Durante la famosa conferenza stampa in aereo, papa Bergoglio – per condannare la corruzione – ha citato ad esempio un episodio capitato a lui. Ecco le sue parole:
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“Ricordo una volta, nel 1994, appena nominato vescovo ausiliare nel quartiere di Flores, sono venuti da me due funzionari di un ministero. E mi hanno detto: “Lei ha tanto bisogno con questi poveri… Noi possiamo aiutare, abbiamo da darle se vuole un aiuto di 400mila pesos…”.
Io ascoltavo. Poi mi hanno detto: “Per fare questa donazione, noi facciamo il deposito e poi lei dà la metà dei soldi a noi”.
In quel momento io ho pensato che cosa fare: o li insulto e do un calcio dove non batte il sole, oppure faccio lo scemo. Ho fatto lo scemo. Ho risposto: ma sapete… che noi nei vicariati non abbiamo il conto, lei deve fare un deposito in arcivescovado, con la ricevuta. Se ne sono andati”.
Continua
UN CHIARIMENTO DEFINITIVO SULLE INTERVISTE DI PAPA BERGOGLIO A SCALFARI E UNA PAGINA DI PIERGIORGIO FRASSATI
NON C’È PEGGIOR SORDO DI CHI NON VUOL SENTIRE (LO DICO A CHI SI OSTINA A NEGARE L’EVIDENZA)
E’ umiliante dover rispondere a chi mente sapendo di mentire. Ma a beneficio dei miei lettori torno a ripetere che le interviste di papa Bergoglio a Scalfari, in particolare quella del 1° ottobre 2013, contenente le frasi che sappiamo (“non esiste un Dio cattolico” e le altre sui predecessori “narcisi” che si facevano “lusingare” da “cortigiani”, sul Bene e sul Male come opinioni soggettive ec) non sono mai state smentite – in questi contenuti – da papa Bergoglio e dal Vaticano.
Anzi sono state ripubblicate per intero sull’Osservatore romano e addirittura sono appena state integralmente ripubblicate dallo stesso papa argentino in un libro a propria firma uscito dalla Libreria editrice vaticana. Continua
ECCO COSA C’E’ DIETRO IL PUGNO DI PAPA BERGOGLIO.
Adesso finirà in satira anche la frase sul pugno detta dal papa della tenerezza. C’è già chi – parafrasando Giovanni XXIII – scrive: “Quando tornate a casa, date uno sganassone a vostro figlio e ditegli: questo è lo sganassone del papa!…” Continua
Ultimissime, da Parigi a Roma…
CARO PAPA BERGOGLIO, QUEI TERRORISTI SONO ISLAMICI !!!! RIPETO: ISLAMICI !!!! LE E’ COSI’ DIFFICILE DIRLO ?
Scusate, ma io non riesco a capire… Possibile che mai, mai mai – dico mai !!!! – papa Bergoglio riesca a dire la parola “Islam” o “musulmani” o “islamismi” o “terroristi islamici” quando si tratta di massacri come quelli di Parigi o le persecuzioni e i macelli di cristiani in Iraq, in Sudan e altrove?
Ho letto il testo del papa sul sito vaticano. Provate voi a trovare un riferimento all’Islam:
Maiiiii !!!! Possibile?
Qua il celebre discorso di Benedetto XVI a Ratisbona dove chiedeva ai musulmani di decidere di rifiutare il nesso fra religione e violenza.
Benedetto XVI è un grande papa. Invece Bergoglio… mah…
ÉRIC ZEMMOUR E IL “SUICIDIO CATTOLICO”
Vicino a Mosul gli islamisti dell’Is, nei giorni scorsi, hanno catturato quattro ragazzi cristiani e hanno comandato loro di pronunciare la “Shahada”, la formula di conversione all’Islam.
Avrebbero salvato la pelle. Ma i quattro ragazzi hanno risposto: “noi vogliamo bene a Gesù e seguiamo solo Lui”. Così li hanno presi e li hanno decapitati.
Questo macello, denunciato con le lacrime agli occhi al Christian Broadcasting Network dal canonico anglicano Andrew White, non ha avuto quasi nessuna eco sui media (non sono mica l’orso del Trentino). Ma anche nella Chiesa.
