Alain Finkielkraut (NELLA FOTO), membro dell’ Académie française, è uno dei più autorevoli intellettuali francesi. Una voce libera da ideologie e conformismi. È nato a Parigi nel 1949 in una famiglia di ebrei polacchi sopravvissuti all’orrore di Auschwitz. Ha insegnato per decenni ed è molto presente nel dibattito pubblico sui media. Continua

“Identità nazionale” oggi sembra essere diventata un’espressione tabù per i salotti intellettuali. Perfino la parola “Italia” è diventata sospetta.

Eppure l’amore per la nostra identità e l’orgoglio per la grande storia dell’Italia e la sua bellezza incomparabile, vibrano nel meglio della nostra cultura.

La Feltrinelli ha appena pubblicato una raccolta di scritti di Giorgio Bassani, “Italia da salvare (Gli anni della presidenza di Italia Nostra 1965-1980)”. Sono gli interventi dello scrittore ferrarese come fondatore e presidente di “Italia Nostra”.

Prendo spunto da una delle citazioni iniziali del libro: L’Italia è un Paese sacro non soltanto per noi, ma per il mondo intero. Il mondo è diventato moderno perché la storia è passata veramente di qua; ne abbiamo le prove sparse in tutto il territorio. Bisogna che noi, per noi stessi innanzi tutto, ma anche per il mondo intero che deve aiutarci, riusciamo a salvare, a conservare il patrimonio artistico e naturale italiano.”

Altri pensieri dello scrittore: “siamo dei conservatori, perché siamo dei progressisti”; “è vero o no che il mondo, da antico è diventato moderno proprio grazie all’Italia e alla sua storia?”. Continua

D’improvviso la parola “identità” – che da tempo viene evocata con ostilità (se non con disprezzo) ed è considerata sospetta di xenofobia e addirittura di razzismo – torna ad essere buona.

E’ accaduto ieri su “Repubblica”. A pagina 17 si poteva leggere questo titolo: “La rabbia delle famiglie arabe: ‘Non date i nostri figli ai cristiani’ ”. Si parla del problema dell’affido di minori provenienti da famiglie immigrate. A fianco dell’articolo c’è un commento di Chiara Saraceno, grande sacerdotessa del “politically correct”.

In questo caso la Saraceno fa una strenua difesa dell’identità. Spiega che per “un bambino che deve essere allontanato dalla sua famiglia per essere accolto temporaneamente da un’altra”, oltre al trauma e alle questioni connesse alla nuova situazione, si pone anche il problema dell’ “identità del minore coinvolto”.

La Saraceno afferma: “la lingua madre, la cultura del gruppo di appartenenza, la religione fanno parte di questa identità… Prima che di un diritto dei genitori a che il figlio/a non venga collocato in affidamento presso famiglie di etnia e/o religione diversa dalla propria, è un diritto del bambino alla propria continuità identitaria”.

Addirittura parla di “etnia”, cosa che – se evocata per noi italiani – come minimo costa l’accusa di etnocentrismo, se non peggio.

Non entro nel merito del problema degli affidi, ma viene da chiedersi: l’identità, l’etnia e la continuità identitaria sono valori da preservare e difendere solo quando si parla di immigrati? Continua

Abbiamo tesori immensi, in Italia, ma non solo quelli noti, come il paesaggio, il patrimonio artistico, la buona cucina, il sole, il mare i nostri centri storici: è un capitale straordinario anche la nostra splendida lingua italiana.

Purtroppo è misconosciuta e maltrattata, a cominciare dalla scuola dove non s’insegna più il suo uso corretto ed elegante (del resto se la stessa classe dirigente sbaglia i congiuntivi e la sintassi…).

Per riscoprire questo tesoro di identità – da far assaporare agli studenti – è utile leggere il libro di Annalisa Andreoni, “Ama l’italiano. Segreti e meraviglie della lingua più bella” (Piemme).

Grazie allo stile brillante e appassionato dell’autrice lo si legge tutto d’un fiato con divertito piacere e non solo per i capitoli sulla lingua dell’amore, della beffa, della parodia, del canto, della musica, delle invettive e degli insulti. E’ addirittura una lettura emozionante.

Che poi la nostra sia considerata all’estero la lingua “più bella” – come recita il sottotitolo – è una vera scoperta. L’autrice ha collezionato i giudizi di alcune importanti personalità della cultura nel corso dei secoli da cui si resta davvero sorpresi e commossi.

“Sono veramente innamorato di questa bellissima lingua, la più bella del mondo… per me non c’è dubbio che gli angeli nel cielo parlano italiano” fa dire Thomas Mann a un suo personaggio. Continua