Per quanto i (neo, post o ex) comunisti nostrani, fischiettando, facciano finta di non conoscerlo, Vladimir Putin è (e rimane) un compagno, un comunista del Pcus fatto e finito, uscito dalla gelida fabbrica del Kgb. La riabilitazione dell’Urss in corso in Russia in questi anni (compresa quella di Stalin) lo dimostra platealmente. Come la felpa con la scritta CCCP esibita provocatoriamente dal ministro Lavrov in Alaska.
Cosa comporta il comunismo di Putin? Vuol dire che comprende soprattutto il linguaggio della forza, della supremazia militare e della violenza, perché è quello dalla storia sovietica, è il marxismo-leninismo. Perciò tende a considerare la mano tesa dell’avversario come un segno di debolezza. Continua