Cosa è accaduto ieri in piazza San Pietro fra papa Bergoglio e gli aderenti a Comunione e liberazione?
Per capirlo bisogna fare un passo indietro. Continua
Cosa è accaduto ieri in piazza San Pietro fra papa Bergoglio e gli aderenti a Comunione e liberazione?
Per capirlo bisogna fare un passo indietro. Continua
Ho conosciuto personalmente numerosi preti internati nelle prigioni e nei gulag staliniani. Sacerdoti che sono tuttavia rimasti fedeli alla Chiesa… conducendo una vita degna alla sequela di Cristo, loro divino Maestro.
Si presenta così l’arcivescovo cattolico Jan Pawel Lenga, vescovo emerito di Karaganda (Kazakhistan) in una lettera accorata che in queste ore rimbalza su vari siti cattolici dall’America all’Italia. Continua
STAMANI AVEVO CHIESTO PERCHÈ PAPA BERGOGLIO DIMENTICA SEMPRE I MARTIRI CRISTIANI PURE QUANDO SONO BAMBINI E PERFINO IERI DI FRONTE AL TERRIFICANTE RAPPORTO DELL’ONU SUI BAMBINI CRISTIANI E YAZIDI CROCIFISSI, SEPOLTI VIVI, VIOLENTATI, FATTI SCHIAVI DALL’ISIS IN IRAQ… Continua
Il bacio della morte al Nazareno (inteso come patto) l’ha dato Giuliano Ferrara che aveva appena sfornato un pamphlet apologetico di Matteo Renzi e del suo “inciucio” col Cavaliere.
Renzi, in un batter d’occhio, l’ha sconfessato asfaltando al tempo stesso Berlusconi e i post-comunisti.
Ferrara, che è sia berlusconiano che postcomunista, è rimasto sotto le macerie di destra e di sinistra. Continua
La stizzita “Inquisizione progressista” che in questi giorni si è scatenata contro Vittorio Messori mette in mostra un’intolleranza grottesca che è il connotato della stagione bergogliana.
Ecco cosa è successo. Continua
GLI “AUGURI” (A SCHIAFFI) DI BERGOGLIO ALLA CURIA
È noto che lo sport prediletto di papa Bergoglio è bastonare i cattolici.
Tanto è timido e accondiscendente con gli avversari (che siano islamici o laicisti, che siano colonnelli argentini o comunisti) quanto è implacabile con i cristiani.
Ha cominciato “sistemando” così i suoi predecessori:
“I Capi della Chiesa spesso sono stati narcisi, lusingati e malamente eccitati dai loro cortigiani. La corte è la lebbra del papato» (la Repubblica, 1 ottobre 2013).
Vicino a Mosul gli islamisti dell’Is, nei giorni scorsi, hanno catturato quattro ragazzi cristiani e hanno comandato loro di pronunciare la “Shahada”, la formula di conversione all’Islam.
Avrebbero salvato la pelle. Ma i quattro ragazzi hanno risposto: “noi vogliamo bene a Gesù e seguiamo solo Lui”. Così li hanno presi e li hanno decapitati.
Questo macello, denunciato con le lacrime agli occhi al Christian Broadcasting Network dal canonico anglicano Andrew White, non ha avuto quasi nessuna eco sui media (non sono mica l’orso del Trentino). Ma anche nella Chiesa.
In altri tempi tutti i cristiani commossi li avrebbero subito venerati come martiri e santi. Oggi, in tempi di ecumenismo selvaggio, ci sarà perfino chi li considererà dei fanatici.
Il caso Bergoglio
Del resto in quegli stessi giorni papa Bergoglio andava in Moschea a Istanbul e lì pregava con l’imam e addirittura “adorava” rivolto alla Mecca. Chissà cosa avrebbero pensato quei quattro ragazzi se avessero visto quelle immagini.
L’atteggiamento del papa argentino nei confronti dell’Islam lascia perplessi. Per esempio, il 26 novembre alla domanda sul dialogo con il sedicente Stato Islamico ha risposto: “Io mai do per persa una cosa: mai. Forse non si può avere un dialogo, ma mai chiudere una porta”.
