Ma cosa ci sta accadendo? Siamo così frastornati e anestetizzati che ormai conviviamo con una strage quotidiana che va da 500 a mille persone?

Stiamo assistendo a un massacro che in un mese ha eliminato 11 mila italiani, quasi quattro volte il numero delle vittime degli attentati dell’11 settembre 2001 e nessuno s’interroga, nessuno dichiara di aver fallito, né c’è una sola alta autorità che si sia dimessa.

Eppure è una tragedia mai vista nella storia d’Italia in tempi di pace. Perché proprio noi? Neanche i media si interrogano su quali sbagli sono stati fatti, anzi ripetono, come nei regimi, che non è il momento delle polemiche.

Eppure di errori ce ne sono stati molti. Perché è del tutto anomalo che l’Italia – che è un piccolo paese agli antipodi della Cina – di colpo sia diventata il centro dell’epidemia mondiale col record di morti che ha superato perfino quelli ufficiali dichiarati da Pechino.

Se consideriamo alcuni paesi vicinissimi all’epicentro della pandemia, la Cina, si scopre infatti che non solo non hanno avuto la strage che abbiamo avuto noi (e che è tuttora in corso), ma perfino il numero dei contagi da loro è stato molto inferiore e la micidiale curva dell’epidemia per quei paesi non è affatto in salita come quella italiana.

C’è un grafico, pubblicato ieri anche dal “Corriere della sera”, che mostra proprio questa curva, con l’Italia in vetta (va verso i 100 mila casi ed è ancora in salita). Invece laggiù in basso si trovano le curve di Corea del Sud, Giappone e Hong Kong, che sono tutti vicinissimi alla Cina e di certo hanno scambi con quel paese non inferiori ai nostri. Vediamoli uno per uno. Hong Kong, con 7 milioni e mezzo di abitanti, ha circa 500 casi. Come se noi, in proporzione, ne avessimo solo 5 mila. E va sottolineato che Hong Kong non è solo attaccata alla Cina, ma è parte della Cina. Com’è possibile?

Consideriamo la Corea del Sud che ha circa 52 milioni di abitanti (quasi quanto l’Italia) ed è proprio a ridosso della Cina: non arriva neanche a 10 mila contagi (un decimo dell’Italia) e – quel che più conta – da settimane la curva dell’epidemia in quel paese è quasi piatta, mentre la nostra continua a salire drammaticamente.

Ancora più significativo è il caso del Giappone che sta proprio di fronte alla Cina. Con 127 milioni di abitanti (il doppio dell’Italia) il paese del Sol levante non arriva neanche a 2 mila contagiati. Non solo. In 35 giorni l’Italia da 100 contagi è schizzata quasi a 100 mila; mentre il Giappone negli stessi 35 giorni da 100 contagi è arrivata sotto 2 mila.  Anche la percentuale dei morti, in tutti questi paesi, è molto inferiore a quella dell’Italia.

Clamoroso è poi il caso di Israele che non è un paese prossimo alla Cina, ma è molto interessante per la sua originale strategia di guerra alla pandemia. Questo Paese, con 9 milioni di abitanti, ha circa 3900 casi e soltanto 12 morti per coronavirus. In proporzione è come se noi avessimo avuto solo 80 vittime, anziché 11 mila. Anche i ricoverati in Israele sono circa 90, mentre da noi sono 30 mila (in proporzione dovremmo averne solo 500 e nessun problemi di letti in terapia intensiva). Come è stato possibile?

Il governo israeliano anzitutto ha chiuso i confini prima che l’epidemia arrivasse da loro. Poi – oltre ad avvalersi delle tecnologie come l’Italia non ha saputo fare – ha studiato le statistiche cinesi e ha deciso di mettere in quarantena la parte più debole della popolazione (quella più vulnerabile al virus), cioè anziani e persone con patologie pregresse.

Questo ha permesso agli israeliani di affrontare tutto senza fermare il paese e la sua economia. In sostanza per Israele – fino ad ora – il Coronavirus è davvero meno di un’influenza.

Il confronto con l’Italia è drammatico. Com’è stato possibile diventare il paese più infettato del mondo con un primato di morti che ha superato la Cina? Perché il nostro governo è stato così incapace? Perché ha perso settimane preziose? Perché ha dichiarato lo “stato d’emergenza” il 31 gennaio e poi non ha mosso dito, arrivando, il 4 febbraio, a snobbare i governatori del Nord che chiedevano la quarantena per chi arrivava dalla Cina? Perché non ha preparato subito le strutture ospedaliere e non ha nemmeno reperito gli strumenti di protezione per il personale sanitario (men che meno per i cittadini)? Perché l’Italia non si è avvalsa della tecnologia?

Avremmo potuto e dovuto almeno imparare dagli altri. Invece no, Conteandava a pavoneggiarsi, in tv, il 27 gennaio, dove proclamava che “siamo prontissimi, l’Italia è il paese che ha adottato misure cautelative all’avanguardia rispetto agli altri”.

Era vero il contrario. Ci siamo rivelati il più impreparato e il risultato è stato (ed è) tragico.

Oltretutto il dilettantismo, l’incapacità del governo ha poi partorito misure che – essendo arrivate in ritardo a chiudere la stalla – sono una tragedia anche per l’economia nazionale. Una batosta da cui sarà durissimo riprendersi.

E come se non bastasse quelle misure ritardatarie e raffazzonate sono andate anche a limitare delicatissimi diritti costituzionali degli italiani, con decreti caotici e discutibilissimi che hanno marginalizzato perfino il Parlamento.

In conclusione, dopo due mesi, i risultati conseguiti sono questi: l’Italia è diventata il centro della pandemia mondiale, con un numero di morti pazzesco, la nostra economia è al collasso e corriamo perfino il rischio di drammatiche rivolte sociali, infine ci stiamo giocando la stessa democrazia.

In tutto questo l’attuale compagine di governo non tollera nemmeno le critiche, definendo sciacalli coloro che sollevano dubbi o fanno proposte alternative.

Inoltre i media – anziché vigilanza critica – sono, nella quasi totalità, allineati alla propaganda governativa.

Il premier per l’occasione ha sfoderato un protagonismo televisivo ossessivo e si è a tal punto sostituito la realtà con la propaganda che gli italiani non hanno ancora capito cosa è successo (quando lo capiranno potrebbe scoppiare la rabbia).

Conte e il suo governo però si compiacciono dei consensi che i giornali amici sbandierano nei sondaggi.

Consensi di carta perché la realtà è diversa e si può dire – alla luce dei risultati sopra descritti – che si tratta del peggior governo della nostra storia repubblicana.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 30 marzo 2020