Resta sempre vivo il fascino del ciclo bretone ed Einaudi pubblica “Artù, Lancillotto e il Graal. La ricerca del Santo Graal. La morte di re Artù” (vol. 4).

Un’originale interpretazione di quelle leggende è quella di Cristina Campo: “Il viaggiare del cavaliere tra le illusioni e i duelli è, lo sappiamo, un itinerario della mente in Dio. Ma che cosa adombrano le scene all’interno dei castelli, le notti di veglia d’armi, se non i momenti liturgici della vita: quegli spazi sacri dentro e fuori del tempo dove gli uomini si raccolgono a ricomporre, in una mimesi stilizzata, il loro nesso con Dio? L’apertura della saga di Artù – quel passaggio ipnotico del Santo Graal coperto da un bianco sciàmito attraverso la sala senza respiro di Monsalvato (scena suscitatrice di destini perché, subito dopo, i cavalieri proclamano di voler partire a cercarlo) – ha una fonte che è il suo stesso fine: il transito mortalmente silenzioso del Sacro Calice che non è lecito nemmeno guardare, retto dal sacerdote e celato dal velo purpureo, nei riti bizantini della Quaresima”. Continua

Il sindaco di Firenze Dario Nardella, in questi giorni, ha organizzato nella sua città un convegno dei sindaci progressisti di vari paesi europei contro il sovranismo.

Non si capisce cosa c’entri lui con la discussione sul sovranismo. In ogni caso la sfortuna ha voluto che l’unico a rivendicare esplicitamente il “sovranismo”, nelle stesse ore in cui si svolgeva il convegno, sia stato il ministro delle Finanze del governo di sinistra tedesco, Christian Lindner, che sulla Faz ha tuonato contro l’immigrazione irregolare in Germania: “Dobbiamo decidere in modo sovrano chi è invitato a cercare fortuna nel nostro mercato del lavoro” . Continua

La scoperta di un testo inedito di san Francesco d’Assisi (ne ho scritto ieri su “Libero”), merita – per la sua importanza – un approfondimento. Il testo, in latino, si trova nel manoscritto L. 1258 conservato presso l’Archivio Historico Nacional di Madrid e non era stato mai pubblicato.

Nel 1974 padre Angel Uribe dette notizia dell’esistenza del manoscrittoe ne descrisse le caratteristiche. Segnalò pure che alle carte 286rb-287ra vi era una breve preghiera latina preceduta dalla scritta in rosso “Oratio composita a beato Francisco”. Ma nulla di più. Sono molti i testi attribuiti al santo che in realtà sono ritenuti falsi. Anche l’esperto Kajetan Esser classificò questo componimento tra “gli opuscoli dubbi e certamente non autentici”. Non aveva potuto studiarlo e riteneva di non poter dare un giudizio definitivo.

Nessuno studioso l’ha poi analizzato, né pubblicato. Finché un esperto di manoscritti, Aleksander Horowski, dell’Istituto Storico dei Cappuccini,gli ha dedicato un’analisi specialistica e – anche dopo essersi confrontato con altri esperti – è arrivato alla conclusione che effettivamente questa preghiera è un testo autentico di san Francesco. Continua