In altri tempi tutti i cristiani commossi li avrebbero subito venerati come martiri e santi. Oggi, in tempi di ecumenismo selvaggio, ci sarà perfino chi li considererà dei fanatici.
Il caso Bergoglio
Del resto in quegli stessi giorni papa Bergoglio andava in Moschea a Istanbul e lì pregava con l’imam e addirittura “adorava” rivolto alla Mecca. Chissà cosa avrebbero pensato quei quattro ragazzi se avessero visto quelle immagini.
L’atteggiamento del papa argentino nei confronti dell’Islam lascia perplessi. Per esempio, il 26 novembre alla domanda sul dialogo con il sedicente Stato Islamico ha risposto: “Io mai do per persa una cosa: mai. Forse non si può avere un dialogo, ma mai chiudere una porta”.
Quando tale dialogo fu prospettato dal grillino Di Battista tutti insorsero criticandolo. Nel caso di Bergoglio nessuno ha fiatato.
Poi il papa ha aggiunto: “c’è la minaccia di questi terroristi, ma c’è anche un’altra minaccia, il terrorismo di Stato: quando le cose salgono salgono e ogni Stato per suo conto si sente di avere il diritto di massacrare i terroristi, e con i terroristi cadono tanti che sono innocenti. E questa è una anarchia di alto livello che è molto pericolosa. Con il terrorismo si deve lottare, ma quando si deve fermare l’aggressore ingiusto, si deve fare con il consenso internazionale”.
Quell’espressione “terrorismo di Stato” è pesantissima. Tanto che Sandro Magister ha osservato: “A che cosa allude qui il papa? Oltre che agli Stati Uniti il pensiero va inesorabilmente a Israele. Ma va anche all’esito distruttivo che colpirebbe lo Stato ebraico se effettivamente obbedisse alle condizioni fissate dal papa: se cioè invece di reagire unilateralmente alle aggressioni arabe aspettasse un’impossibile autorizzazione dell’Onu”.
A queste condizioni nessuno mai potrebbe difendersi. Invece, aggiungeva Magister, “con Giovanni Paolo II e con Benedetto XVI la ‘responsabilità di proteggere’ la propria popolazione da un’ingiusta aggressione era riconosciuta a ogni Stato come suo ‘dovere primario’. Mentre la ‘comunità internazionale’ era tenuta a intervenire nel caso in cui gli Stati non fossero in grado di assicurare da soli tale protezione”.
Verso il mondo islamico Bergoglio è assai compiacente e non grida certo “vergogna!” come fece a Lampedusa (a quanto pare rivolto agli italiani che pure non avevano colpe).
Fondamentalisti?
Il 30 novembre scorso ha dichiarato: “credo sinceramente che non si possa dire che tutti gli islamici sono terroristi, come non si può dire che tutti i cristiani sono fondamentalisti, perché anche noi abbiamo fondamentalisti, in tutte le religioni ci sono questi gruppetti”.
Anzitutto papa Bergoglio sembra ignorare che – pure nell’Islam – fondamentalismo e terrorismo sono due cose diverse.
Terroristi per esempio sono quelli di Al Qaeda o dell’Is, mentre fondamentalisti (che è una qualifica di tipo teologico) sono gran parte dei regimi che perseguitano abitualmente i cristiani, dal Pakistan, per capirci, fino all’Arabia Saudita (dove neanche si può camminare per strada con un crocifisso al collo, né si può costruire una chiesa).
Ma la cosa più sorprendente è l’equiparazione pratica di presunti “fondamentalisti cristiani” ai terroristi islamici. Chi sono tali “fondamentalisti cristiani”? Non risulta che vi siano persone che in nome di Cristo si comportano come Al Qaeda o come l’Is. Ma nemmeno come il regime pakistano o saudita.
Allora chi sono tali “fondamentalisti cristiani”? Forse quei quattro ragazzi che si sono fatti massacrare per non rinnegare Gesù Cristo? O persone come Asia Bibi e gli altri perseguitati che per la fede subiscono di tutto?
