Forse è l’atmosfera bellica che induce a riscrivere fantasiosamente la storia, come nelle celebrazioni del centenario di Enrico Berlinguer che lo hanno trasformato in un liberale, antisovietico e sostenitore della Nato.

Fra l’altro sorprende anche l’editoriale che Ezio Mauro, già direttore di “Repubblica”, ha firmato sulla prima pagina di questo giornale, il 6 giugno, sotto il titolo: “L’Europa senza mappa”.

AUTOGOL

Vi si legge che quella in corso è “una guerra che mette in gioco la geografia intera dell’Europa così come l’abbiamo ereditata dal tracciato di pace del febbraio 1945 a Jalta. Quell’accordo di spartizione dell’Europa” sostiene testualmente Mauro “è saltato con l’invasione russa dell’Ucraina, perché si basava su una ridefinizione della mappa storica e politica accettata e condivisa da tutte le parti in causa: strappando l’angolo ucraino, l’intera mappa viene messa in discussione e perde la sua funzione di garanzia dell’insieme, lasciando l’Europa senza fondamenta riconosciute e benedette dalla politica”.

E’ stupefacente che Mauro sostenga una tesi del genere perché sono casomai i russi che avrebbero (avuto) interesse ad invocare la conservazione dei patti di Jalta. Continua

COINCIDENZE

Gianfranco Pasquino, politologo e accademico dei Lincei, ha pubblicato “Libertà inutile. Profilo ideologico dell’Italia repubblicana” (Utet), libro che è stato (insolitamente) stroncato sull’inserto culturale del “Sole 24 ore” (4/7).

Il recensore impietosamente sottolinea le “sviste notevoli” che, a suo avviso, sono contenute nel volume, dove per esempio si “afferma che ‘Il Borghese’, nato nel 1950, sostenne il Fronte dell’Uomo qualunque, estinto l’anno prima”.

Il recensore aggiunge poi che “non mancano giudizi avventati o non conformi a verità”. Una frase, in particolare, provoca la sua irritazione come “una mosca nel minestrone”.
La frase pasquiniana sotto accusa è basata sull’idea per cui il fascismo non fu totalitario: “Con buona pace di Mussolini, che avrebbe voluto diventare ‘totalitario’, ma non ci riuscì, e si adeguò – e anche di Emilio Gentile (da ultimo, 2020) che imperterrito combatte la sua personale battaglia di lungo corso e contro molti a favore della interpretazione ‘totalitaria’”. Continua

Sebbene culturalmente lontano dal giornale di Ezio Mauro, voglio esprimere la mia solidarietà a “Repubblica” e al suo vaticanista Marco Ansaldo, escluso, per punizione (ma senza nessuna colpa personale), dall’aereo papale per il prossimo viaggio a Cuba e negli Usa, in base a una sconcertante decisione pontificia.

Sono stupito che nessun giornale e nessun rappresentante della categoria abbia profferito parola. Mi chiedo anche perché Eugenio Scalfari, fondatore di “Repubblica” e ostentatamente amico fraterno del papa argentino, non dice quello che pensa di questa punitiva estromissione di “Repubblica” da parte di Bergoglio. Continua

Ezio Mauro e Vittorio Feltri: due autogol? Cominciamo dal primo. Il caso è buffo. Mercoledì scorso Benedetto XVI ha pronunciato parole di così grande attualità che sono finite nei titoli di apertura di tutti i tg, nei siti internet e ieri su tutti i giornali. Proprio perché toccavano i temi più scottanti. Continua