressoché sotto silenzio il 50º anniversario della vittoria dei guerriglieri in Vietnam e in Cambogia che data appunto alla primavera del 1975. Perché nessuno più ricorda l’arrivo del regime comunista a Saigon e la presa del potere da parte dei Khmer Rossi in Cambogia?   Continua

L’ateismo, come la fede, è una scelta esistenziale dell’individuo. Invece con Marx divenne un pilastro filosofico dei partiti comunisti. Ma, come diceva Gilbert K. Chesterton, da quando gli uomini non credono più in Dio, non è che non credono in nulla: credono a tutto.

Infatti i comunisti avevano una fede cieca e assoluta nella loro ideologia. Prima professarono dogmaticamente la “religione” comunista: l’Unione sovietica era la salvezza. Vedevano nei Paesi dell’est il paradiso in terra, incuranti di ogni tragica smentita. E il capitalismo occidentale era il Male, il diavolo. Continua