La Cei di oggi, guidata dal card. Zuppi, è ormai l’orticello clericale del “campo largo”. Il Sinodo realizzato dalla Cei, su direttiva bergogliana, ha approvato un documento finale che ha fatto notizia per una cosa grottesca sintetizzata dal titolo dell’Ansa: “Documento Assemblea sinodale: ‘La Cei supporti i Gay Pride’”.
Ormai anche molti omosessuali – quelli non ideologizzati – guardano con noia e distacco, se non fastidio, ai Gay Pride. Il Sinodo della Cei, modello Pd, no. Ma è davvero questa la cosa più sensata e più urgente per la Chiesa?
Scorrendo tutte le 65 pagine del documento viene in mente l’aforisma di Stanislaw Lec: “In principio era il verbo, alla fine le chiacchiere”. E sono tutte chiacchiere politicamente corrette. Perfino nel lessico: pure loro scrivono “tutti e tutte”. Parlano di “Chiesa in ascolto”, ma ascoltano solo con l’orecchio sinistro. Continua