Non credo proprio che Bergoglio si riferisse a loro. Allora chi saranno? Coloro che – all’ultimo Sinodo – non hanno approvato le assurde idee del cardinal Kasper?
Non si possono certo equiparare ai terroristi o ai “fondamentalisti islamici” coloro che dissentono da quelle trovate.
E’ vero che quasi ogni giorno costoro vengono bersagliati da Bergoglio con epiteti come “farisei” e “dottrinali”. Ma di sicuro il papa non intende criminalizzare i dissidenti come faceva il regime argentino dei colonnelli con gli oppositori.
I fondamentalisti cristiani sono allora quelli che prendono il Vangelo “alla lettera” e che Bergoglio ha attaccato nel discorso conclusivo del Sinodo? In questo caso il campione dei “letteralisti” è san Francesco d’Assisi che predicava proprio il Vangelo “sine glossa”.
In pratica non si sa a chi Bergoglio si sia voluto riferire con quell’infelice paragone. Anche offensivo. Ma in Italia nessuno avanza critiche o pone domande.
Il re è nudo
Tuttavia i dubbi crescono, anche fra la gente, e le piazze si svuotano a Roma (lo si vede il mercoledì). Del resto erano deserte pure a Strasburgo.
A questo proposito l’influente intellettuale francese Éric Zemmour, autore di un libro che è il caso editoriale del momento, “Le suicide français”, che mette sotto accusa i danni della generazione sessantottarda, ha commentato duramente il recente viaggio del papa a Strasburgo.
Parlando al notiziario radiofonico più seguito in Francia, RTL, ha giudicato inaudito che egli abbia ignorato la celebre cattedrale di Strasburgo che celebra i suoi mille anni (tenete presente che Zemmour non è cattolico, ma ebreo francese).
Poi ha aggiunto che nel discorso all’europarlamento il papa “parla delle radici dell’Europa, ma non chiarisce che sono cristiane. Egli esalta la spiritualità, ma menziona a malapena il nome di Dio, e mai quello di ‘Cristo’. Egli cita ‘i diritti umani’, ‘la solidarietà’, ‘lo sfruttamento’, ‘la diversità’, ‘l’ambiente’, ‘la globalizzazione’ e ‘l’immigrazione’, ma non parla di ‘aborto’, ‘eutanasia’ o ‘matrimonio omosessuale’. Egli pronuncia le parole che sono approvate, non quelle che infastidiscono (…). Egli sostiene la generosa accoglienza dei migranti, ignorando che queste onde incessanti nel Mar Mediterraneo trasformano l’Europa, a poco a poco, in una terra dell’Islam”.
Insomma “questo papa è ossessionato dal dialogo tra Cristianesimo e Islam”, ma che dialogo vero e profondo può esserci con “un Islam che considera che tutti i cristiani siano musulmani che non lo sappiano ancora o che neghino la loro identità?”.
Per Zemmour “Francesco è l’Anti-Benedetto XVI, che aveva causato scandalo esaltando il cristianesimo, impregnato di ragione greca, l’opposto dell’Islam. Benedetto XVI ha ricordato i principi della Chiesa, che hanno minato il pauperismo compassionevole diffuso dai media. Francesco agisce sul pauperismo compassionevole per migliorare la sua popolarità con i media. Benedetto XVI ha ricordato il dogma in un’epoca che lo respinge. Francesco respinge il dogma per compiacere l’epoca”.
Ha aggiunto: “il recente Sinodo sulla famiglia e la sua acquiescenza al matrimonio omosessuale aveva già turbato i cristiani. In Francia, coloro che avevano protestato contro il ‘matrimonio per tutti’ in nome della loro fede si sono sentiti traditi”.
Concludendo: “Francesco sembra destinato a dar via i fondamenti culturali e religiosi… è l’idolo dei media, dei membri del Parlamento europeo, e della sinistra in Occidente. Non è concepibile che i critici più vendicativi e sarcastici della Chiesa lo applaudano. Il Papa sembra essere piuttosto l’erede di Jacques Delors che di Giovanni Paolo II… Papa Francesco ha intenzione di trasformare la Chiesa in una semplice Ong”.
