“Un tale, che era un agente segreto, parcheggiò in una piazza… e salì sull’autobus… Alla prima fermata… vide due ragazze che si sedevano sui sedili liberi davanti a lui. La ragazza di sinistra aveva i capelli color bronzo… Chi le ha annodato il nastro con tanta cura, pensò… Poi attese il momento in cui si sarebbe voltata verso l’amica e lui vide i tratti del suo viso, spalancò la bocca in un urlo soffocato in gola…”.
Poi l’agente segreto scrive: “Non so perché credevo che avrei saputo in anticipo che stavo per incontrarla. In ogni caso, non immaginavo che sarebbe successo così all’improvviso. Ma è successo. L’ho vista d’un tratto sedersi davanti a me sull’autobus. Non ho avuto alcuna difficoltà a riconoscerla”.
UN CAPOLAVORO
È l’inizio del “Minotauro” (Edizioni e/o) di Benjamin Tammuz. Un romanzo straordinario che ti cattura fin dalla prima riga e non ti molla più. Quando uscì (nel 1980 in Israele e l’anno dopo in inglese) fu giudicato da Graham Greene il miglior romanzo tradotto di quell’anno. Continua