Il 24 ottobre su Libero ho pubblicato un articolo (QUI) in cui contestavo alcune cose scritte da Goffredo Bettini. Il quale ha risposto, sempre su Libero (si può leggere QUI). Qua sotto la mia replica.

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Interessante (e molto togliattiana) questa riflessione. Faccio però notare che nei decenni scorsi il suo partito ha avuto un grosso peso nel governo del Paese. Se lei vede un “tramonto di civiltà” e “un degrado antropologico” allarmante ci si aspetta anzitutto una seria autocritica della Sinistra, che, fra l’altro, in questi anni ha sostenuto l’ideologia dominante, politicamente espressa, a livello mondiale, dalle presidenze Dem negli Usa (Obama-Biden-Harris) e dalla UE.

Lei se la cava con una frase critica (“Negli ultimi decenni, si è ritenuto anche a sinistra il mondo che c’è come l’unico possibile. Con il suo nichilismo”). Ma nel suo articolo aveva ribadito l’adesione alla linea di Elly Schlein che non si oppone certo alla cultura nichilista. Qui invece elogia Ratzinger, ma Schlein e Ratzinger indicano direzioni opposte. Continua

C’è una lezione politica nel Natale 2024? Partiamo da un fatto anomalo: un prelato che parla del bisogno di Dio. L’arcivescovo di Milano, per sant’Ambrogio – diversamente dai suoi confratelli occupati solo da temi sociali – ha detto: “La gente non è stanca della vita, perché la vita è un dono di Dio che continua a essere motivo di stupore e di gratitudine. La gente è stanca di una vita senza senso, che è interpretata come un ineluttabile andare verso la morte. È stanca di una previsione di futuro che non lascia speranza. È stanca di una vita appiattita sulla terra, tra le cose ridotte a oggetti, nei rapporti ridotti a esperimenti precari. È stanca perché è stata derubata dell’‘oltre’ che dà senso al presente, sostanza al desiderio, significato al futuro”. Continua

Il vino ha a che fare con il divino. Perché fa capire una cosa importante del cattolicesimo. Non a caso Gesù fece il primo miracolo, alle nozze di Cana, proprio con il vino e l’ultimo suo gesto supremo – l’istituzione dell’eucaristia – insieme al pane ebbe di nuovo al centro il vino che da duemila anni – nella liturgia cattolica – diventa il salvifico sangue di Cristo.

È una considerazione un po’ spericolata, ma viene in mente leggendo il libro-intervista che Jon Fosse, Premio Nobel per la letteratura 2023, ha scritto con Eskil Skjeldal, Il mistero della fede (Baldini-Castoldi). Continua

Una Crociata elettorale. È quella di mons. Mariano Crociata che ieri ha voluto fare, come un politico, il suo appello agli elettori, invitandoli di fatto a votare per i partiti di centrosinistra. Al monsignore non importa se sono partiti anticristiani o se, per esempio, di recente hanno votato per inserire l’aborto nella Carta dei diritti. Gli importa solo che combattano i sovranisti.

Infatti il titolo della sua intervista della Stampa recita: “Monsignor Mariano Crociata: ‘I sovranisti sono un pericolo, l’UE è garanzia per le nazioni’”.

Il vescovo non si occupa di fede, gli interessa solo la politica. Non parla mai di Gesù Cristo, ma professa una fede fanatica in questa UE delle élite, diventata ormai, per molti ecclesiastici, il nuovo vitello d’oro da idolatrare. Per 2000 anni è stato detto che non si può fare a meno di Dio. Oggi Crociata afferma: “Non si può fare a meno della UE”. Quindi la tecnocrazia di Bruxelles al posto di Dio? Continua

Si sono superate le ideologie del Novecento, ma non la loro origine gnostica, descritta da Eric Voegelin nel Mito del mondo nuovo.

