Dieci anni fa l’Osservatore romano ha scritto che Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini “rimane un capolavoro, e probabilmente il miglior film su Gesù mai girato”. Martin Scorsese ha detto la stessa cosa.

Non so se è proprio così. Ma quell’opera pluripremiata, datata 1964 (quest’anno ha 60 anni), rappresenta anzitutto un dramma irrisolto, per il suo autore e per il mondo culturale italiano (laico-marxista ieri e oggi genericamente progressista) che non ha mai fatto veramente i conti con il cristianesimo. Continua

Ave Maria. È la preghiera più popolare, insieme al Padre Nostro. È recitata ogni giorno da milioni di cristiani ai quattro angoli della terra ed è, specialmente nella forma del Rosario, la preghiera che papa Francesco ha più raccomandato in questi anni: in particolare per chiedere la pace durante la guerra in Siria, poi per la cessazione della pandemia, infine in questi giorni – specialmente con la Consacrazione di Russia e Ucraina, il 25 marzo scorso – per implorare la fine della guerra fra questi due paesi.

Il nome di questa preghiera, com’è noto, riprende le prime parole che l’angelo disse alla Vergine di Nazareth il giorno dell’Annunciazione.

Il Papa, in un piccolo libro intitolato proprio “Ave Maria” (Rizzoli), si sofferma a meditarle: “Il saluto a una donna. Dio saluta una donna, la saluta con una verità grande: ‘Io ti ho fatto piena del mio amore, piena di me, e così come sarai piena di me sarai piena del mio Figlio e poi di tutti i figli della Chiesa’. Ma la grazia non finisce lì: la bellezza della Madonna è una bellezza che dà frutto, una bellezza madre”. Continua

ANATEMA SU DANTE

Maurizio Bettini su Repubblica (17/4) ha descritto, senza particolare allarme, l’attacco alla cultura classica, greca e romana, nel mondo accademico statunitense. Alberto Asor Rosa (Repubblica 6/5) critica la “cancel culture”, ma sostiene che la “cultura dell’eliminazione” è nel nostro Dna.

Per esempio? Asor Rosa poteva citare un mostruoso esempio comunista (sia pure asiatico): la “Rivoluzione culturale” di Mao che entusiasmò tanti nostri intellettuali e che (con il solito terrore sanguinario) ebbe proprio l’obiettivo ideologico di fare tabula rasa del passato.

Come riferiva Alberto Pasolini Zanelli nel pamphlet “Il genocidio dimenticato (La Cina da Mao e Deng)”, non solo si ordinò di far “scomparire la vecchia arte” e furono devastati teatri e musei, non solo si fecero “bruciare i libri in contrasto con il pensiero di Mao Zedong”, non solo le guardie rosse si scatenarono contro la cultura borghese arrivando a distruggere pianoforti e violini perché “Beethoven e Mozart erano nemici del popolo, ‘ideologi borghesi’” e furono perfino “messe al bando le lingue straniere”, ma fu proclamata pure la “guerra al confucianesimo” (oggi, del resto, perseguitano Uiguri islamici, buddisti tibetani e cristiani). Continua

La vicenda del coronavirus ci dà diverse lezioni. La prima dovrebbe impararla il regime comunista cinese. Ad impartirla è stato – secoli fa – il grande Blaise Pascal in un suo pensiero sull’estrema fragilità del potere umano che pur si considera onnipotente.

Scriveva Pascal: “Cromwell stava per devastare tutta la cristianità: la famiglia reale sarebbe stata perduta, mentre la famiglia di lui sarebbe stata per sempre potente, se un granellino di sabbia non gli si fosse ficcato nell’uretere. Roma stessa stava per tremare di fronte a lui; ma appena quella pietruzza si è andata a conficcare là, egli è morto, la sua famiglia è decaduta, tutto è tornato in pace e il re è stato rimesso sul trono”.

La riflessione pascaliana sottolinea le minuscole dimensioni di quel granellino di sabbia, capace però di abbattere i sogni di gloria di un despota che si riteneva avesse il mondo ai suoi piedi. Una considerazione analoga si può applicare alla Cina comunista, un totalitarismo che si è imposto e consolidato, nei decenni, facendo milioni di vittime. Continua

Ci sono voluti due terremoti per far scoprire all’Italia la sua “civiltà appenninica”, cioè l’Italia dei borghi arrampicati sulle colline e sulla dorsale montuosa della penisola.

Ma questa “Italia appenninica” è molto più dei paeselli pittoreschi costruiti in pietra e della buona cucina casereccia poi importata nei ristoranti metropolitani. Molto più dell’amatriciana.

Il terremoto che insiste su quei monti che vanno da Norcia ad Assisi, da Greccio a Gubbio e a Cascia, colpisce il cuore dell’Italia mistica.

Da qui ha cominciato a sorgere l’Europa cristiana: dalle montagne di Norcia dove è nato san Benedetto (e con lui il monachesimo occidentale) e dai colli di Assisi dove è nato ed è vissuto san Francesco (e dove Giotto – pittore appenninico per eccellenza – ha realizzato la svolta decisiva dell’arte figurativa italiana). Continua

12 APRILE

SAN PAOLO : ANCHE SE FOSSE UN PAPA A PREDICARVI UN VANGELO DIVERSO, SIA ANATEMA!

