Immersi nelle polemiche del giorno, rischiamo di non vedere – per dirla con Bersani – la mucca nel corridoio. Oltretutto non è una pacifica mucca, ma un Dragone, enorme e vorace. Di colore rosso.

Qualcuno però se n’è accorto e ha suonato l’allarme. L’ex premier australiano Kevin Rudd – esperto di Cina – ha firmato un saggio su “Foreign Affairs” in cui spiega che il XX Congresso del Partito Comunista Cinese, concluso da poco, ha segnato una svolta storica. Oltre a consacrare il dominio incontrastato di Xi Jinping, ha sancito il ritorno del marxismo-leninismo come ideologia guida di una grande potenza planetaria: “il presidente cinese” scrive Rudd “crede profondamente nel marxismo-leninismo, la sua ascesa certifica il ritorno su scala mondiale dell’uomo ideologico”. Continua

Un vecchio leader democristiano, Pierluigi Castagnetti, che i media ritengono molto vicino al presidente Mattarella, nei giorni scorsi – considerando la tensione fra Usa e Russia – ha scritto un tweet alquanto saggio:

Non scherzare col fuoco. Va bene la reazione USA alla minaccia russa di invadere l’Ucraina con 175000 uomini. Va bene la vicinanza UE all’Ucraina. Ma che facciamo per evitare che? Forse è ora di dire che la pretesa russa che l’Ucraina non entri nella Nato ha qualche senso”.

Parole di realismo andreottiano. Infatti l’ingresso dell’Ucraina nella Nato – peraltro in violazione degli impegni presi con Mosca dai presidenti americani – non è solo una questione diplomatica fra Usa e Russia, ma è un rischio colossale per tutti noi: potrebbe essere la scintilla che rischia di trascinarci in un conflitto, prima economico, con disastrose sanzioni e grossi problemi per le forniture di gas, ma forse poi anche militare. Continua

Siamo al terzo inverno di pandemia e, in questa tempesta mondiale che fa migliaia di morti e grandi danni economici, fino a destabilizzare le istituzioni democratiche, nessuno parla più del suo luogo di origine, la Cina.

La pandemia ci è già costata quanto una guerra persa, in termini di vite umane e di ricchezza distrutta, e ancora non si capisce quando e come ne usciremo.

Ma della misteriosa origine del virus, degli errori e delle bugie delle autorità comuniste nella prima fase – quando la pandemia poteva ancora essere contenuta e il regime perseguitò chi lanciò l’allarme – sembra che tutti abbiano paura di parlare, perché la Cina è una superpotenza molto suscettibile e il “partito cinese” allunga la sua influentissima ombra sulle società occidentali (basti vedere l’isolamento internazionale del Dalai Lama). Continua

OMBRE ROSSE

La tragedia del Covid 19 (di cui tuttora non è stata chiarita l’origine) è solo un esempio di quanto è pericoloso per il mondo un totalitarismo comunista come quello cinese.

Si comincia a capirlo. Il recente caso dei sottomarini e dell’alleanza anti-Cina, fra Usa, Gran Bretagna e Australia, ha fatto parlare infatti di nuova guerra fredda.

Contro tale prospettiva è andato il convegno “Occidente e Cina: dialogo e collaborazione tra XX e XXI secolo”, aperto (non a caso) da un messaggio del ministro degli esteri Luigi Di Maio e da un altro messaggio del Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. Entrambi dialoganti col regime cinese. Continua

Solitamente “Repubblica” è un giornale impegnato a dare le pagelle di fedeltà agli Stati Uniti, alla Nato e all’Occidente in generale.

Per questo stupisce ciò che ieri, su Cina e USA, ha scritto Michele Serra, una delle firme più rappresentative del quotidiano scalfariano, uno che spesso alza il ditino moralista per impartire lezioni a chi non è di sinistra.

Dunque nella sua rubrica, nella pagina dei commenti, ieri, si è occupato della controversia fra la Francia (da una parte) e (dall’altra) l’Australia e gli Stati Uniti per la storia dei sottomarini nucleari. Continua

Il presidente americano Joe Biden – rinsaldato l’asse Usa-Gran Bretagna-UE – chiede ai Paesi del G7 di rispondere uniti alla sfida cinese. Ci sono infatti delle misure da prendere contro l’espansionismo di questa superpotenza dittatoriale.

La lista dei problemi è lunga e va dalla violazione dei diritti umani alla concorrenza sleale, dalla “Via della seta” fino alla verità sulle origini del Covid 19, il devastante virus che ha messo ko il mondo e che potrebbe essere sfuggito dal laboratorio di Wuhan.

Il nostro premier Mario Draghi è fra i leader del G7 che comprendono le preoccupazioni della Casa Bianca (infatti ha raffreddato i rapporti con la Cina rispetto al precedente governo), ma nella maggioranza che sostiene il suo esecutivo c’è una Sinistra che non concorda con l’obiettivo atlantico di contrastare e contenere la superpotenza cinese.

