Si è discusso molto dell’articolo natalizio di Michela Murgia uscito sulla “Stampa” con il titolo: “I cattolici amano un dio bambino perché rifiutano la complessità”.

Forse al giornale di Massimo Giannini non sanno che un tempo erano i regimi comunisti a scrivere “dio” con la minuscola. C’è un celebre pensiero di Aleksandr Solzenicyn in proposito: “Si può rimpiangere un Regime che scriveva ‘dio’ con la minuscola e ‘Kgb’ maiuscolo?”. Continua

Anche agli intellettuali viene voglia di buttarsi nella mischia elettorale. Diceva Oscar Wilde: “a tutto posso resistere fuorché alle tentazioni”. E così esternano a più non posso.

IL VOTO DI VITO

Per esempio, Vito Mancuso, “filosofo e teologo” di Repubblica/Stampa, il 25 agosto si è lanciato in una curiosa riflessione con un tweet che partiva da questa lucida premessa: Io non mi intendo di politica e posso sbagliare”.

Poteva essere soddisfatto di aver centrato due verità nella prima riga (non gli capita spesso). Fermandosi lì avrebbe fatto un figurone: si poteva pensare a una manifestazione di umiltà. Invece ha voluto proseguire per convincerci (non ce n’era bisogno) che quanto affermato nella premessa è proprio vero. Ecco dunque il suo pensiero: Continua

A tre anni dall’elezione di papa Bergoglio, sia i suoi sfegatati sostenitori, sia i suoi critici, sono d’accordo su un punto: egli rappresenta una rottura nella millenaria storia della Chiesa. Su questo c’è unanimità.

Molti però ignorano che la Chiesa – per la sua divina costituzione – non può avere rotture nella sua tradizione magisteriale. Deve restare sempre fedele al “depositum fidei” ricevuto da Gesù Cristo e contenuto nella Sacra Scrittura: il Papa è servo della verità rivelata, non padrone. Non può mutarla o disporne a suo arbitrio, altrimenti decade dal papato. O sarebbe l’apostasia e la fine stessa della Chiesa Cattolica.

E’ proprio in mezzo a questo vertiginoso guado – fra una rottura radicale, che pare continuamente vagheggiata, e la paura di compiere lo strappo ufficiale – che sembra trovarsi oggi il pontificato di Bergoglio. Continua

Chissà se Corrado Augias e Vito Mancuso, che su “Repubblica” denunciano l’ “operazione anestesia” della Chiesa sul cardinal Martini (specie sul “modo in cui Martini ha chiesto di morire”, dice Augias), saranno sobbalzati ieri, al titolo di “Avvenire” che recitava “Accudimento non ‘accanimento’”. Continua