L’estate culturale 2023 è cominciata sul treno per Foggia con Alain Elkann fra giovani “lanzichenecchi”. I quali, per tutto il viaggio, hanno discusso di calcio e di ragazze invece di rendere omaggio al grande intellettuale che avevano accanto, di cui non si sono neanche accorti (questa la loro “colpa”) sebbene vestito e portamento rivelassero appunto il grande intellettuale: “io indossavo, malgrado il caldo, un vestito molto stazzonato di lino blu e una camicia leggera. Continua

Di estati caldissime parlano, fra gli altri, Plinio duemila anni fa e Rabelais alla fine del Medioevo. Nel “Gattopardo” Tomasi di Lampedusa descrive con tratti atroci la tremenda estate siciliana di sempre (eccetto oggi che ci possiamo difendere dal caldo).

Non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Peraltro quest’anno non sembra nemmeno un’estate dura perché è piovuto per mesi (e tanto) fino al 20 giugno, poi un mese di normale caldo estivo e dopo il 20 luglio sono arrivati i temporali al Nord. Infine, in questa settimana, dopo dieci giorni di calura, siamo stati di nuovo sotto la pioggia e con la felpa. Continua

L’establishment di Bruxelles ha fretta di varare le sue disastrose politiche green, probabilmente per il timore che dal prossimo voto europeo la sinistra esca sconfitta e sia spedita all’opposizione.

Così, fra 11 e 12 luglio, arriva al Parlamento europeo la controversa Legge Natura che ha scatenato l’opposizione degli agricoltori, degli allevatori e dei pescatori, provocando pure la rottura fra Ppe e socialisti per i suoi contenuti estremisti. Continua

Nel 1992 – lo ha ricordato di recente Giulio Meotti sul “Foglio” – uscì un appello di 500 scienziati, tra cui 62 premi Nobel (anche Rita Levi Montalcini), contro l’“ecologismo irrazionale”. Scrivevano: “riteniamo irresponsabile manipolare l’opinione pubblica e attizzare il timore di un’imminente catastrofe climatica tra la popolazione”. Continua

Uno spettro si aggira per l’Europa, lo spettro del “climatismo”. E come il marxismo avanza pretese scientifiche, probabilmente con la stessa (in)fondatezza.

Ormai il “riscaldamento globale per cause umane” non è più solo un’ideologia dominante, diventata pensiero unico, ma una religione. Con dogmi indiscutibili e “profeti” come la giovane Greta Thunbergconsiderata un’autorità mentre studiosi che hanno dedicato la vita al complesso studio scientifico del clima, come il professor Franco Prodi(peraltro fratello di Romano), vengono snobbati. Continua

APOCALITTICI INTEGRATI

Non c’è solo un certo sgangherato millenarismo dei Novax. C’è anche quello ecologista, che è molto mainstream e annuncia continuamente l’apocalisse per il riscaldamento globale che – a sentire la narrazione dominante – sarebbe dovuto alle attività umane.

Una ventina di anni fa Bjørn Lomborg pubblicò un grosso volume per contestare – punto per punto – l’allarmismo verde: “The Skeptical Environmentalist” (“L’ambientalista scettico. Non è vero che la terra è in pericolo”, Mondadori), un best seller che sollevò molte discussioni. Un libro da rileggere.

Nei giorni scorsi Lomborg, sul settimanale “Tempi” (5/12), ha scritto della recente conferenza Onu sul clima di Glasgow ironizzando su questo simposio che si è presentato come la nostra ‘ultima chance’ per contrastare la ‘catastrofe climatica’ e ‘salvare l’umanità’”. Continua

C’è un’esilarante battuta nell’antologia delle “Formiche”. Un tizio, preoccupato per le sorti dell’umanità, dice: “Pensa, ogni volta che respiro muore un uomo”. E l’altro: “Hai provato a fare qualcosa per l’alito?”.

Torna d’attualità a proposito del recente manifesto del PD  che ha fatto scompisciare dal ridere l’Italia perché i famosi “competenti” del partito di Zingaretti hanno confuso l’anidride carbonica (CO2) con il cobalto (Co) scrivendo: “Zero emissioni di Co2 entro il 2050”.

Infatti in questo slogan – perfetto emblema di un partito di grandi intellettuali che è passato dal pensiero di Marx a quello di Greta – è contenuta una “rivelazione” ancora più grossa di quella sul cobalto, in quanto “zero emissioni” di anidride carbonica “entro il 2050” significa che entro quell’anno il PD ha intenzione di convincere sette miliardi di esseri umani, che oggi popolano il mondo, a smettere del tutto di respirare dal momento che ad ogni respiro –maledetti devastatori – consumano ossigeno ed emettono anidride carbonica. 

