L’estate culturale 2023 è cominciata sul treno per Foggia con Alain Elkann fra giovani “lanzichenecchi”. I quali, per tutto il viaggio, hanno discusso di calcio e di ragazze invece di rendere omaggio al grande intellettuale che avevano accanto, di cui non si sono neanche accorti (questa la loro “colpa”) sebbene vestito e portamento rivelassero appunto il grande intellettuale: “io indossavo, malgrado il caldo, un vestito molto stazzonato di lino blu e una camicia leggera.

Avevo una cartella di cuoio marrone dalla quale ho estratto i giornali: il Financial Times del weekend, New York Times e Robinson, il supplemento culturale di Repubblica. Stavo anche finendo di leggere il secondo volume della Recherche du temps perdu di Proust” e “ho estratto anche un quaderno su cui scrivo il diario con la mia penna stilografica” (Repubblica 24/6). Invano.

PRIMATI

Per tutta l’estate ci è stato ripetuto che faceva un caldo record (cosa che mostrerebbe la necessità delle devastanti misure della UE su auto e case). Eppure, il 7 agosto, su “Repubblica” è uscito un articolo di Paolo Rumiz così titolato: “Le mie rondini uccise dal freddo in una notte di mezza estate”.

In effetti da giugno abbiamo avuto pioggia e anche freddo… A disturbare la narrazione sull’estate torrida “per cause umane” è arrivata pure la “sorprendente scoperta” pubblicata da “Science”: 900 mila anni fa “l’umanità ha rischiato seriamente di estinguersi con un crollo demografico drammatico che ha raggiunto il 98,7 per cento” – scrive Telmo Pievani (Corriere della sera 1/9) a causa di “un periodo particolarmente freddo”dovuto all’alternanza naturale fra cicli glaciali e cicli caldi.

La scoperta ci ricorda che da milioni di anni sul pianeta si succedono, per motivi naturali, periodi caldi e periodi freddi: cicli influenzati anzitutto dal sole e non certo dall’uomo. Sarebbe l’occasione per riflettere sull’esiguità dell’attuale cambiamento climatico in confronto a quelli vissuti in passato.

Invece questa scoperta induce i media a confermare l’apocalittica corrente e a sostenere che il (piccolo) riscaldamento questa volta avviene per causa nostra. Ma nel passato – quando non c’erano auto né industrie (per esempio in epoca romana o nel Medioevo) o quando non c’era neanche l’uomo – chi provocava il periodico riscaldamento del pianeta (ben più forte di quello attuale)?

È strano. Proclamano: l’euro è irreversibile (eppure tutte le monete prima o poi passano). Ripetono: l’immigrazione non si può fermare (eppure Grecia e Spagna lo hanno fatto e anche l’Italia anni fa con Minniti e Salvini). Ma – a sentir loro – il meccanismo gigantesco del clima planetario si può cambiare: con il cappotto termico alla casa e l’auto elettrica.

PARTIGIANI

Un documento ritrovato all’Archivio centrale dello Stato – rivela Federico Fubini (Corriere della sera 23/8) – “pone la questione della reale entità del contributo dei comunisti alla lotta partigiana a Roma”. Titolo dell’articolo: “Chi moltiplicò i partigiani”. Sottotitolo: “Un documento del 1945 sull’aumento dei resistenti comunisti a Roma e dintorni” passati “in breve da 1.200 a 14 mila individui”.

Togliatti, si chiede il Corriere, fece “pressioni per far apparire più importante il contributo del suo partito alla liberazione della capitale”? L’ipotesi dello storico Marcello Flores: “poteva far comodo per ragioni politiche o clientelari, dato che a ogni attestato corrispondevano benemerenze, sussidi, facilitazioni”.

Ci sarà uno storico che chiarirà se quel documento dice il vero o il falso?

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 16 settembre 2023

 

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