Lo gnostico, spiega Voegelin, “è insoddisfatto”, ritiene che la realtà sia uno schifo per la “perversità del mondo”. Lo gnostico crede “che sia possibile salvarsi dal male del mondo” rovesciandolo: “da un mondo cattivo deve emergere un mondo buono”. Questo “atto salvifico” derivato dagli sforzi umani, secondo lui, produrrà “un ordine perfetto di nostra piena soddisfazione” (questo fanatico millenarismo può appartenere anche a potenti istituzioni internazionali: si pensi oggi all’ecologismo). Continua

Tempo fa lessi questa straordinaria pagina di Joseph Ratzinger:

“Il male non è affatto – come reputava Hegel, e Goethe vuole dimostrarci nel Faust – una parte del tutto di cui abbiamo bisogno, bensì la distruzione dell’Essere. Non lo sipuò rappresentare, come fa il Mefistofele del Faust, con le parole: ‘io sono una parte di quella forza che perennemente vuole il male e perennemente crea il bene’. Il bene avrebbe bisogno del male e il male non sarebbe affatto realmente male, bensì proprio una parte necessaria della dialettica del mondo. Con queste filosofia sono state giustificate le stragi del comunismo che era edificato sulla dialettica di Hegel vòlta in prassi politica da Marx. No, il male non appartiene alla ‘dialettica’ dell’Essere, ma lo attacca alla radice” (da “Fede, verità e tolleranza” edizioni Cantagalli). Continua

La riflessione più profonda e interessante sul “caso Benedetto XVI” e sulla sua rinuncia è stata fatta, negli anni scorsi, da intellettuali non cattolici che provenivano dal pensiero marxista come Massimo Cacciari e Mario Tronti, ma anche Giorgio Agamben. Ne ho parlato nel libro “Il dio Mercato, la Chiesa e l’Anticristo” (Rizzoli). I pensieri esposti in questo articolo sono approfonditi anche nel mio libro “Il segreto di Benedetto XVI” (Rizzoli).

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A un anno dalla morte di Benedetto XVI si leggono commenti che esprimono stima e nostalgia. Pochi ricordano la dura ostilità che circondò il suo pontificato. Basti citare il discorso di Ratisbona rivolto all’Islam, la polemica per l’intervento (che poi non fece) all’Università di Roma, il suo insegnamento sui “principi non negoziabili”, la confutazione del cattoprogressismo e del modernismo teologico. Continua

Siamo alla vigilia di un crollo in Russia? Secondo Lucio Caracciolo quello di sabato – la rivolta della Wagner – è un colpo di stato momentaneamente messo in pausa.

Forse per arrivare a una redistribuzione del potere in modo concordato anziché traumatico e cruento. Perché con i colpi di stato, le rivoluzioni e le rivolte non si sa mai cosa può accadere. Non saltano solo le poltrone, ma anche le teste. Continua

Il filosofo Roberto Esposito, su “Repubblica” (9/5), recensisce l’ultimo libro di Massimo Recalcati, “A pugni chiusi. Psicoanalisi del mondo contemporaneo” (Feltrinelli) e scrive: “Se Freud attribuiva il disagio della civiltà alla repressione che questa esercitava sulle pulsioni, oggi i rapporti di forza appaiono rovesciati. Tutt’altro che inibita, è la pulsione a imporsi sugli obblighi collettivi, erodendoli dall’interno. Da qui l’evaporazione della Legge, rappresentata dalla figura del padre e ora rovesciata nella ricerca del godimento immediato. Continua

“Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”.

La celebre affermazione, che il cardinale Joseph Ratzinger fece in apertura del Conclave del 2005, resta il giudizio più forte e lucido sull’epoca che viviamo. Fotografa l’ideologia egemone in tante istituzioni internazionali, professata dal “partito globale” del “politically correct”. Gli anni trascorsi da quel 2005 hanno confermato le parole del cardinale che, da quel Conclave, sarebbe uscito papa come Benedetto XVI. Continua