Enrico Mentana ha rilanciato sui social la foto di un cinghiale che, sotto la sede della 7, sta con il muso infilato in una montagna di rifiuti che fermentano sulla strada, attorno a un cassonetto. Cronaca quotidiana a Roma.

Roberto Gualtieri è diventato sindaco della capitale nell’ottobre 2021, promettendo di ripulire finalmente la città piena di spazzatura (in polemica con la precedente amministrazione di Virginia Raggi).

Ma le cose non sono cambiate. Ciò che in ogni grande capitale è normale, a Roma pare un’impresa impossibile. Continua

Sabato scorso “Avvenire” ha fatto un titolo quantomeno ambiguo sulla trasformazione della basilica di Santa Sofia in moschea: “Santa Sofia è di Erdogan”.

Il sottotitolo recitava: “Insorgono l’Onu, gli ortodossi, Usa, Ue e Atene”. Dall’elenco mancava clamorosamente l’istituzione che più avrebbe dovuto manifestare dolore e disappunto: la Santa Sede.

Un silenzio imbarazzante che – col passare delle ore – diventava sempre più insostenibile, perché rischiava di replicare l’analogo silenzio del papa di domenica scorsa su Hong Kong quando Bergoglio si è rifiutato di leggere, all’Angelus, un pensiero sulla repressione della libertà e dell’autonomia di Hong Kong da parte del regime comunista cinese.

Oltretutto con la replica di un altro silenzio papale, stavolta relativo all’Italia, cioè alla controversa legge sull’omofobia, in discussione al Parlamento, che – secondo vescovi, sacerdoti e laici – minaccia gravemente la libertà di insegnamento della Chiesa. Anche su questo il papa – sempre così interventista nella politica italiana – sta osservando il più rigoroso silenzio (pur essendosi pronunciato più volte, in passato, su questi temi). Continua

A Gad Lerner piacciono le missioni impossibili. Basti dire che tempo fa ha accettato di dar consigli alla “presidenta” Boldrini su come diventar simpatica alla gente. I risultati sono noti.

Ora sembra si sia votato a un altro obiettivo sovrumano: trasformare Pisapia in un leader, in uno statista. Ma – trovandosi di nuovo ad arare il mare – sembra ripiegare su quello che gli riesce meglio: la parte “destruens”, demolire le altre candidature alla leadership nella grande rissa del centrosinistra.

Un’occasione d’oro gli si è presentata in questi giorni, quando Antonio Funiciello, Capo staff del presidente del consiglio Gentiloni, ha firmato sul “Foglio” un lungo articolo per dimostrare che l’unico possibile candidato premier del dopo elezioni è – guarda caso – proprio Gentiloni.

SCHIETTO

Per accreditarlo Funiciello ha usato tanti argomenti, ma ha avuto pure la pessima idea di ricorrere anch’egli alla scorciatoia ormai percorsa da tanti: quella di riscrivere la biografia, una tentazione che solitamente porta nel pantano del ridicolo.

Infatti ha affermato: “l’unico premier di centrosinistra di un paese rilevante è Paolo Gentiloni, un liberaldemocratico schietto che con la tradizione socialista ha qualche contatto, ma nessuna diretta o indiretta discendenza”. Continua

Gad Lerner, nel suo blog, prima di occuparsi della fondamentale causa delle sue galline, ha fatto “una modesta proposta ai vescovi italiani”: sostituire Dino Boffo alla direzione di “Avvenire” Continua