I titoli dei giornali sono a volte iperbolici. Vengono pensati per attirare l’attenzione dei lettori. Perciò, se capita di leggerne uno che recita “San Berlinguer, aiutaci tu!”, si immagina che sia solo una frase ad effetto. Ma l’articolo che seguiva questo titolo, apparso sul Venerdì di Repubblica, corrispondeva a quanto annunciato. Ed era un articolo serio. Continua

Le foto (francamente comiche) di Pier Luigi Bersani – ex segretario del Pd – vestito da salumiere, fruttivendolo, cassiere, prete, scaffalista e rider(sono le parti che ha deciso di interpretare in un film) fanno pensare a un remake di Zelig e sono la perfetta metafora dei post-comunisti.

La cui domanda fondamentale, dal crollo del Muro di Berlino del 1989, sembra essere questa: oggi che faccia indosso? Infatti il comunista di ieri è attualmente uno, nessuno, centomila. Continua

Mario Tronti – morto il 7 agosto a 92 anni – è stato celebrato dai media come intellettuale marxista e teorico dell’operaismo. La sua opera fondamentale è “Operai e capitale” del 1966.

IL NON DETTO

Ma c’è una sua stagione che non è stata ricordata nemmeno dai media cattolici: quella più anticonformista. L’ha menzionata il professore Massimo Borghesi – ordinario di Filosofia Morale all’Università di Perugia – nel suo blog (www.massimoborghesi.com) : “Senatore del Pd, Tronti ha rappresentato il volto di una sinistra profondamente critica dell’orientamento postmoderno, individualistico e relativistico, che segna la storia del progressismo dopo la caduta del comunismo. La sponda, nel suo caso, non era rappresentata dal neocapitalismo liberal ma dalla dimensione religiosa della vita. Al pari di Pietro Barcellona, Tronti ha rappresentato una sinistra che nel confronto con la fede e la pratica cristiana trovava il suo respiro ideale, la passione per la difesa dei poveri e degli emarginati della storia”. Continua

Se c’è un libro che ha cambiato la storia, nella nostra generazione, è sicuramente “Arcipelago Gulag” di Aleksandr Solzenicyn. Non a caso Raymond Aron definiva lo scrittore-dissidente russo – morto 15 anni fa – “l’homme du siècle”. La sua opera monumentale sull’immane macello del comunismo sovietico (e sulla menzogna dell’ideologia marxista dilagante nel mondo), fu pubblicata esattamente cinquant’anni fa, nel 1973. Continua

C’era una volta “la via italiana al socialismo”. Oggi c’è la via cinematografica al revisionismo. La formula “via italiana al socialismo” nacque con l’VIII Congresso nazionale del PCI, tenutosi nel dicembre 1956, subito dopo la rivolta d’Ungheria schiacciata nel sangue dai carri armati sovietici. Continua

Nell’Europarlamento, alla disastrosa direttiva europea sulla “casa green”, si oppongono insieme Partito popolare europeo e partiti conservatori. È il primo segnale di una diversa maggioranza possibile, nella UE, che manderà la sinistra all’opposizione?

A dire il vero non è il primo segnale. E, curiosamente, a lanciare l’allarmein Italia nei giorni scorsi non sono stati esponenti post-comunisti, ma uno storico dirigente della DC della prima repubblica: Guido Bodrato. Continua

Nel caos del Pd, fra risse di correnti, pessime notizie da Bruxelles e sondaggi apocalittici, è passata in secondo piano la vera novità politica: il (possibile) divorzio fra democristiani e comunisti con l’eventuale riesumazione di un simil-Pci sulle ceneri del Pd e la fuoriuscita della cosiddetta “componente cattolica” (la vecchia sinistra dc). Continua

Secondo una recente ricerca (Il Fatto quotidiano, 8/9) il PD va male nelle fasce popolari (ha meno del 10% del voto operaio) ed è invece il primo partito fra coloro che guadagnano più di 5 mila euro al mese (35%). Il Centrodestra è forte in tutte le fasce di reddito e il M5S è il primo partito fra chi prende meno di mille euro.

ROSSO ANTICO

Come si è prodotta una tale mutazione genetica del partito erede del Pci? Da partito della classe operaia a partito della ZTL. Sempre un partito di classe, ma a rovescio…

Nel 1974 Paolo Sylos Labini pubblicò un libro importante, “Saggio sulle classi sociali” (Laterza) da cui – fra l’altro – emergeva il forte radicamento popolare della Democrazia cristiana (non solo fra i contadini, ma anche fra gli operai), insieme al suo tradizionale radicamento nel ceto medio.

La forza politica della DC derivava proprio da questo interclassismo che le permetteva di fare sintesi fra i diversi interessi e guidare la crescita economica e sociale (straordinaria in quegli anni) dell’Italia. Continua

È passato inosservato un curioso ritorno del tema del comunismo su “Repubblica”. Eppure nell’entusiastico articolo di Francesco Merlo sul patto fra Pd e Calenda (Repubblica 3/8) c’era un passaggio clamoroso:

“Questa neonata grande coalizione è un altro passo, forse quello definitivo, della Bad Godesberg di Enrico Letta, della scelta definitivamente occidentale ed europea che la sinistra italiana insegue da cinquant’anni, dai tempi del ‘Neurocomunismo’ (1976) di Berlinguer, Marchais e Carrillo: 50 anni di mal di testa”.

Dice proprio “Neurocomunismo”. Non è un lapsus perché Merlo lo aveva già scritto il 13 marzo, a proposito della manifestazione di Firenze per l’Ucraina: Continua

Il 25 maggio alla Camera dei Deputati è stato celebrato il centenario della nascita di Enrico Berlinguer. Un giusto omaggio a un uomo da tutti stimato.

Ma il segretario del Pd Enrico Letta, intervenendo, ha rivendicato anche l’eredità storico-politica del Pci: come Segretario del Partito Democratico, sento questo dovere come un momento di confronto con l’eredità politica di quel Partito Comunista Italiano che Berlinguer e la sua generazione – mi faccia qui ricordare l’ex Presidente della Repubblica Napolitano (…) – quella generazione costruì appunto quella storia politica che ha lasciato un segno così forte e indelebile nella storia del nostro Paese che noi consideriamo, noi, la nostra comunità dei democratici e delle democratiche, una parte fondamentale dell’eredità che vogliamo portare avanti. Il nostro partito oggi vuole seminare in tempi nuovi quei valori che sono stati il meglio della prima repubblica, perché noi non rinneghiamo la storia del nostro Paese… una grande storia politica in cui la figura di Enrico Berlinguer è una delle migliori espressioni e uno dei migliori esempi”.

Oggi il Pd è ultra atlantista, i suoi esponenti si ergono a giudicidell’atlantismo altrui e “processano” il passato dei partiti del Centrodestra. Ma quando mai i comunisti italiani confluiti nel Pd hanno fatto processi al proprio passato? Il Pd non ha mai preso le distanze dall’“eredità politica” del Pci. L’ha rivendicata. Continua