Quando tale dialogo fu prospettato dal grillino Di Battista tutti insorsero criticandolo. Nel caso di Bergoglio nessuno ha fiatato.
Poi il papa ha aggiunto: “c’è la minaccia di questi terroristi, ma c’è anche un’altra minaccia, il terrorismo di Stato: quando le cose salgono salgono e ogni Stato per suo conto si sente di avere il diritto di massacrare i terroristi, e con i terroristi cadono tanti che sono innocenti. E questa è una anarchia di alto livello che è molto pericolosa. Con il terrorismo si deve lottare, ma quando si deve fermare l’aggressore ingiusto, si deve fare con il consenso internazionale”.
Quell’espressione “terrorismo di Stato” è pesantissima. Tanto che Sandro Magister ha osservato: “A che cosa allude qui il papa? Oltre che agli Stati Uniti il pensiero va inesorabilmente a Israele. Ma va anche all’esito distruttivo che colpirebbe lo Stato ebraico se effettivamente obbedisse alle condizioni fissate dal papa: se cioè invece di reagire unilateralmente alle aggressioni arabe aspettasse un’impossibile autorizzazione dell’Onu”.
A queste condizioni nessuno mai potrebbe difendersi. Invece, aggiungeva Magister, “con Giovanni Paolo II e con Benedetto XVI la ‘responsabilità di proteggere’ la propria popolazione da un’ingiusta aggressione era riconosciuta a ogni Stato come suo ‘dovere primario’. Mentre la ‘comunità internazionale’ era tenuta a intervenire nel caso in cui gli Stati non fossero in grado di assicurare da soli tale protezione”.
Verso il mondo islamico Bergoglio è assai compiacente e non grida certo “vergogna!” come fece a Lampedusa (a quanto pare rivolto agli italiani che pure non avevano colpe).
Fondamentalisti?
Il 30 novembre scorso ha dichiarato: “credo sinceramente che non si possa dire che tutti gli islamici sono terroristi, come non si può dire che tutti i cristiani sono fondamentalisti, perché anche noi abbiamo fondamentalisti, in tutte le religioni ci sono questi gruppetti”.
Anzitutto papa Bergoglio sembra ignorare che – pure nell’Islam – fondamentalismo e terrorismo sono due cose diverse.
Terroristi per esempio sono quelli di Al Qaeda o dell’Is, mentre fondamentalisti (che è una qualifica di tipo teologico) sono gran parte dei regimi che perseguitano abitualmente i cristiani, dal Pakistan, per capirci, fino all’Arabia Saudita (dove neanche si può camminare per strada con un crocifisso al collo, né si può costruire una chiesa).
Ma la cosa più sorprendente è l’equiparazione pratica di presunti “fondamentalisti cristiani” ai terroristi islamici. Chi sono tali “fondamentalisti cristiani”? Non risulta che vi siano persone che in nome di Cristo si comportano come Al Qaeda o come l’Is. Ma nemmeno come il regime pakistano o saudita.
Allora chi sono tali “fondamentalisti cristiani”? Forse quei quattro ragazzi che si sono fatti massacrare per non rinnegare Gesù Cristo? O persone come Asia Bibi e gli altri perseguitati che per la fede subiscono di tutto?
Non credo proprio che Bergoglio si riferisse a loro. Allora chi saranno? Coloro che – all’ultimo Sinodo – non hanno approvato le assurde idee del cardinal Kasper?
Non si possono certo equiparare ai terroristi o ai “fondamentalisti islamici” coloro che dissentono da quelle trovate.
E’ vero che quasi ogni giorno costoro vengono bersagliati da Bergoglio con epiteti come “farisei” e “dottrinali”. Ma di sicuro il papa non intende criminalizzare i dissidenti come faceva il regime argentino dei colonnelli con gli oppositori.
I fondamentalisti cristiani sono allora quelli che prendono il Vangelo “alla lettera” e che Bergoglio ha attaccato nel discorso conclusivo del Sinodo? In questo caso il campione dei “letteralisti” è san Francesco d’Assisi che predicava proprio il Vangelo “sine glossa”.
