Mercoledì scorso Avvenire riferiva che “circa 52.250 cristiani sono stati uccisi in Nigeria dal 2009, secondo un rapporto dell’Ong nigeriana Intersociety”. È solo un capitolo di un martirio mondiale. Il vero volto della Chiesa, che pochi conoscono, è questo.

Lo ha fatto capire il Papa, sempre mercoledì, all’udienza generale in Vaticano. Dove è accaduta una cosa imprevista. A un certo punto Francesco ha girato lo sguardo, nell’Aula Paolo VI, verso un anziano sacerdote con la porpora cardinalizia che era lì seduto. Continua

Ultimamente si leggono cose curiose su Antonio Gramsci e la cosiddetta “egemonia culturale”. Secondo Maura Gancitano (Repubblica, 13/1), “per come la intendeva Antonio Gramsci l’egemonia doveva essere un potere acquisito dalle persone comuni, soprattutto quelle ai margini della società e non una selezione operata da pochi. Qualcosa di plurale, condiviso, molteplice” e non “un autoritarismo culturale”.

Non si sa da dove Gancitano ricavi questa idea. Ma ieri lo storico Giuseppe Vacca, già dirigente e parlamentare del Pci, poi Pds, docente universitario, direttore e poi presidente dell’Istituto Gramsci, intervistato da “Libero”, ha chiarito molte cose. Continua

Veniamo da settimane di martellamento ideologico contro gli uominiche, ci è stato detto, hanno il “patriarcato” incorporato dalla nascita e dovrebbero nutrire sensi di colpa perché, in quanto maschi, sarebbero tendenzialmente arroganti e oppressori delle donne.

È una teoria infondata se consideriamo l’occidente. Ma c’è una storia che rientra in questo schema: due maschi, due fratelli, addirittura tirannici. E dall’altra parte una donna, una sorella, che si ribella al loro regime in nome della libertà. Eroicamente.

I due maschi sono stati politici potenti, che hanno schiacciato la libertàdel loro popolo. La sorella invece è scappata dal suo Paese, cioè dal regime dei due fratelli, ed è vissuta come esule. Continua

I titoli dei giornali sono a volte iperbolici. Vengono pensati per attirare l’attenzione dei lettori. Perciò, se capita di leggerne uno che recita “San Berlinguer, aiutaci tu!”, si immagina che sia solo una frase ad effetto. Ma l’articolo che seguiva questo titolo, apparso sul Venerdì di Repubblica, corrispondeva a quanto annunciato. Ed era un articolo serio. Continua

Le foto (francamente comiche) di Pier Luigi Bersani – ex segretario del Pd – vestito da salumiere, fruttivendolo, cassiere, prete, scaffalista e rider(sono le parti che ha deciso di interpretare in un film) fanno pensare a un remake di Zelig e sono la perfetta metafora dei post-comunisti.

La cui domanda fondamentale, dal crollo del Muro di Berlino del 1989, sembra essere questa: oggi che faccia indosso? Infatti il comunista di ieri è attualmente uno, nessuno, centomila. Continua

Dario Fertilio, il 7 novembre, sul “Giornale”, ha ricordato che quella data – anniversario della rivoluzione russa – è anche, da alcuni anni, la giornata della memoria dedicata alle vittime del comunismo. Eppure è passata nella più completa indifferenza, nonostante ricordi “dagli 80 ai 200 milioni” di vittime di quella sanguinaria utopia. Continua

L’11 agosto scorso, sul Corriere della sera, Ernesto Galli della Loggia pubblicò una riflessione molto seria e controcorrente.

IL ROSSO E IL NERO

La sua tesi in sintesi era questa: “la peculiarità della storia italiana è stata quella di aver dato vita al fascismo, ma insieme anche a un fortissimo movimento comunista senza eguali in questa parte d’Europa” e “seppure in modi ovviamente ben diversi entrambi hanno rappresentato due patologie antidemocratiche”. Continua

Se c’è un libro che ha cambiato la storia, nella nostra generazione, è sicuramente “Arcipelago Gulag” di Aleksandr Solzenicyn. Non a caso Raymond Aron definiva lo scrittore-dissidente russo – morto 15 anni fa – “l’homme du siècle”. La sua opera monumentale sull’immane macello del comunismo sovietico (e sulla menzogna dell’ideologia marxista dilagante nel mondo), fu pubblicata esattamente cinquant’anni fa, nel 1973. Continua

Immersi nelle polemiche del giorno, rischiamo di non vedere – per dirla con Bersani – la mucca nel corridoio. Oltretutto non è una pacifica mucca, ma un Dragone, enorme e vorace. Di colore rosso.

Qualcuno però se n’è accorto e ha suonato l’allarme. L’ex premier australiano Kevin Rudd – esperto di Cina – ha firmato un saggio su “Foreign Affairs” in cui spiega che il XX Congresso del Partito Comunista Cinese, concluso da poco, ha segnato una svolta storica. Oltre a consacrare il dominio incontrastato di Xi Jinping, ha sancito il ritorno del marxismo-leninismo come ideologia guida di una grande potenza planetaria: “il presidente cinese” scrive Rudd “crede profondamente nel marxismo-leninismo, la sua ascesa certifica il ritorno su scala mondiale dell’uomo ideologico”. Continua

Il 25 maggio alla Camera dei Deputati è stato celebrato il centenario della nascita di Enrico Berlinguer. Un giusto omaggio a un uomo da tutti stimato.

Ma il segretario del Pd Enrico Letta, intervenendo, ha rivendicato anche l’eredità storico-politica del Pci: come Segretario del Partito Democratico, sento questo dovere come un momento di confronto con l’eredità politica di quel Partito Comunista Italiano che Berlinguer e la sua generazione – mi faccia qui ricordare l’ex Presidente della Repubblica Napolitano (…) – quella generazione costruì appunto quella storia politica che ha lasciato un segno così forte e indelebile nella storia del nostro Paese che noi consideriamo, noi, la nostra comunità dei democratici e delle democratiche, una parte fondamentale dell’eredità che vogliamo portare avanti. Il nostro partito oggi vuole seminare in tempi nuovi quei valori che sono stati il meglio della prima repubblica, perché noi non rinneghiamo la storia del nostro Paese… una grande storia politica in cui la figura di Enrico Berlinguer è una delle migliori espressioni e uno dei migliori esempi”.

Oggi il Pd è ultra atlantista, i suoi esponenti si ergono a giudicidell’atlantismo altrui e “processano” il passato dei partiti del Centrodestra. Ma quando mai i comunisti italiani confluiti nel Pd hanno fatto processi al proprio passato? Il Pd non ha mai preso le distanze dall’“eredità politica” del Pci. L’ha rivendicata. Continua