Parole dure. Ma che dovrebbero far riflettere.
Antonio Socci
Da “Libero”, 12 settembre 2014
Facebook: “Antonio Socci pagina ufficiale”
COSA ACCADE NELLA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO…
I MARTIRI DI QUESTE ORE
“NOI AMIAMO GESU’ “. PER QUESTO RIFIUTO DI CONVERTIRSI ALL’ISLAM QUATTRO RAGAZZINI SONO STATI DECAPITATI IN IRAQ. MENTRE IL PAPA ANDAVA ALLA MOSCHEA E PREGAVA RIVOLTO ALLA MECCA…
Un lettore mi ha scritto:
Le regalo questo impietoso confronto:
“Maria, quel giorno in cui ricevette l’annuncio dell’Angelo, era tutta raccolta e al tempo stesso aperta all’ascolto di Dio. In lei non c’è ostacolo, non c’è schermo, non c’è nulla che la separi da Dio. Questo è il significato del suo essere senza peccato originale: la sua relazione con Dio è libera da qualsiasi pur minima incrinatura; non c’è separazione, non c’è ombra di egoismo, ma una perfetta sintonia: il suo piccolo cuore umano è perfettamente «centrato» nel grande cuore di Dio”.
BENEDETTO XVI, 8/12/12
“Il Vangelo non ci dice nulla: se ha detto una parola o no… Era silenziosa, ma dentro il suo cuore, quante cose diceva al Signore! ‘Tu, quel giorno – questo è quello che abbiamo letto – mi hai detto che sarà grande; tu mi ha detto che gli avresti dato il Trono di Davide, suo padre, che avrebbe regnato per sempre e adesso lo vedo lì!’. La Madonna era umana! E forse aveva la voglia di dire: ‘Bugie! Sono stata ingannata!’: Giovanni Paolo II diceva questo, parlando della Madonna in quel momento. Ma Lei, col silenzio, ha coperto il mistero che non capiva e con questo silenzio ha lasciato che questo mistero potesse crescere e fiorire nella speranza”.
FRANCESCO, 20/12/13
Osservo due cose:
Anzitutto papa Bergoglio contraddice quanto afferma il Catechismo a proposito della Madonna sotto la Croce:
“La sua fede non ha mai vacillato, Maria non ha cessato di credere ‘nell’adempimento’ della parola di Dio. Ecco perché la Chiesa venera in Maria la più pura realizzazione della fede”.
In secondo luogo Bergoglio contraddice il Concilio Vaticano II e attribuisce a Giovanni Paolo II l’esatto contrario di quanto scrisse nella “Redemptoris Mater”.
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Valutate voi stessi:
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“Tale benedizione raggiunge la pienezza del suo significato, quando Maria sta sotto la Croce di suo Figlio (Gv 19,25). Il Concilio afferma che ciò avvenne «non senza un disegno divino»: «Soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata», in questo modo Maria «serbò fedelmente la sua unione col Figlio sino alla Croce» (Lumen Gentium 58): l’unione mediante la fede, la stessa fede con la quale aveva accolto la rivelazione dell’angelo al momento dell’annunciazione. Allora si era anche sentita dire: «Sarà grande…, il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre…, regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Lc 1,32). Ed ecco, stando ai piedi della Croce, Maria è testimone, umanamente parlando, della completa smentita di queste parole. Il suo Figlio agonizza su quel legno come un condannato. «Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori…; era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima»: quasi distrutto (Is 53,3). Quanto grande, quanto eroica è allora l’obbedienza della fede dimostrata da Maria di fronte agli «imperscrutabili giudizi» di Dio! Come «si abbandona a Dio» senza riserve, «prestando il pieno ossequio dell’intelletto e della volontà» (Dei Verbum, 5) a colui, le cui «vie sono inaccessibili» (Rm 11,33). Ed insieme quanto potente è l’azione della grazia nella sua anima, come penetrante è l’influsso dello Spirito Santo, della sua luce e della sua virtù! Mediante questa fede Maria è perfettamente unita a Cristo nella sua spoliazione. (…) Ai piedi della Croce Maria partecipa mediante la fede allo sconvolgente mistero di questa spoliazione. È questa forse la più profonda «kenosi» della fede nella storia dell’umanità. Mediante la fede la madre partecipa alla morte del Figlio, alla sua morte redentrice; ma, a differenza di quella dei discepoli che fuggivano, era una fede ben più illuminata.