In pratica non si sa a chi Bergoglio si sia voluto riferire con quell’infelice paragone. Anche offensivo. Ma in Italia nessuno avanza critiche o pone domande.
Il re è nudo
Tuttavia i dubbi crescono, anche fra la gente, e le piazze si svuotano a Roma (lo si vede il mercoledì). Del resto erano deserte pure a Strasburgo.
A questo proposito l’influente intellettuale francese Éric Zemmour, autore di un libro che è il caso editoriale del momento, “Le suicide français”, che mette sotto accusa i danni della generazione sessantottarda, ha commentato duramente il recente viaggio del papa a Strasburgo.
Parlando al notiziario radiofonico più seguito in Francia, RTL, ha giudicato inaudito che egli abbia ignorato la celebre cattedrale di Strasburgo che celebra i suoi mille anni (tenete presente che Zemmour non è cattolico, ma ebreo francese).
Poi ha aggiunto che nel discorso all’europarlamento il papa “parla delle radici dell’Europa, ma non chiarisce che sono cristiane. Egli esalta la spiritualità, ma menziona a malapena il nome di Dio, e mai quello di ‘Cristo’. Egli cita ‘i diritti umani’, ‘la solidarietà’, ‘lo sfruttamento’, ‘la diversità’, ‘l’ambiente’, ‘la globalizzazione’ e ‘l’immigrazione’, ma non parla di ‘aborto’, ‘eutanasia’ o ‘matrimonio omosessuale’. Egli pronuncia le parole che sono approvate, non quelle che infastidiscono (…). Egli sostiene la generosa accoglienza dei migranti, ignorando che queste onde incessanti nel Mar Mediterraneo trasformano l’Europa, a poco a poco, in una terra dell’Islam”.
Insomma “questo papa è ossessionato dal dialogo tra Cristianesimo e Islam”, ma che dialogo vero e profondo può esserci con “un Islam che considera che tutti i cristiani siano musulmani che non lo sappiano ancora o che neghino la loro identità?”.
Per Zemmour “Francesco è l’Anti-Benedetto XVI, che aveva causato scandalo esaltando il cristianesimo, impregnato di ragione greca, l’opposto dell’Islam. Benedetto XVI ha ricordato i principi della Chiesa, che hanno minato il pauperismo compassionevole diffuso dai media. Francesco agisce sul pauperismo compassionevole per migliorare la sua popolarità con i media. Benedetto XVI ha ricordato il dogma in un’epoca che lo respinge. Francesco respinge il dogma per compiacere l’epoca”.
Ha aggiunto: “il recente Sinodo sulla famiglia e la sua acquiescenza al matrimonio omosessuale aveva già turbato i cristiani. In Francia, coloro che avevano protestato contro il ‘matrimonio per tutti’ in nome della loro fede si sono sentiti traditi”.
Concludendo: “Francesco sembra destinato a dar via i fondamenti culturali e religiosi… è l’idolo dei media, dei membri del Parlamento europeo, e della sinistra in Occidente. Non è concepibile che i critici più vendicativi e sarcastici della Chiesa lo applaudano. Il Papa sembra essere piuttosto l’erede di Jacques Delors che di Giovanni Paolo II… Papa Francesco ha intenzione di trasformare la Chiesa in una semplice Ong”.
Parole dure. Ma che dovrebbero far riflettere.
Antonio Socci
Da “Libero”, 12 settembre 2014
Facebook: “Antonio Socci pagina ufficiale”
I MARTIRI DI QUESTE ORE
“NOI AMIAMO GESU’ “. PER QUESTO RIFIUTO DI CONVERTIRSI ALL’ISLAM QUATTRO RAGAZZINI SONO STATI DECAPITATI IN IRAQ. MENTRE IL PAPA ANDAVA ALLA MOSCHEA E PREGAVA RIVOLTO ALLA MECCA…
Un lettore mi ha scritto:
Le regalo questo impietoso confronto:
“Maria, quel giorno in cui ricevette l’annuncio dell’Angelo, era tutta raccolta e al tempo stesso aperta all’ascolto di Dio. In lei non c’è ostacolo, non c’è schermo, non c’è nulla che la separi da Dio. Questo è il significato del suo essere senza peccato originale: la sua relazione con Dio è libera da qualsiasi pur minima incrinatura; non c’è separazione, non c’è ombra di egoismo, ma una perfetta sintonia: il suo piccolo cuore umano è perfettamente «centrato» nel grande cuore di Dio”.
