Claudio Strinati, autore di “Caravaggio e Vermeer. L’ombra e la luce” (Einaudi) si interroga, nella pagina culturale di “Repubblica”, su quale sia il segreto di Jan Vermeer, il pittore olandese divenuto popolare grazie al romanzo di Tracy Chevalier, “La ragazza con l’orecchino di perla” (da cui è stato tratto un film di grande successo).

Due mostre – ad Amsterdam e a Delft fino al 4 giugno – espongono ora molte delle sue opere. È l’occasione per interrogarsi sul fascino dei suoi quadri enigmatici che colgono una quotidianità inaccessibile. E anche per interrogarsi, come Strinati, sul pittore: “Di lui complessivamente si sa poco”.

È la stessa constatazione che da tanto tempo si fa su un altro grande, vissuto pochi anni prima: William Shakespeare. Hanno qualcosa in comune? Continua

Forse “Via delle storie infinite” sarebbe la giusta dislocazione per “il caffè della gioventù perduta” di cui parlava Guy Debord. La vedo ogni giorno questa generazione di venticinquenni e di trentenni. Volti che fanno tenerezza. Destini incerti come le foglie nei boschi di dicembre. Proprio nell’età che dovrebbe essere quella della fioritura, della fecondità, dell’energia.

Silenziosi, pur trovandosi a pagare tutti i conti degli errori della generazione precedente.

Sembrano naufraghi in una terra di nessuno. Ci sono fra loro anche i “pirla”, come in ogni compagnia, ma perlopiù è una generazione di ragazzi bravi, intelligenti, col segreto dolore di chi si sente fuori luogo, senza definizione, anonimo, senza un posto nel presente e forse nel futuro: “non c’era posto per loro in quell’albergo”. Continua

La visita del Papa ad Assisi riporta agli onori della cronaca il più famoso dei santi, quello di cui Bergoglio ha preso il nome. Francesco d’Assisi però è anche il più incompreso dei santi, perché fu l’opposto esatto del santino che ne fanno oggi i media, rappresentandolo come uno svagato ecologista, ecumenista e buonista umanitario. Continua