(GIOVANNI PAOLO II, Redemptoris Mater 18-19)

LEGGETE QUESTA INTERVISTA DA BRIVIDO !!! QUESTO E’ L’ORRORE DELL’ “ISLAM MODERATO” CHE STA STRAZIANDO ASIA BIBI E TANTI ALTRI CRISTIANI… PER LEI NESSUNA PAROLA DI CONFORTO DA PARTE DI PAPA BERGOGLIO CHE INVECE NON LESINA ESPRESSIONI AFFETTUOSE AGLI AMICI MUSULMANI CON I QUALI HA PREGATO NELLA MOSCHEA DI ISTANBUL
Questa agghiacciante intervista su Asia Bibi (vedi il link in fondo) va letta tenendo ben presente alcune perle di papa Bergoglio:
«Condividere la nostra esperienza nel portare questa croce per strappare dai nostri cuori la malattia che avvelena la nostra vita: è importante che facciate questo nelle vostre riunioni. Coloro che sono cristiani lo facciano con la Bibbia e coloro che sono musulmani lo facciano con il Corano. La fede che i vostri genitori vi hanno inculcata vi aiuterà sempre ad andare avanti»
(agli immigrati nella parrocchia del Sacro Cuore di Gesù a Roma, 19 gennaio 2014)
«Vi porgo, infine, i miei migliori auguri e preghiere affinché le vostre vite possano glorificare l’Altissimo e arrecare gioia a coloro che vi circondano. Buona festa a tutti voi!»
(Messaggio ai musulmani per la fine del Ramadan, 10 luglio 2013)
«Un pensiero lo rivolgo ai cari immigrati musulmani che oggi, alla sera, stanno iniziando il digiuno di Ramadan, con l’augurio di abbondanti frutti spirituali. La Chiesa vi è vicina nella ricerca di una vita più dignitosa per voi e le vostre famiglie. A voi: o’scià!» (Omelia a Lampedusa, 8 luglio 2013)
«ed è ammirevole vedere come giovani e anziani, donne e uomini dell’Islam sono capaci di dedicare quotidianamente tempo alla preghiera e di partecipare fedelmente ai loro riti religiosi. Al tempo stesso, molti di loro sono profondamente convinti che la loro vita, nella sua totalità, è di Dio e per Lui. Riconoscono anche la necessità di rispondere a Dio con un impegno etico e con la misericordia verso i più poveri..»
(Evangelii Gaudium, § 252 )
PREGHIERA E ADORAZIONE IN MOSCHEA? CARO PAPA BERGOGLIO: MA PERCHE’ FA QUESTE COSE?
IN DIFESA DELLA CHIESA
E’ notizia di queste ore. In Nigeria (per fare un solo esempio) 11 mila cattolici uccisi e 1 milione e mezzo di persone sfollate per sfuggire a Boko Haram. Ma papa Bergoglio – che tace sull’islamismo – continua a bastonare i cristiani.
BOTTE SUI PARROCI
L’altroieri è toccato ai parroci che sarebbero attaccati al denaro come trafficanti del tempio (“Quante volte vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è lì la lista dei prezzi”).
Fango generico e generalizzato su tutti, ingiustamente, che stavolta ha provocato una sorda sollevazione (lo stesso cardinale Bagnasco ha risposto che in nessuna chiesa italiana i sacramenti vengono venduti).
Un lettore indignato mi ha scritto:
“al di là di quello che si voleva dare come messaggio, ciò che è passato ai più (ed è ciò che conta in questo contesto) è che i sacramenti si pagano, c’è persino un listino prezzi e se lo dice il Papa allora è vero, non è una diceria degli anticlericali! Quindi non era un pregiudizio che i preti si fan pagare. Ergo, il papa è buono e i preti sono tutti avidi di soldi”.