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ECCO COME L’APOSTOLO AMMONISCE I TRADITORI CHE IN UN ATTIMO HANNO VOLTATO LE SPALLE ALLA VERITA’ DI CRISTO SEGUENDO UN FALSO VANGELO…
“Io mi meraviglio che così presto voi siate passati da colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo. Ché poi non c’è un altro vangelo; ma ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire l’Evangelo di Cristo. Ma quand’anche noi stessi, quand’anche un angelo dal cielo vi annunziasse un vangelo diverso da quello che v’abbiamo annunziato, sia egli anatema. Come l’abbiamo detto prima d’ora, torno a ripeterlo anche adesso: se alcuno vi annunzia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema. Vado io forse cercando di ottenere il favore degli uomini o piuttosto quello di Dio? O cerco io di piacere agli uomini? Se cercassi ancora di piacere agli uomini, non sarei servitore di Cristo”.
San Paolo (Galati 1: 6-10)

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13 APRILE

IL “FARISEO” BERGOGLIO

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Anche oggi, all’udienza del mercoledi, Bergoglio attacca coloro che non sono d’accordo col suo “nuovo vangelo”, che ha appena espresso nella sua Esortazione, dove ribalta il magistero di sempre della Chiesa.
Il “misericordioso” vescovo di Roma si scaglia violentemente contro quanti difendono la dottrina cattolica e li chiama sprezzantemente “farisei” (dimenticando, fra l’altro, le proteste del rabbino capo di Roma per l’abuso di questo termine).
Bergoglio dunque bombarda pesantemente quelli che restano fedeli alla dottrina cattolica, citando gli scontri dei farisei con Gesù, e quindi identificando se stesso con Gesù.
Solo che, nella sua continua manipolazione dei testi evangelici, dimentica (o finge di dimenticare) che sull’indissolubIlità del matrimonio (che è il vero oggetto dell’Esortazione perché legittima il secondo matrimonio, le convivenze ec) i cosiddetti “misericordiosi” (cioè i bergogliani del tempo) erano proprio i farisei, mentre Gesù era il “rigorista” che condanna il ripudio e il secondo matrimonio (Mt 19, 3-12) e chiama all’amore per sempre, elevando a sacramento il matrimonio (VEDI QUI).
Quindi, tuonando contro i cosiddetti “rigoristi”, in realtà Bergoglio tuona contro Gesù stesso (VEDI QUI). Lo fa in nome della misericordia, ma Gesù è proprio la Misericordia fatta carne. Ed è Lui la vera misericordia che salva, perché è anche la Verità fatta carne.
Noi non siamo stati redenti da Bergoglio (e dalle sue dottrine solo apparentemente misericordiose), ma da Gesù Cristo, vero Figlio di Dio, morto e risorto per noi.

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Un vaticanista ultrabergogliano oggi pubblica un articolo con questo titolo: “Papa Francesco chiude i conti con il Concilio Trento”.
E’ vero. E’ esattamente quello che è accaduto con la “AMORIS FURBIZIA”, ma c’è poco da gioirne. Perché nessun papa ha il potere di rinnegare la legge di Dio e il magistero costante della Chiesa.
Peraltro Bergoglio, con il suo documento, chiude anche i conti con il Vangelo. Perché la Parola di Gesù sull’indissolubilità del matrimonio è chiarissima (“non osi l’uomo separare ciò che Dio congiunge” Mt 19,6) e sempre la Sacra Scrittura comanda: “chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore” (1Cor 11,27).
E – come dice Gesù nel Vangelo di Giovanni – “la Scrittura non può essere annullata”.
Bergoglio si è messo sotto i piedi la Parola di Dio e la Legge di Dio e stamani da Santa Marta tuona contro “i dottori della lettera”, cioè contro coloro che gli ricordano la Parola di Dio e la Legge di Dio.
Egli li paragona a quelli che hanno condannato santo Stefano.
Ma santo Stefano, al contrario, è stato martirizzato proprio perché difendeva la verità, la dottrina cristiana! Era lui il vero dottore della lettera, così come san Francesco d’Assisi predicava il Vangelo “sine glossa”, cioè il Vangelo alla lettera, ricordando a tutti: “guai a quelli che morranno nelli peccata mortali”. Continua

La situazione della Chiesa è drammatica, con un’Europa che abbandona in massa la fede e l’altra metà del pianeta che perseguita i cristiani o li massacra. Davanti a tutto questo papa Bergoglio che fa? Un’enciclica sulla presenza dei cristiani nel mondo, sulla loro dura condizione e sulla libertà di coscienza? No. Un’enciclica ecologica sulla spazzatura differenziata e la pulizia dei fiumi.

Sembra di stare nell’esilarante scena di Johnny Stecchino, dove l’autista palermitano spiega a Benigni qual è la vera, grande, tragica piaga di Palermo: “il traffico!”. Continua

La visita del Papa ad Assisi riporta agli onori della cronaca il più famoso dei santi, quello di cui Bergoglio ha preso il nome. Francesco d’Assisi però è anche il più incompreso dei santi, perché fu l’opposto esatto del santino che ne fanno oggi i media, rappresentandolo come uno svagato ecologista, ecumenista e buonista umanitario. Continua