Lettera al Meeting

Il Meeting riminese quest’anno comincia con un autogol che fa sorridere. Ottima idea usare le parole di Cervantes per mettere a tema la libertà (vedremo poi lo svolgimento: anche all’interno di CL). Ma gli organizzatori sono incorsi in un clamoroso infortunio prendendo a prestito dallo scrittore spagnolo non solo le parole del titolo, ma anche il suo squinternato personaggio – Don Chisciotte – e promuovendo questo straordinario imbecille a “eroe” del Meeting stesso, come un Cavaliere che “rappresenta fondamentalmente la lealtà verso un ideale che corrisponde infinitamente al cuore dell’uomo” (così si legge sulla rivista di CL).

In realtà Don Chisciotte non è un cavaliere è piuttosto la grottesca caricatura dell’antico cavaliere medievale. Possibile che non se ne siano accorti? Tanto valeva allora evocare pure Brancaleone da Norcia. E’ incredibile indicare come modello di umanità un picchiatello di quelli che si mettono lo scolapasta in testa e a cavallo della scopa gridano “carica!” contro un mulino a vento. Continua

Accade qualcosa di eccezionale: un milione di giovani che raggiungono Colonia – fra mille sacrifici – perché attratti da Cristo, incantati dalla Sua bellezza…. E un vecchio establishment intellettuale, cieco e triste, che non vede (perché non guarda), che irride e non si fa domande… Continua

Le due grazie che il Signore dona
(Luigi Giussani)

Le due grazie che il Signore dona
sono la tristezza e la stanchezza.
La tristezza perché mi obbliga
alla memoria, Continua

La “piazza rossa” di Bologna ieri è stata deprecata da tutti per i fischi a Tremonti. Ma ogni 2 agosto è la stessa storia. E allora c’è qualcosa che non torna. Troppo facile prendersela con le truppe fischianti. Il problema della Sinistra è la sua classe dirigente “non fischiante”. Prendiamo la prima pagina dell’Unità di ieri. La faccenda dei fischi è definita “una scusa”. E il titolo di prima pagina grida: “Vogliono dimenticare la strage”. Chi vuol dimenticarla? Il governo? Tremonti? Ma Tremonti era lì a Bologna, a nome dell’esecutivo, appunto per commemorare le vittime. Dunque perché quel titolo durissimo? Sembra che – per quella Sinistra – conti solo accusare l’avversario di generica indegnità, non provare una sua colpevolezza. E’ la vecchia logica dell’odio ideologico: l’avversario è colpevole di esistere. Le truppe leggono e poi fischiano il Nemico. “Vattene verme!”, hanno urlato a Tremonti. Ma se non ci fosse andato avrebbero accusato il governo di voler dimenticare la strage… D’altronde è curioso lo slogan “non dimenticare” in una terra, l’Emilia rossa, dove si è fatto di tutto, dal dopoguerra, per “dimenticare”, anzi per oscurare una delle più grandi carneficine della storia italiana, perpetrata innanzitutto in quelle zone e disseppellita da Giampaolo Pansa, dopo 60 anni di silenzio, con il suo libro sconvolgente: Il sangue dei vinti. Continua

Decisamente la Segreteria di Stato vaticana ha sbagliato: oltre a Egitto, Turchia, Irak e Regno Unito doveva citare anche Israele fra i paesi colpiti in questi giorni dal terrorismo. Non solo perché l’attentato a Netanya del 12 luglio ha ucciso 5 israeliani. Ma anche perché Israele è di gran lunga il paese più devastato dal terrorismo: 25 mila attentati dal settembre del 2000 ad oggi. Una enormità. E – volenti o nolenti – gli ebrei e i cristiani sono accomunati, come bersagli, dall’ideologia dell’odio islamista.