Un’altra lettrice mi ha scritto scrive:
“io mi sono sposata, ho avuto tre figli, mai chiesto soldi né per matrimonio, né per comunione e cresime. Chi poteva dava un’offerta, chi non poteva anzi veniva aiutato. Il parroco dava le vesti ai bambini affinché tutti fossero vestiti uguali”.
E aggiunge:
“mai visto in vita mia un listino dei prezzi e ho girato tante chiese e santuari. Mi addolora un attacco così forte alla chiesa e ai suoi ministri. Per mia esperienza in tanti anni ho visto molti sacerdoti generosi che aiutavano le famiglie più povere. La mia parrocchia per esempio sostiene mensilmente con viveri 70 famiglie. Certo, se le mancassero la offerte (volontarie) come potrebbe un parroco con 700 euro mensili aiutare i bisognosi?”.
ITALIA, CHIESA DI POPOLO
In Italia la stima popolare verso la Chiesa è grande. Si sa che i parroci sono uomini che donano tutta la loro vita a Dio e agli altri, che vivono con quattro soldi e ci sono sempre, per tutti, e aiutano tutti.
Le offerte libere e volontarie esprimono la gratitudine dei fedeli per i beni soprannaturali e gratuiti che ricevono in Chiesa (la salvezza di Cristo), che non potrebbero essere ripagati nemmeno con tutto l’oro del mondo.
Ma anche per l’educazione cristiana dei figli. E sovvengono ai bisogni materiali delle parrocchie, per le necessità delle chiese e della liturgia.
Sono un ottimo “investimento” anzitutto per la propria salvezza (“la carità cancella una moltitudine di peccati”), ma anche per il bene di tanti.
Tutte le opere della Chiesa sono state costruite per il popolo e con il popolo. A partire dalle cattedrali.
Celebre è il caso del Duomo di Milano di cui è stato appena pubblicato qualche registro delle offerte a cui partecipavano tutti, dalla povera vecchietta che donava un uovo alle meretrici della città (molto generose).
E i beni alimentari che affluivano per la fabbrica del Duomo andavano in una mensa dei poveri che provvedeva ai più sfortunati: proprio dalla formula latina “ad usum fabricae” è venuta l’espressione “mangiare il pane a ufo”.
Con la Chiesa tutti abbiamo sempre mangiato “a ufo” e sempre sarà così. Anzitutto il “pane” della salvezza, totalmente gratuito: Dio che è morto per noi, per la nostra felicità.
Ma anche il pane necessario al bisogno umano che non è solo fame materiale, ma anche solitudine, disperazione, malattia o bisogno di educazione.
BASTA MALIGNITA’
Lo Stato con la Chiesa ci ha “mangiato” più di tutti: lo stesso “otto per mille” ha la sua origine negli immensi espropri dei beni della Chiesa, frutto di secoli di donazioni. Espropri fatti dal neonato Stato italiano dal 1860 circa. Quindi l’otto per mille è solo un parziale risarcimento.
Del resto, secondo uno studio recente, le molteplici attività della Chiesa fanno risparmiare allo Stato italiano circa 11 miliardi di euro l’anno.
E anche la sua semplice presenza ci arricchisce: per esempio nel 2014 il turismo religioso nella città di Roma e nei santuari è stato valutato in 5 miliardi di dollari, unica voce in crescita in questo tempo di crisi nera.
Per non parlare delle missioni e di quello che la Chiesa, anche quella italiana, fa per i più diseredati del pianeta.
La mia lettrice, sconcertata, prosegue: “mi chiedo quando avrò il piacere di sentire papa Francesco parlare bene dei cristiani e della Chiesa”.
BERGOGLIO E I SOLDI
Purtroppo il bombardamento di papa Bergoglio non ha risparmiato nessuno. Ha “scorticato” i suoi predecessori con una sentenza affidata a Scalfari: “I Capi della Chiesa spesso sono stati narcisi, lusingati e malamente eccitati dai loro cortigiani”.
