Pare che sia stato qualche (improbabile) consulente d’immagine a suggerire a Conte di affrontare l’emergenza coronavirus scimmiottando Winston Churchill e citando le parole che lo statista britannico pronunciò nell’“ora più buia” del secondo conflitto mondiale.

Purtroppo paragonare Conte a Churchill è come paragonare Beppe Grillo a De Gasperi o l’inglese di Luigi Di Maio a quello della Regina Elisabetta. Ma in guerra effettivamente ci siamo e l’ora è davvero buia. Perciò chi – come il presidente Mattarella – è cosciente della gravità del momento e manifesta la sua preoccupazione per le sorti dell’Italia, in questa terribile pandemia, potrebbe riflettere proficuamente proprio su quel momento storico.

Potrebbe favorire il formarsi di un governo di unità nazionale – come quello realizzato da Churchill – e non limitarsi più a generici inviti alla collaborazione fatti all’opposizione, mentre questa coalizione di governo(minoranza nel Paese) fa e disfa come vuole e copre d’insulti i leader del centrodestra (che è maggioranza nel Paese).

Peraltro quanto beffardamente il governo abbia risposto all’appello all’unità fatto da Mattarella lo si evince dalla sgradevole esibizione del ministro Boccia con la famosa “mascherina di carta igienica” rifiutata con sdegno dai medici lombardi (pare lo abbia fatto per polemica con gli amministratori regionali).

Pure Renzi ha reagito contro queste ironie e Carlo Calenda ha twittato: Non esiste sulla faccia della terra che un Ministro si metta a fare pagliacciate durante una pandemia nella sede della Protezione civile.

Purtroppo il governo è veramente allo sbando e il Paese è precipitato nel dramma: ogni giorno è un record di morti (ieri 793!). Si resta sconcertati a risentire ciò che Conte dichiarava il 27 gennaioscorso: “Siamo prontissimi. L’Italia è il paese che ha adottato misure cautelative all’avanguardia rispetto agli altri, ancora più incisive”.

Ebbene oggi siamo il Paese più contagiato del mondo (più di 40 mila casi) e deteniamo il record planetario dei morti (quasi 5 mila), avendo superato perfino la Cina. All’avanguardia in effetti ci siamo, ma per numero di vittime.

Quando, da fine gennaio, dovevano preparare le trincee per affrontare l’arrivo della pandemia, lorsignori sostenevano che il pericolo era il razzismo e condannavano con sdegno l’“allarmismo” di Salvini.

Lanciavano le campagne “abbraccia un cinese” contro il “terrorismo psicologico” e realizzavano spot di informazione sanitaria in cui si spiegava che “non è affatto facile il contagio”. Infatti adesso siamo in stato d’assedio e tutta l’Italia è paralizzata e reclusa e guai a mettere il naso fuori di casa perché quasi ti arrestano come untore.

In due mesi avevano avuto tutto il tempo per predisporre in anticipo (almeno) le protezioni sanitarie per il personale medico e per tutta la popolazione: invece siamo ancora senza mascherine, introvabili in tutta Italia. Mancano negli stessi ospedali! Sarebbero state protezioni preziose, ma non sono stati capaci di provvedere. E – come arma di distrazione di massa – parte la demonizzazione dell’incolpevole podista.

Senza riunire il Parlamento, il governo fa decreti a raffica, uno più confuso dell’altro, provocando caos e fughe di massa, e nell’ultimo (inutile) non c’è nient’altro che questo: si devono fare corse più brevi. Come se fosse la lunghezza della corsa del runner a mettere a rischio l’Italia.

Così si crea un clima avvelenato contro chi, per qualche motivo, è in strada (sebbene da solo e a distanza). Si rischia di creare ingiustamente dei capri espiatori (ricordate le accuse all’ospedale di Codogno?) e magari i cittadini se la prendono col vicino che va troppe volte a fare la spesa anziché con questo governo incapace per i suoi disastrosi fallimenti.

Anche in Gran Bretagna, prima che Churchill, il 10 maggio 1940, prendesse le redini dell’esecutivo, il governo era un disastro e la guerra minacciava la stessa sopravvivenza del Regno unito.

Il conservatore Churchill fece dunque un governo di unità nazionale, con tutti dentro, anche i laburisti di Clement Attlee. Così il Paese unito affrontò la più terribile tempesta della sua storia e alla fine vinse. 

La situazione dell’Italia oggi è altrettanto drammatica ed è il “modello Churchill” l’unico modo serio con cui si può (e si deve) chiedere la collaborazione dell’opposizione, per unire il Paese.

Ci sono diverse possibilità, dalla grande coalizione al  governo tecnico con l’appoggio di tutti, fino all’ipotesi minimale (avanzata da un costituzionalista) dell’inserimento nel governo, come vicepremier, del leader dell’opposizione.

L’attuale esecutivo che, ripetiamolo, è minoranza nel Paese e che ha dimostrato di non essere all’altezza del momento storico, ha dato prova di non avere nessuna volontà di dialogo e collaborazione con l’opposizione. Probabilmente anche per personalismi e protagonismi (e per il solito odio contro Salvini).

Ne deriva che per avere un Paese unito e per contrastare davvero l’epidemia, l’unica via d’uscita è un governo di unità nazionale (come fece Churchill). Infatti, in caso contrario, il Quirinale non può chiedere all’opposizione di imbavagliarsi, diventando complice dei disastri di questo dilettantesco esecutivo.

Sarebbe un suicidio non solo del centrodestra, ma anche e soprattutto il suicidio del Paese. Dunque si impari dai britannici.

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Antonio Socci

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Da “Libero”, 22 marzo 2020

(Nella foto Winston Churchill con Clement Attlee nel 1941)

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