COINCIDENZE

Gianfranco Pasquino, politologo e accademico dei Lincei, ha pubblicato “Libertà inutile. Profilo ideologico dell’Italia repubblicana” (Utet), libro che è stato (insolitamente) stroncato sull’inserto culturale del “Sole 24 ore” (4/7).

Il recensore impietosamente sottolinea le “sviste notevoli” che, a suo avviso, sono contenute nel volume, dove per esempio si “afferma che ‘Il Borghese’, nato nel 1950, sostenne il Fronte dell’Uomo qualunque, estinto l’anno prima”.

Il recensore aggiunge poi che “non mancano giudizi avventati o non conformi a verità”. Una frase, in particolare, provoca la sua irritazione come “una mosca nel minestrone”.
La frase pasquiniana sotto accusa è basata sull’idea per cui il fascismo non fu totalitario: “Con buona pace di Mussolini, che avrebbe voluto diventare ‘totalitario’, ma non ci riuscì, e si adeguò – e anche di Emilio Gentile (da ultimo, 2020) che imperterrito combatte la sua personale battaglia di lungo corso e contro molti a favore della interpretazione ‘totalitaria’”.

Il recensore stizzito ribatte: “Con la sua battuta, Pasquino augura buona pace a Mussolini, ma la toglie a Giovanni Amendola, Luigi Sturzo, Piero Gobetti, Lelio Basso, Antonio Gramsci, Palmiro Togliatti, Carlo Rosselli, Emilio Lussu esiliati, imprigionati o assassinati dal totalitarismo fascista. Inoltre Pasquino non sa che lo storico da lui citato a sproposito (Emilio Gentile, ndr), non combatte battaglie personali, ma studia in pacifici archivi e biblioteche, col solo pacifico scopo di conoscere la storia e la storiografia. Che invece Pasquino ignora”.

La recensione è firmata da Emilio Gentile. Un caso di curiosa omonimia?

 

POVERA ITALIA

Ezio Mauro continua, su “Repubblica”, la sua crociata ideologica contro “la destra italiana” attribuendole particolari tesi che lui contesta.

Il 3 luglio scrive: “Questa idea bio-politica della nazione rivela l’incapacità di condividere il sentimento di patriottismo costituzionale, fondando il concetto di patria sul riconoscimento e sulla pratica dei diritti, sull’esercizio e lo sviluppo della cittadinanza, sulla realizzazione concreta della promessa di libertà della Costituzione”.

L’idea – molto diffusa nei salotti culturali di Sinistra – secondo cui il solo patriottismo accettabile si fonderebbe (solo) sulla Costituzione repubblicana, entrata in vigore il 1° gennaio 1948, mostra un’insuperabile difficoltà a fare i conti con i concetti di patria, di identità, di nazione (e, conseguentemente di interesse nazionale).

L’Italia infatti ha almeno duemila anni e – attraverso i secoli – ha dato all’umanità un contributo di civiltà ineguagliabile.

Ritenere che l’identità nazionale e il patriottismo si debbano identificare con la sola Costituzione repubblicana, come se l’Italia fosse nata dal nulla nel 1948, è surreale e denota perfino una scarsa conoscenza della Costituzione stessa e delle sue premesse storiche e culturali.

Peraltro significherebbe non considerare italiani neanche Garibaldi e Mazzini. E non sarebbero italiani nemmeno Dante, Petrarca, san Francesco, san Tommaso d’Aquino, Leonardo, Caravaggio, Galilei, Michelangelo, Leopardi, Verdi, Manzoni, Vivaldi…

Ma non sarà piuttosto questa Sinistra, che professa un’ideologia così confusa, a non essere italiana?

Sarebbe stato utile visitare la mostra “Tota Italia. Alle origini di una nazione”, realizzata alle Scuderie del Quirinale dal Ministero della Cultura, dove si può constatare che – anche solo considerando l’unificazione augustea – l’Italia ha almeno duemila anni.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 16 luglio 2021

 

 

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