Ha poi sistemato gli altri ecclesiastici con continue accuse di fariseismo, chiusura a Dio e ancora peggio. Ma il bersaglio preferito su cui papa Bergoglio ama picchiare duro sono i semplici cristiani. Dalle omelie di Santa Marta escono come il ricettacolo di ogni meschinità. E così pure religiosi e preti.
In particolare Bergoglio ama parlare dei soldi. Io penso che la sua preoccupazione maggiore dovrebbe essere per la perdita della fede di intere generazioni e di interi popoli, la perdita di Dio. Dovrebbe esortare i sacerdoti a farsi in quattro per “conquistare” le anime a Cristo.
Invece il papa argentino batte soprattutto sul tasto dei soldi. In queste ore, pure su internet, si coglie il dolore e anche l’arrabbiatura di molti parroci i quali già devono fare i conti con l’ostilità delle élite culturali e sociali.
Di fronte alla “demagogia peronista” ricordano che ogni anno, nelle parrocchie, si raccolgono i soldi per l’obolo di San Pietro (offerte che vanno proprio al Papa).
E ricordando che il Vaticano di Bergoglio ha recentemente dato la Cappella Sistina alla Porsche per un evento pubblicitario. Pure se i fondi ricavati andranno ai poveri, era proprio necessario affittare un luogo così sacro per una pubblicità?
Facile prendersela con soggetti deboli come i parroci. Molti di loro, amareggiati, si chiedono perché papa Bergoglio non se la prende piuttosto – e con ragione – con soggetti forti come i vescovi tedeschi.
PARLI DELLA GERMANIA
La Chiesa tedesca è una vera potenza economica: la sola Caritas tedesca impiega 500 mila persone a tempo pieno, quando il gruppo Volkswagen ne ha 389 mila.
Tutto questo grazie alla Kirchensteuer, la tassa ecclesiastica che dallo Stato nell’anno 2012 ha convogliato sulla Chiesa 5,9 miliardi di euro. Una cifra sei volte superiore all’otto per mille della Chiesa italiana che pure ha un numero di fedeli doppio di quella teutonica.
Dove sta il problema?
Mentre in Italia si decide liberamente se devolvere o no l’otto per mille, in Germania quella è una vera tassa imposta dallo Stato a chi all’anagrafe risulta cattolico.
E’ dunque obbligatoria. La si può evitare solo uscendo formalmente dalla Chiesa con una gravissima conseguenza: “Un decreto della Conferenza episcopale tedesca ha stabilito che il rifiuto del contributo implica il venir meno, per il fedele, dell’appartenenza alla Chiesa” (Massimo Borghesi).
La tassa è una specie di condizione “sine qua non” per accedere ai sacramenti. Questa decisione è stata contestata dalla Santa Sede al tempo di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ma da papa Francesco nulla si è sentito.
I “progressisti” vescovi tedeschi sono molto bergogliani, sono stati fra i suoi principali sostenitori nel Conclave, hanno spinto il recente Sinodo verso l’eucarestia ai divorziati risposati e finanziano il Vaticano e le chiese del Terzo Mondo (America Latina compresa).
Ma perché papa Francesco, invece di strapazzare i parroci per motivi infondati, non prende di petto loro per questi seri motivi?
Il filosofo Robert Spaemann, amico di Joseph Ratzinger, ha osservato che in Germania “uomini che negano la resurrezione di Cristo rimangono professori di teologia cattolica e possono predicare in quanto cattolici durante le Messe.
Fedeli invece che non vogliono pagare la tassa per il culto vengono cacciati dalla Chiesa. C’è qualcosa che non va”.
Che dice Bergoglio?
Antonio Socci
Da “Libero”, 23 novembre 2014
Facebook: “Antonio Socci pagina ufficiale”
ECCO IL RE DELL’UNIVERSO
Il suo trono è la croce. La sua corona, una corona di spine. E’ il Re onnipotente che lava i piedi dei suoi servi inginocchiandosi davanti a loro perché si lascino salvare, riscattati dal Suo sacrificio, guariti attraverso le Sue piaghe…

SOLDI E SACRAMENTI? CARO PAPA BERGOGLIO, CONTESTI LE SCONCERTANTI DECISIONI DEI VESCOVI TEDESCHI (COME FECE RATZINGER) INVECE DI DENIGRARE I NOSTRI PARROCI. QUELLE SI CHE SONO UNA VERGOGNA!
