“Un tale, che era un agente segreto, parcheggiò in una piazza… e salì sull’autobus… Alla prima fermata… vide due ragazze che si sedevano sui sedili liberi davanti a lui. La ragazza di sinistra aveva i capelli color bronzo… Chi le ha annodato il nastro con tanta cura, pensò… Poi attese il momento in cui si sarebbe voltata verso l’amica e lui vide i tratti del suo viso, spalancò la bocca in un urlo soffocato in gola…”.

Poi l’agente segreto scrive: “Non so perché credevo che avrei saputo in anticipo che stavo per incontrarla. In ogni caso, non immaginavo che sarebbe successo così all’improvviso. Ma è successo. L’ho vista d’un tratto sedersi davanti a me sull’autobus. Non ho avuto alcuna difficoltà a riconoscerla”.

UN CAPOLAVORO

È l’inizio del “Minotauro” (Edizioni e/o) di Benjamin Tammuz. Un romanzo straordinario che ti cattura fin dalla prima riga e non ti molla più. Quando uscì (nel 1980 in Israele e l’anno dopo in inglese) fu giudicato da Graham Greene il miglior romanzo tradotto di quell’anno. Continua

Una delle poche cose che sappiamo di Benjamin Tammuz è questa: nacque esattamente cento anni fa, l’11 luglio, in Unione Sovietica, arrivò nella terra d’Israele con la famiglia all’età di cinque anni ed è morto proprio trent’anni fa, il 19 luglio 1989, a Gerusalemme. Quindi il suo è un doppio anniversario.

L’altra cosa certa è che ha pubblicato alcuni romanzi, uno dei quali, “Il Minotauro”, è un autentico capolavoro e – quando uscì, nel 1980, in Israele (l’anno dopo tradotto in inglese) – fu definito da Graham Greene “il miglior romanzo dell’anno”. Continua