La segreteria Schlein provoca molti mal di pancia nel Pd. Non solo per il “caso De Luca”. Soprattutto i cattolici e i moderati sono in crisi. Dopo l’uscita dal partito di personalità come Beppe Fioroni, Andrea Marcucci, Enrico Borghi, Caterina Chinnici e Carlo Cottarelli, pure la corrente “Base riformista” manifesta il suo malumore per lo spostamento a sinistra (“ci ritroviamo il Papa alleato della Meloni”).

In effetti venerdì è scoppiato un caso politico. Ed è finito un malinteso. Nel 2018 perfino Massimo D’Alema dichiarava: “In questo momento il principale leader della sinistra è il Papa”. Oggi la Sinistra è ko. Continua

“Un cristiano su sette subisce oggi persecuzioni”, ha dichiarato il nunzio apostolico monsignor Fortunatus Nwachukwu, osservatore permanente della Santa Sede presso l’Onu, alla 52ª Sessione del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite.

L’arcivescovo ha ricordato le parole del Papa: “La pace richiede anche il riconoscimento universale della libertà religiosa. È preoccupante che le persone vengano perseguitate solo perché professano pubblicamente la loro fede. In molti Paesi la libertà religiosa è limitata. Circa un terzo della popolazione mondiale vive in queste condizioni”. Continua

La guerra in Ucraina ha irreversibilmente cambiato la situazione geopolitica del mondo e ha avuto un effetto dirompente anche sulla Chiesa. Nel decimo anniversario dell’elezione di Papa Francesco, dopo un anno di conflitto, dobbiamo constatare l’impressionante solitudine del Pontefice. Continua

Si ritiene che in Italia ci siano circa 95 mila chiese, di cui almeno 85 mila sarebbero beni culturali. Non sono soltanto luoghi di culto, ma anche scrigni di bellezza, di spiritualità e di memoria, che raccontano secoli di vita delle comunità delle nostre città e dei nostri paesi. Sono di proprietà della Chiesa, ma anche dello Stato, degli enti locali e di privati cittadini. Continua

Altre notizie sul libro si possono trovare nel sito delle Edizioni Cantagalli con un’anticipazione del volume ( QUI )

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Oggi il dibattito sul cristianesimo è focalizzato su temi e problemi che sono secondari rispetto al cuore della fede, secondo il cardinale Robert Sarah che rappresenta una parte importante della Chiesa.

Con il libro “Catechismo della vita spirituale” (pp. 336, euro 25, Edizioni Cantagalli) egli afferma con forza che c’è un fondamento da cui i cristiani devono ripartire: l’unico essenziale. Lo vedremo. Continua

È un santo. È un uomo di alta vita spirituale. Lo visito spesso e vengo edificato dal suo sguardo trasparente. Vive in contemplazione… Ammiro la sua lucidità. È un grande uomo”.

Così due settimane fa, prima del peggioramento della salute del papa emerito, Francesco, in una intervista, parlava del predecessore. In effetti il temperamento mite e la bontà di Joseph Ratzinger facevano pensare a quell’“infanzia evangelica” che caratterizza tanti santi. Come pure l’umiltà che lo ha indotto addirittura alla rinuncia del 2013. Continua

“La democrazia” scriveva Arnold Toynbee “è una pagina strappata dal Vangelo”. Infatti lì sono state proclamate la libertà personale e la sacralità (non del Potere, ma) di ogni essere umano. Il limite invalicabile all’arbitrio del Potere.

Oggi l’importanza del cristianesimo nella formazione della civiltà occidentale è contestata. Anzi, è un’eredità rifiutata. Così i cristiani spesso reagiscono più con battaglie di civiltà (pur comprensibili e giuste), a difesa di un’eredità, che concentrandosi sull’essenziale. Ma cos’è l’essenziale? Continua

Che la Chiesa si trovi in una tempesta terribile è evidente a tutti. L’uragano ha investito in modo particolare il sacerdozio che è un pilastro fondamentale della Chiesa. In questo bel libro “Per l’eternità. Meditazioni sulla figura dei sacerdoti (Cantagalli) il card. Robert Sarah descrive con doloroso realismo il dramma in corso, ma indica anche la speranza. Molti fanno diagnosi catastrofiche, ma pochi sanno mostrare qual è la fonte della rinascita. Il card. Sarah lo fa attraverso i santi.