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“Io penso allo scandalo che possiamo fare alla gente con il nostro atteggiamento – sottolinea Papa Francesco – con le nostre abitudini non sacerdotali nel Tempio: Quante volte vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è lì la lista dei prezzi” per il battesimo, la benedizione, le intenzioni per la Messa. “E il popolo si scandalizza”.
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Non so se ce ne sono in Argentina, ma io francamente in Italia non ho mai visto una chiesa con un listino dei prezzi.
E giustamente il cardinale Bagnasco nel pomeriggio ha dichiarato che i sacramenti non si vendono e che nelle chiese italiane non ci sono tariffari e che le offerte libere dei fedeli servono a sostenere materialmente la chiesa. Come è giusto che sia.
Certo, la denuncia del papa sottolinea una questione vera (la gratuita della grazia e quindi dei sacramenti), ma in quei termini rischia di suonare come una denigrazione dei poveri parroci…
Segnalerei invece a papa Bergoglio un caso molto più sconcertante di cattivo rapporto fra i sacramenti e i soldi che riguarda la Chiesa tedesca.
Al tempo di Benedetto XVI la Santa Sede contestò queste decisioni dei vescovi tedeschi. Sarebbe il caso che papa Bergoglio si occupasse di loro, invece di mettere in imbarazzo i parroci.
Oltretutto lui conosce bene l’episcopato tedesco, perché è proprio quello, molto progressista, che è stato il suo principale sostenitore nel Conclave ed è stato il maggior sostenitore delle tesi kasperiane al Sinodo.
Ecco, in una pagina tratta dal mio libro “NON E’ FRANCESCO”, cosa accade in Germania:
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Con buona pace della proclamata «Chiesa dei poveri», la Chiesa tedesca è una vera potenza economica perché usufruisce di colossali entrate statali, dovute alla Kirchensteuer, la tassa ecclesiastica che nell’anno 2012 ha convogliato 5,9 miliardi di euro nelle sue casse.
Per capirci, è una cifra sei volte superiore all’otto per mille
della Chiesa italiana, sebbene la Chiesa tedesca sia composta
solo da 24,3 milioni di cattolici (meno della metà rispetto
all’Italia).
Anche il meccanismo è diverso. In Germania – con buona
pace della separazione fra Chiesa e Stato tanto decantata
dai progressisti – è una vera e propria tassa che viene imposta
a chi all’anagrafe risulta cattolico (come accade anche
ai protestanti a vantaggio della Chiesa evangelica).
Giustizia e rispetto della libertà vorrebbero che si trattasse
di una tassa a cui liberamente ci si sottopone, invece
è diventata praticamente una sorta di «supersacramento»,
superiore al battesimo, perché la tassa e l’appartenenza alla
Chiesa coincidono e ci si può sottrarre alla tassa solo se si
esce dalla Chiesa con la gravissima conseguenza di essere
considerati apostati ed essere esclusi dai sacramenti (compreso
il funerale in chiesa).
«Un decreto della Conferenza episcopale tedesca ha stabilito
che il rifiuto del contributo implica il venir meno, per
il fedele, dell’appartenenza alla Chiesa.»
Questa posizione inaudita è contestata dalla Santa
Sede (almeno nell’epoca Ratzinger) ed è particolarmente
sconcertante perché «allo stesso tempo la maggioranza
dell’episcopato tedesco spinge per una Chiesa “misericordiosa”
e “vicina al mondo”, con la richiesta di comunione
ai divorziati risposati, superamento del celibato
sacerdotale, allentamento dei “vincoli” in materia di etica
sessuale ecc.».
Il filosofo Robert Spaemann, amico di Joseph Ratzinger,
ha osservato che in Germania «uomini che negano la resurrezione
di Cristo rimangono professori di teologia cattolica
e possono predicare in quanto cattolici durante le Messe.
Fedeli invece che non vogliono pagare la tassa per il culto
vengono cacciati dalla Chiesa. C’è qualcosa che non va».