Ieri lezione di teologia morale. Repubblica ha “spiegato” ai cattolici come devono guardare all’immigrazione di massa. Ma il giusto pensiero cristiano, di fronte alle dimensioni odierne del fenomeno, sarà quello dei vescovi africani o quello del salotto di Repubblica?

I bersagli del giornale sono CL e Giorgia Meloni che, al Meeting di Rimini, ha menzionato un uomo di Dio come il card. Robert Sarah: «Ci interessa codificare e difendere il diritto a non dover emigrare» ha detto la premier citando così una frase dei Papi «perché è assolutamente vero ciò che ci ricorda un grande uomo di Chiesa come il Cardinal Robert Sarah, quando dice che chi ritiene le migrazioni necessarie e indispensabili compie, di fatto, un atto egoistico. “Se i giovani lasciano la loro terra e il loro popolo – si chiede Sarah -, rincorrendo la promessa di una vita migliore, che ne sarà della storia, della cultura, dell’esistenza del Paese che hanno abbandonato?”. Per questo l’Italia, con questo Governo, ha svolto un ruolo che io considero decisivo percambiare l’approccio europeo nei confronti di questa sfida». Continua

Un mio libro del 2018 – quindi molto prima della guerra fra Israele a Hamas, scoppiata il 7 ottobre 2023 – aveva un capitolo intitolato: “L’allarme del mondo ebraico”.

Iniziava così (scusate l’autocitazione): “Dopo gli attentati jihadisti di Barcellona e Cambrils dell’agosto 2017, che hanno causato 14 morti e 130 feriti, il rabbino di Barcellona Meir Bar-Henha ha invitato la comunità ebraica ad andarsene via, riparando in Israele”. Continua

Nel 1953, in Germania Est, si verificarono vaste rivolte operaie che furono represse duramente dal regime comunista di Ulbricht. Gli operai furono trattati da provocatori.

Nel mondo alla rovescia dei regimi comunisti non era il Partito/Governo a dover fare autocritica davanti ai lavoratori che diceva di rappresentare, ma erano i lavoratori a doversi pentire per le proteste e chiedere scusa al Partito/Governo. Continua

Per uno strano caso la clamorosa bocciatura del referendum sulla cittadinanza veloce degli immigrati, in Italia, è avvenuta nelle stesse ore in cui – sulla questione immigratoria – scoppiavano i disordini di Los Angeles. Dopo che pure gli americani, con il voto presidenziale di novembre, avevano boccato l’immigrazionismo incontrollato.

La disfatta referendaria della sinistra italiana ha un significato politico interno, ma anche geopolitico e perfino ecclesiale. È il crollo di un pilastro dell’ideologia bergogliana di cui il card. Zuppi, presidente della Cei voluto da Francesco, è stato l’interprete. Proprio lui un mese fa dichiarava: “Il sovranismo non ha futuro, fa male al Paese, chi ama il proprio Paese butta via le frontiere” (cioè butta gli Stati). Continua

L’Italia dovrebbe finalmente fare i conti con il “caso Fallaci”. È stato rimosso da tempo, ma la realtà si incarica periodicamente di farcene sentire la feritasempre più dolorosa.

Come ha scritto ieri il Direttore Mario Sechi, ventitré anni dopo il drammatico grido di Oriana Fallaci sugli attentati dell’11 settembre 2001, che in forma di libro titolò La rabbia e l’orgoglio, ci troviamo ancora – e sempre più – di fronte all’inquietante realtà dell’Islam. Continua

Sui social ci sono immagini della notte di Capodanno, in piazza del Duomo a Milano, dove si vedono sventolare bandiere della Tunisia e della Palestina e si sentono urla di questo tipo: “Vaffanculo Italia! Polizia di merda!”.

Ovviamente sarebbe sciocco affermare che ciò sia rappresentativo di tutti gli immigrati o anche esagerare l’importanza di situazioni simili nella notte di fine anno. Però è frequente fra i giovani immigrati di seconda generazione – cioè nati qui in Italia – il risentimento verso il Paese che ha ospitato la loro famiglia. Continua

Alain Finkielkraut, uno degli intellettuali più interessanti del nostro tempo, nacque a Parigi (da genitori ebrei polacchi sopravvissuti ad Auschwitz) nel 1949 ed esordì partecipando alla contestazione studentesca del maggio ’68 a Parigi.

Con gli anni prese le distanze dal conformismo progressista. Critico del politicamente corretto, nell’intervista rilasciata alla Stampa (12/11), riflettendo sulle recenti aggressioni di Amsterdam ai tifosi israeliani, fa considerazioni molto pungenti. Continua

La caccia agli ebrei che si è verificata ad Amsterdam deve far riflettere. Non è un caso isolato. Gadi Luzzatto Voghera, direttore della Fondazione Centro di documentazione ebraica contemporanea, dice che “in Olanda dal 7 ottobre i casi di odio verso gli ebrei sono cresciuti dell’800 per cento. Da noi la metà, ma la caccia all’ebreo compiuta da giovani delle comunità arabe l’abbiamo vista anche in Italia, per esempio lo scorso 25 aprile a Milano”.

Certo è orribile che, nel 2024, a ottant’anni dalla shoah, gli ebrei non possano vivere sicuri nei Paesi europei. Ma il problema non riguarda solo loro. Riguarda tutti noi e pure il futuro delle nostre democrazie. Continua

Spesso giornali e politica vivono in una bolla di polemiche ideologiche. Poi ci sono notizie che fanno tornare di colpo alla realtà. Due esempi di questi giorni.

In Italia mancano 65 mila operatori sanitari e il ministro Schillaci ha spiegato che “dobbiamo reclutare rapidamente un determinato numero di infermieri da qualche Paese straniero, e abbiamo già identificato l’India”. Continua

“Servire i poveri è nel Vangelo, non è comunismo”, ha detto ieri papa Bergoglio per rispondere ai suoi critici. Dimenticando di dire che il comunismo è stato il peggior nemico dei poveri. E dimenticando che nel Vangelo c’è scritto che anzitutto bisogna servire Dio.

Gesù non vara un partito, non si occupa di elezioni e di politica, ma del Regno dei Cieli. Dei poveri Cristo parla in modo diametralmente opposto a Marx e Lenin, che non a caso detestavano il cristianesimo. Il magistero bergogliano è confusionario e genera confusione.

Secondo una ricerca della Doxa negli ultimi cinque anni, che corrispondono al pontificato di Francesco, il numero di fedeli cattolici in Italia è crollato di quasi otto punti percentuali (il 7,7 per cento). Continua