Fra l’altro è un’area politica che, su questo ed altri temi, prefigura un vero e proprio “partito anti-Draghi”, partito che medita di vendicare il governo giallorosso crollato. Continua

CONTE IN ROSSO

È nota la telefonata che la cancelliera tedesca Merkel fece, nell’esatte 2019, al vertice Pd perché sostenesse un secondo esecutivo Conte.

Già allora ci si chiese perché la leader tedesca interferisse così per evitare il voto degli italiani e per organizzare un nuovo governo in casa altrui, per di più un governo Pd-M5S-Leu, il governo più “a sinistra”. Che interesse aveva la Germania?

Ora un giornalista non sospettabile di essere contro Conte, come Marco Travaglio, rivela (Il Fatto, 9/6) un ulteriore episodio egualmente stupefacente.

Nei giorni della crisi del Conte 2, nel gennaio 2021, scrive Travaglio, “il capogruppo del Ppe Martin Weber, merkeliano di ferro, chiamava Lorenzo Cesa per spingerlo ad aiutare il Conte-2 con ‘responsabili’ dell’Udc”. Continua

La possibile provenienza del Covid 19 dai laboratori cinesi di Wuhan(probabilmente una fuoruscita accidentale) un anno fa era già stata illustrata, fin nei dettagli, dal professor Joseph Tritto nel libro “Cina-Covid 19. La chimera che ha cambiato il mondo” (Cantagalli). Un libro uscito ad agosto 2020 e snobbato dai media mainstream.

La ricostruzione della vicenda fatta da Tritto è stata sospettata di “disinformazione” dalla polizia del pensiero della rete, fino alla censura.

Nessuno sembrava interessato a capire se era vero o no ciò che riportava il libro. Il fatto stesso che confermasse, con argomenti scientifici, quanto andava dicendo da mesi il presidente Donald Trump, bastava a renderlo tabù.

Accennare al laboratorio di Wuhan era sufficiente per essere bollati come trumpiani o liquidati come “complottisti”.  Dovevamo rassegnarci tutti alla storia del pipistrello a cui era addebitato tutto lo sfacelo umanitario ed economico provocato dal Covid nel mondo intero. Continua

Proprio stamani Bergoglio ha annunciato la creazione di 13 nuovi cardinali (di cui 9 elettori). Sono tutti ultra bergogliani. La frettolosa scelta dei tempi, alla vigilia del voto Usa, è significativa: Trump è in forte rimonta e ora il Vaticano bergogliano teme fortemente che possa vincere ancora. A Trump Bergoglio, con tutto l’establishment globalista, ha dichiarato guerra totale. Se Trump dovesse davvero vincere, questo pontificato, già al tramonto, sarebbe di fatto finito, essendosi schiacciato sulla Cina e totalmente screditato. Nello spot elettorale pro Biden di cui parlo nell’articolo, proprio sul finale, viene lanciato platealmente il card. Tagle come colui che Bergoglio vuole come suo successore. Tutto è esplicito. Con i nuovi cardinali Bergoglio vuole assicurarsi il risultato del prossimo Conclave.

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Il docufilm “Francesco” ha fatto enorme clamore per il “sì” papale alle unioni civili per le coppie gay. Ma era questo era lo scopo principale?

Non proprio. Di sicuro era intenzione del Vaticano dare il massimo risalto a questo prodotto. Infatti mercoledì scorso, prima dell’Udienza generale, papa Bergoglio ha ricevuto – con tanto di fotografi – il regista Evgeny Afineevsky e i suoi collaboratori “dando così la sua benedizione al lavoro”, come scrive il “Fatto quotidiano”, in un clima di tale familiarità che il papa argentino ha addirittura offerto una torta al regista visto che era il suo compleanno. Continua

Mancano pochi giorni alla visita di Mike Pompeo in Vaticano, prevista per il 29 settembre, ma il Segretario di Stato americano ha già lanciato un avvertimento molto chiaro dalla prestigiosa rivista “First Things”.

Già nelle precedenti visite aveva spiegato al cardinale Parolin e a papa Bergoglio quanto era sbagliato l’accordo sottoscritto dalla Santa Sede col regime comunista di Pechino, perché danneggiava i cristiani cinesi e legittimava nel mondo una tirannia molto pericolosa (il Covid-19 è l’ennesimo esempio della sua perniciosità globale).

Ora quell’accordo provvisorio di due anni fa (rimasto peraltro segreto nei suoi contenuti) arriva a scadenza e il Vaticano è deciso a rinnovarlo nonostante il bilancio fallimentare di questi due anni.

Così il Segretario di Stato di Trump preme sul Vaticano perché si fermi e non rinnovi un così nefasto accordo. Su “First Things” spiega che, negli ultimi tempi, la situazione dei diritti umani in Cina è diventata ancora più grave soprattutto per i credenti. Continua