Non so se quella della Segreteria di Stato sia stata una distrazione o se sia scattato un riflesso pavloviano della diplomazia che – per non irritare gli arabi musulmani – tende a separare (sbagliando enormemente) il terrorismo antiisraeliano da quello che colpisce gli altri paesi. In entrambi i casi è grave, anche perché la motivata protesta del governo di Gerusalemme ha finito per lambire l’incolpevole Benedetto XVI che non ha alcuna responsabilità in quell’elenco incompleto. Continua

La newsletter della settimana scorsa (“Se non vi convertirete perirete tutti”), apparsa come articolo sul Giornale, ha scatenato risposte inorridite e sarcasmi beffardi. Radio radicale l’ha indicata come un inquietante segnale di misticismo politico (boh!), Il Riformista ha scritto che la frase del titolo poteva essere di Bin Laden (ho spiegato loro che è invece di un certo Gesù di Nazaret, sconosciuto ai più), Fabrizio Rondolino sulla Stampa mi ha irriso come talebano (storia vecchia, fanno tutti gli scafati finché non gli prende la strizza), Pierluigi Battista – rispettosamente (almeno lui) – sul Corriere della sera mi mette insieme a Ferrara alla testa di coloro che vogliono che l’Europa si scuota. Continua

Padre Livio Fanzaga, uno dei più esperti esegeti di Medjugorje, sottolinea in particolare l’importanza e l’urgenza del messaggio del 25 luglio. E afferma che l’accorato appello della Vergine di lunedì scorso per allontanare da noi Satana, con la forza della preghiera e della penitenza, debba essere accolto prontamente in questi giorni d’estate flagellati dal terrorismo (con tante minacce sull’Italia). Continua

Dunque il poliziotto inglese, per impedire il ripetersi di stragi terroristiche a Londra, ha ricevuto nuove drammatiche regole d’ingaggio: sparare per uccidere (pure ai sospetti).
E perfino dopo l’uccisione del giovane brasiliano che non c’entrava nulla coi i terroristi, resta l’ordine di “sparare alla testa”.
I media italiani hanno soggezione per tutto ciò che è straniero (specie se è british e socialdemocratico) e nessuno – pure fra i guardiani del politically correct – si è stracciato le vesti, nessuno ha denunciato il ritorno del fascismo, la fine della legalità democratica, la barbarie.
Sulla grande stampa si è visto solo un sommesso e signorile dibattito sui confini mobili della legalità e dei diritti: chi ha manifestato dissenso lo ha fatto rispettosamente. Come se avessimo a che fare con un’idea – per l’appunto – rispettabile.
Io non sono molto convinto di questa “rispettabile” idea britannica, ma penso che se fosse stata proposta la stessa cosa in Italia da Calderoli o da Borghezio più o meno si sarebbe scatenata la fine del mondo, una sarabanda di disgustate scomuniche. Continua

C’è un direttore robusto e barbuto secondo il quale lamentarsi di questa maggioranza di governo dopo averla votata fa somigliare ai clienti di Wanna Marchi e del Mago do Nascimiento. E dunque è meglio tacere e rosicare. Vero. Ma la pulsione suicida di questa (per così dire) classe dirigente va almeno raccontata e se possibile fermata visto che rischia di “suicidare” anche l’Italia non “de sinistra”.

Per quale ragione – per esempio – il centrodestra ha voluto dare ampi segnali di indifferenza – con qualche sprezzante spalluccia e addirittura dei colpi bassi – contro quel 75 per cento di italiani che hanno vinto il referendum del 12 giugno? Per quale ragione i cattolici nel centrodestra vengono ormai presi a calci negli stinchi e accompagnati alla porta? Continua

Due clamorose (e inedite) dichiarazioni di Benedetto XVI (sulla Madonnina di Civitavecchia) e di Giovanni Paolo II (su Medjugorje) illuminano l’unica via di salvezza possibile di fronte a un terrorismo (e a una catastrofe) che non è possibile prevenire né con gli eserciti né con altri sistemi di difesa Continua