C’è una pagina bellissima che egli cita. E’ tratta del “Dialogo della Divina Provvidenza” di santa Caterina da Siena, dove Dio – parlando della terribile situazione degli Chiesa di quegli anni – dice a Caterina queste parole confortanti:

«Ti dico ancora che quanto più abbonda ora la tribolazione nel corpo mistico della santa Chiesa, tanto più ella abbonderà poi in dolcezza e in consolazione. La sua dolcezza sarà la riforma con santi e buoni pastori, i quali sono fiori di gloria, perché rendono gloria e lode al mio nome, spargendo odore di virtù, fondate in verità. Questa è la riforma dei fiori odoriferi dei miei ministri e pastori. Non è che abbia bisogno di essere riformato il frutto di questa Sposa, che non diminuisce, né si guasta mai per i difetti dei suoi ministri. Dunque rallegratevi, tu, il padre dell’anima tua e gli altri miei servi, nella presente amarezza, poiché Io, Verità eterna, ho promesso di darvi refrigerio, e dopo l’amarezza vi darò consolazione (mediante il molto soffrire) nella riforma della santa Chiesa».

Potete trovare nel sito di Cantagalli ( QUI ) un estratto più ampio di questo capitolo e gli altri dettagli informativi sul libro del card. Sarah. Credo che – visti i tempi – ci sia bisogno di tornare ad abbeverarsi alle fonti della speranza.

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Caro Antonio Socci,

ho letto  il suo articolo ( QUI ) sul tema della pace e il richiamo che fa al messaggio di Papa Francesco, purtroppo ad oggi ancora inascoltato da chi ha o potrebbe avere in mano le sorti della pace in Ucraina. Non mi trova d’accordo però quando cita un mondo associativo cattolico che, a sua detta, sarebbe stato in questi mesi silente e sembrerebbe svegliarsi solo ora, in particolare con la grande manifestazione di pace in programma per sabato prossimo, 5 novembre, a Roma.

Le Acli hanno fatto sentire la propria voce fin da subito, con una netta condanna dell’aggressione da parte della Russia e con una richiesta, anche al precedente Governo, di avviare subito una via diplomatica per raggiungere la pace.

A partire dal 5 marzo 2022, con la prima grande manifestazione per chiedere lo stop alla guerra, all’interno della Rete pace e Disarmo che riunisce il mondo associativo di stampo cattolico e non, siamo sempre stati in prima linea per chiedere con forza la pace e l’avvio di tutti i canali diplomatici possibili, quando invece l’unica soluzione paventata, anche sui media, sembrava solo quella di inviare armi.

Per manifestare la nostra vicinanza al popolo ucraino e, allo stesso tempo, cercare di aiutare concretamente una popolazione che ha subìto un attacco ingiusto e ingiustificato,  dopo un viaggio a Leopoli, abbiamo inviato prima 25.000 farmaci salvavita ad un ospedale  e, proprio qualche settimana fa, tre ambulanze, di cui una già equipaggiata per le urgenze pediatriche.

Nel frattempo non si sono mai fermate le manifestazioni che in estate e anche nel mese di ottobre, sono state soprattutto a carattere locale, con i circoli e le sedi provinciali Acli impegnate su tutto il territorio nazionale.

La manifestazione del 5 novembre  non è contro o a favore del Governo o in appoggio o meno a qualche partito, ma è una manifestazione di tutte le donne e gli uomini di buona volontà che vogliono dire stop alla guerra e l’unico rumore che vogliono far sentire è il grido della pace

Emiliano Manfredonia

(Presidente nazionale Acli)

 

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Caro Manfredonia,

io non mi riferivo alle (sacrosante) iniziative di solidarietà con il popolo ucraino, in cui le Acli si sono lodevolmente distinte. Né parlavo dell’ovvia condanna dell’invasione russa.

Lei sa che su questo concordano tutti. C’è anche l’entusiastico plauso di coloro che (a cominciare da Stoltenberg) hanno puntato su armi e sanzioni, alimentando con le loro dichiarazioni incendiarie la logica bellicista. Non mi riferivo neanche a qualche manifestazione locale “per la pace” che le Acli hanno organizzato.

Nel mio articolo invece mi domandavo se i cattolici “hanno mai manifestato contro il governo Draghi sulla guerra”.

Il punto è questo perché obiettivamente – incurante della richiesta delle Acli – Draghi non ha lavorato per la trattativa, ma, anzi, è stato determinante nel portare la UE sulla linea più oltranzista della Nato, di fatto alimentando il conflitto e la logica della guerra. Continua