“Io sono il più forte che tu hai conosciuto, sono il più forte di tutti. Anche se mi batti resto il più forte”. Con tale sicumera Eddie Felson (interpretato da Paul Newman) si rivolge a Minnesota Fats nel film “Lo spaccone”.
E questo – in sintesi – è il messaggio lanciato ieri da Matteo Renzi alla Conferenza del Pd a Portici. Solo che è rimasto quasi l’unico a pensarlo, specialmente dopo la batosta nel referendum del 4 dicembre, che gli è costata la guida del governo, dopo la bocciatura dell’Italicum da parte della Corte Costituzionale, dopo la sconfitta delle amministrative, dopo l’umiliazione del Pd (marginalizzato) nel referendum Lombardo-Veneto e dopo la sberla inflittagli dal governo Gentiloni sulla nomina di Visco a Bankitalia.
L’umore degli italiani gli è alquanto ostile a giudicare dai sondaggi che danno il Pd in picchiata e se alle prossime regionali siciliane il Pd affonderà – come pare probabile – per Renzi si mette malissimo. Si dice che già sia pronta la fronda.
Molti infatti nel suo partito pensano che la sua defenestrazione sarebbe l’unica strada per ricomporre una coalizione di centrosinistra da portare alle elezioni, perché oggi l’ostacolo, l’unico ostacolo, è proprio lui. Continua