Si dovrà provvedere anche a convincere tutti gli alberi  del pianeta a suicidarsi in quanto finora, per vivere, si sono nutriti assorbendo enormi quantità di anidride carbonica… 

Adesso si spiega anche il senso dell’altro manifesto programmatico del Pd che sobriamente proclama il proposito di salvare la terra. Il partito di Zingaretti – che, com’è noto, ha già salvato l’Italia – ora dichiara l’intenzione di salvare il pianeta appunto con “zero emissioni” di anidride carbonica “entro il 2050”.

Per raggiungere tale modesto obiettivo – dopo aver convinto tutti gli esseri umani a non respirare e aver spazzato via tutte le piante dalla terra – il problema sarà persuadere i vulcani a non emettere più CO2, dal momento che questi screanzati, incuranti di Zingaretti, continuano a rilasciare ogni anno in atmosfera dai 130 ai 250 milioni di tonnellate di CO2 (e – detto per inciso – è proprio grazie a queste emissioni dei vulcani che sulla Terra poté svilupparsi la vita).

Inoltre, dopo aver fatto spegnere i vulcani o aver provveduto a tapparli con una colata di cemento armato, Zingaretti e compagni dovranno provvedere a convincere pure gli animali a non respirare

Anche loro infatti hanno l’infame vizio di emettere anidride carbonica e non va bene, perché così facendo distruggono il pianeta e sabotano il programma del partito (emissioni zero “entro il 2050”).

Il Pd – per conseguire il suo obiettivo – potrebbe varare un nuovo manifesto diretto a tutti i viventi (uomini, piante e animali) con questo slogan: “Non fate piangere Zingaretti (e Greta): smettete di respirare”. Quanti viventi vorranno dare un dispiacere al Pd e a Greta? Vedremo. 

Ma non basta. Per salvare il pianeta il Pd dovrà anche applicarsi al grave problema delle flatulenze bovineoltreché al meteorismo delle vacche.

In sostanza il PD dovrà convincere questi quadrupedi, e tutti gli altri che alleviamo in grande quantità, a non ruttare e a non emettere altri tipi di gas (come il metano, che aumenta l’effetto serra) dalla parte del corpo opposta alla bocca.

Com’è noto, infatti, molti e autorevoli studi e ricerche hanno dimostrato che “i gas ad effetto serra emessi dal bestiame” sono “responsabili di circa il 10% delle emissioni ad effetto serra globali”

Inoltre“hanno stimato” scriveva l’Ansa, che “le emissioni di gas serra dovute a 11 tipi di bestiame, relative a 237 nazioni e rilasciate nell’ultima metà del secolo… globalmente dal 1961 al 2010… sono aumentate del 51%.Il 74% delle emissioni mondiali è causato dai bovini”.

Il Pd potrebbe forse proporre di collocare una marmitta catalitica al deretano di ogni vacca, ma sono milioni di capi.  

Anche alla defecazione i bovini non sembrano disposti a rinunciare, a meno che Zingaretti e compagni non intendano otturare il loro posteriore con tappi di sughero o altro materiale. 

In effetti il Pd dovrà impegnarsi molto su questo problema perché – come scriveva “Il Sole 24 ore”, riportando una ricerca dell’Università di Boulder, nel Colorado – “gli escrementi delle mucche, e non solo, potrebbero essere responsabili del peggioramento della qualità dell’aria attraverso queste sostanze (ammoniaca e altri composti dell’azoto) quanto le automobili, se non addirittura di più, come scrive il sito di ‘Science’, riprendendo i dati pubblicati da ‘Geophisical Research Letters’ ”.

Riusciranno i nostri Supereroi – Zingaretti e compagni – a salvare il pianeta? Riusciranno a salvare l’umanità?

Per il momento sembra che l’obiettivo in cui sono più strenuamente impegnati sia la salvezza del loro stesso partito che ha perso disastrosamente tutte le elezioni regionali di questi mesi e – stando ai sondaggi – è messo molto male. 

I bovini, per ora, possono tirare un respiro di sollievo (ma solo un respiro, mi raccomando).

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Antonio Socci

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Da “Libero”, 21 aprile 2019 

L’8 dicembre, in un brutto spettacolo, la Basilica di San Pietro e il Cupolone, cuore della cristianità, sono stati degradati a maxischermo (o meglio “maxischerno”) su cui proiettare immagini relative a clima e ambiente, nuovi dogmi dell’ideologia dominante.

“Uno spettacolo inconcepibile in piazza san Pietro, uno sfregio alla basilica simbolo della cattolicità”, ha scritto Riccardo Cascioli, direttore del giornale cattolico online “Nuova Bussola quotidiana”. Continua