BENEDETTO XVI, 8/12/12
“Il Vangelo non ci dice nulla: se ha detto una parola o no… Era silenziosa, ma dentro il suo cuore, quante cose diceva al Signore! ‘Tu, quel giorno – questo è quello che abbiamo letto – mi hai detto che sarà grande; tu mi ha detto che gli avresti dato il Trono di Davide, suo padre, che avrebbe regnato per sempre e adesso lo vedo lì!’. La Madonna era umana! E forse aveva la voglia di dire: ‘Bugie! Sono stata ingannata!’: Giovanni Paolo II diceva questo, parlando della Madonna in quel momento. Ma Lei, col silenzio, ha coperto il mistero che non capiva e con questo silenzio ha lasciato che questo mistero potesse crescere e fiorire nella speranza”.
FRANCESCO, 20/12/13
Osservo due cose:
Anzitutto papa Bergoglio contraddice quanto afferma il Catechismo a proposito della Madonna sotto la Croce:
“La sua fede non ha mai vacillato, Maria non ha cessato di credere ‘nell’adempimento’ della parola di Dio. Ecco perché la Chiesa venera in Maria la più pura realizzazione della fede”.
In secondo luogo Bergoglio contraddice il Concilio Vaticano II e attribuisce a Giovanni Paolo II l’esatto contrario di quanto scrisse nella “Redemptoris Mater”.
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Valutate voi stessi:
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“Tale benedizione raggiunge la pienezza del suo significato, quando Maria sta sotto la Croce di suo Figlio (Gv 19,25). Il Concilio afferma che ciò avvenne «non senza un disegno divino»: «Soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata», in questo modo Maria «serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla Croce» (Lumen Gentium 58): l’unione mediante la fede, la stessa fede con la quale aveva accolto la rivelazione dell’angelo al momento dell’annunciazione. Allora si era anche sentita dire: «Sarà grande…, il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre…, regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Lc 1,32). Ed ecco, stando ai piedi della Croce, Maria è testimone, umanamente parlando, della completa smentita di queste parole. Il suo Figlio agonizza su quel legno come un condannato. «Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori…; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima»: quasi distrutto (Is 53,3). Quanto grande, quanto eroica è allora l’obbedienza della fede dimostrata da Maria di fronte agli «imperscrutabili giudizi» di Dio! Come «si abbandona a Dio» senza riserve, «prestando il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà» (Dei Verbum, 5) a colui, le cui «vie sono inaccessibili» (Rm 11,33). Ed insieme quanto potente è l’azione della grazia nella sua anima, come penetrante è l’influsso dello Spirito Santo, della sua luce e della sua virtù! Mediante questa fede Maria è perfettamente unita a Cristo nella sua spoliazione. (…) Ai piedi della Croce Maria partecipa mediante la fede allo sconvolgente mistero di questa spoliazione. È questa forse la più profonda «kenosi» della fede nella storia dell’umanità. Mediante la fede la madre partecipa alla morte del Figlio, alla sua morte redentrice; ma, a differenza di quella dei discepoli che fuggivano, era una fede ben più illuminata.
(GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris Mater 18-19)
Insieme a Fausto Bertinotti e a Eugenio Scalfari è Marco Pannella il più elettrizzato fan di papa Bergoglio (“viva il Papa!”, “noi radicali lo amiamo molto”, “vorrei diventare un cittadino del Vaticano”). Continua
23 OTTOBRE
BENEDETTO XVI TORNA A PARLARE: UN GRANDE DISCORSO SULLA GIOIA DELL’INCONTRO CON GESU’ E LA MISSIONE… LEGGERE, MEDITARE E IMPARARE !!! ANCHE IN VATICANO
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