“Non si capisce dove stiamo andando”, ha dichiarato ieri Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, dopo l’ennesimo Dpcm di Conte. È l’impressione generale. E i costi di questa deriva sono altissimi. Le sole cose certe, concrete e utili che si dovrebbero fare, non si fanno. Sono in particolare due.

Primo: curare subito a casa (invece di abbandonarli alla sorte) coloro che hanno primi sintomi non gravi di Covid con i farmaci efficaci (che ci sono) sulla base di un protocollo nazionale: queste cure precoci – dicono gli specialisti – scongiurerebbero aggravamenti, ricoveri, collasso di ospedali e pure morti.

Secondo: predisporre un numero di letti adeguato nelle terapie intensive e nuove strutture con nuovo personale (cosa che non è stata fatta in cinque mesi: se ne parla ora). Continua

La Sinistra politica e mediatica si contraddice di continuo. Attaccarono il premier ungherese Orban perché il 30 marzo dichiarò lo stato d’emergenza nel suo Paese (lo fece seguendo le norme di legge), ma il governo giallorosso ha egualmente dichiarato lo stato d’emergenza (anche se “la nostra Costituzione non contempla un diritto speciale per lo stato di emergenza”, come ha ricordato la presidente Cartabia) e ha fatto una gestione della crisi molto criticata dagli stessi costituzionalisti.

Poi, a differenza dell’Ungheria dove in giugno, finita la fase critica, il Parlamento ha revocato i superpoteri del premier, il governo Conte ha addirittura deciso di protrarre lo stato d’emergenza da adesso fino ad ottobre, senza che esista più l’emergenza. Caso unico in Europa. Continua

Ma cosa ci sta accadendo? Siamo così frastornati e anestetizzati che ormai conviviamo con una strage quotidiana che va da 500 a mille persone?

Stiamo assistendo a un massacro che in un mese ha eliminato 11 mila italiani, quasi quattro volte il numero delle vittime degli attentati dell’11 settembre 2001 e nessuno s’interroga, nessuno dichiara di aver fallito, né c’è una sola alta autorità che si sia dimessa.

Eppure è una tragedia mai vista nella storia d’Italia in tempi di pace. Perché proprio noi? Neanche i media si interrogano su quali sbagli sono stati fatti, anzi ripetono, come nei regimi, che non è il momento delle polemiche.

Eppure di errori ce ne sono stati molti. Perché è del tutto anomalo che l’Italia – che è un piccolo paese agli antipodi della Cina – di colpo sia diventata il centro dell’epidemia mondiale col record di morti che ha superato perfino quelli ufficiali dichiarati da Pechino. Continua

Pare che sia stato qualche (improbabile) consulente d’immagine a suggerire a Conte di affrontare l’emergenza coronavirus scimmiottando Winston Churchill e citando le parole che lo statista britannico pronunciò nell’“ora più buia” del secondo conflitto mondiale.

Purtroppo paragonare Conte a Churchill è come paragonare Beppe Grillo a De Gasperi o l’inglese di Luigi Di Maio a quello della Regina Elisabetta. Ma in guerra effettivamente ci siamo e l’ora è davvero buia. Perciò chi – come il presidente Mattarella – è cosciente della gravità del momento e manifesta la sua preoccupazione per le sorti dell’Italia, in questa terribile pandemia, potrebbe riflettere proficuamente proprio su quel momento storico.

Potrebbe favorire il formarsi di un governo di unità nazionale – come quello realizzato da Churchill – e non limitarsi più a generici inviti alla collaborazione fatti all’opposizione, mentre questa coalizione di governo(minoranza nel Paese) fa e disfa come vuole e copre d’insulti i leader del centrodestra (che è maggioranza nel Paese). Continua

Ma esiste ancora un centrodestra unito? A parte le elezioni, nelle quali i tre partiti si presentano insieme, normalmente non c’è traccia di prese di posizione comuni o di “vertici” che diano la percezione dell’unità di intenti. Ognuno va avanti per suo conto. In ordine sparso e spesso conflittuale.

Del resto le stesse elezioni regionali, a causa delle candidature, sono ormai al centro di polemiche fra i tre partiti e fanno presagire spaccature. Per non dire degli incredibili smottamenti dentro Forza Italia dovuti ai cosiddetti “responsabili” che – a sentire le cronache – pare siano pronti ad arruolarsi per puntellare l’attuale governo devastante e fallimentare.

Questo eventuale, ennesimo affronto agli elettori farebbe tristemente riflettere su come vengono scelte le candidature. A questo proposito più che ridurre il numero dei parlamentari – secondo la balorda idea grillina – bisognerebbe alzare la qualità dei parlamentari stessi (da questo punto di vista tutti stanno messi male e il M5S peggio). Continua

La Cina è (pericolosamente) vicina. Non solo per il terribile coronavirus che sta allarmando tutto il mondo. Ma per quello che rappresenta, come minaccia planetaria, dal punto di vista economico e politico.

Infatti è stata proprio la Cina l’argomento (prevalente) dei colloqui che il vicepresidente americano Mike Pence ha avuto, in queste ore, a Roma, con papa Bergoglio, col presidente del Consiglio Conte e col Capo dello Stato Mattarella.

Colloqui che seguono quelli che, nell’ottobre scorso, ha avuto a Roma il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo. Cosa significano queste due visite ad altissimo livello così ravvicinate nel tempo? Continua

Caro Direttore (di “Libero”),

i giornali, nella quasi totalità, sono schierati contro il nascente governo e sparano a palle incatenate, da settimane, ancor prima della sua formazione. Dov’è finita l’obiettività? E’ il pregiudizio universale. Non si era mai visto nulla del genere in tutta la storia italiana (la stessa cosa è accaduta negli Stati Uniti contro Trump).

Appare chiaro che i giornali rappresentano le élite, un certo establishment (nazionale e internazionale) che non vuole saperne di piegarsi alla logica della democrazia e della sovranità popolare. Lorsignori vogliono continuare a comandare in barba agli interessi generali del Paese.

E’ normale? A me non sembra. La maggioranza degli italiani si riconosce nel nuovo esecutivo e se tutta la stampa è contro significa che c’è un grave scollamento fra giornali e paese reale. Continua