Venti anni (oggi) dalla morte di don Luigi Giussani. Ne colsero lo straordinario carisma uomini come Augusto Del Noce, Giovanni Testori e Hans Urs von Balthasar, ma in particolare Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger che ne valorizzarono l’opera per la Chiesa (adesso è in corso il processo di beatificazione).

In passato qualche sociologo studiò l’impatto culturale, sociale e politico della sua azione. Ma in questi vent’anni di sonnambulismo conformista, dei media e della cultura, quasi nessuno ha analizzato e compreso l’influenza che egli ha avuto nella storia italiana del secondo Novecento. La Chiesa invece l’ha capita. Continua

AVEVA COMPASSIONE DI TUTTI ED E’ VENUTO PER LIBERARE I FRATELLI DA OGNI MISERIA E INFELICITA’

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Per gentile concessione dell’editore pubblichiamo un brano tratto da Luigi Giussani, “Una rivoluzione di sé. La vita come comunione (1968-1970)”, Rizzoli editore, pp. 324, euro 17 (in libreria dal 16 luglio).

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di don Luigi Giussani

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Vediamo, dunque, dapprima quello che significò la venuta di quell’uomo, il camminare per le strade di questo mondo di quell’uomo che era comunione col Padre. (…)

È venuto perché, attraverso il dono di Sé ai fratelli, il dono della Sua forza, il dono di qualcosa che Lui aveva dentro – pensiero, parola, potenza trasformatrice, taumaturgica –, i fratelli fossero liberati da ogni miseria. In Lui c’era una attenzione, dunque, profonda al fratello che il Padre Gli faceva incontrare. Il progetto Suo era grande come il mondo: «Venite a me voi tutti che siete stanchi e schiacciati e io vi libererò». «Senza di me nessuno può far nulla.» Continua

Suggerisco la lettura del Messaggio Urbi et orbi del Papa per la Pasqua QUI.

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Il nome Pasqua viene dall’ebraico Pesach che significa passaggio (il passaggio degli Ebrei attraverso il mar Rosso, dalla schiavitù d’Egitto alla liberazione). Per i cristiani è la resurrezione: il passaggio di Gesù dalla morte alla vita.

Ma in questi giorni sembra che la settimana di Passione non passi e resti inchiodata al buio del venerdì santo. Infatti il mondo rimane sull’orlo dell’abisso, fra violenze atroci e guerre che rischiano di diventare planetarie. Continua

L’Ucraina, il Nagorno armeno, il Medio Oriente: è una “terza guerra mondiale a pezzi”. L’espressione di papa Francesco sembra ormai descrivere la realtà che può diventare anche più drammatica. Speriamo di non rivedere una catastrofe planetaria.

È una prospettiva così spaventosa che preferiamo non pensarci, come se fossero cose lontane che in fondo non ci riguardano se non per le ricadute economiche. È comprensibile e umano. In fondo ciascuno di noi ha già i suoi problemi, i suoi dolori, a volte anche drammi personali e familiari e sentiamo di non farcela a caricarci di tutte le sofferenze del mondo. Ci sembrano schiaccianti. Continua

Questa è la mia riflessione – pubblicata su “Libero” – sul “caso Carron”, una pagina che CL deve lasciarsi alle spalle per tornare finalmente a Giussani e riprendere il cammino interrotto alcuni anni fa. Cammino che può essere ripreso solo – come ripete la Santa Sede – rendendosi conto degli errori che sono stati fatti e con un rinnovamento di persone che non può riguardare il solo Carron. Davide Prosperi, incaricato dalla Chiesa di guidare il Movimento di CL verso questa rinascita, merita la fiducia, l’amicizia e l’aiuto di tutti.

 

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Dal Meeting di Rimini sono passati quest’anno il presidente della Cei, molti ministri dell’attuale governo, i due vicepremier e addirittura il presidente della Repubblica. Continua

Un giorno del 1991 Giorgio Bocca, su “Repubblica”, lo definì “l’unico grande talento letterario”. Un riconoscimento per Giovanni Testori di cui oggi si torna a parlare e non solo perché quest’anno ricorre il centenario della nascita e (il 16 marzo) il trentennale della morte.

Parole coraggiose quelle di Bocca, visto che il mondo intellettuale laico – di cui “Repubblica” era il tempio – non “perdonava” al grande trasgressivo lombardo, il suo ritorno a Dio degli anni Settanta che diventò addirittura amicizia e affetto verso don Luigi Giussani e i “ragazzi” di Comunione e Liberazione. Un vero scandalo, per i salotti intellettuali. Cos’è che non capirono? Continua

Il giorno di ieri, 15 ottobre 2022, a 100 anni esatti dalla nascita di don Luigi Giussani, potrebbe in futuro essere ricordato come l’inizio della rinascita di Comunione e Liberazione. Sarebbe un evento molto importante sia per la Chiesa che per il nostro Paese.

Se questa “resurrezione” avverrà il merito più grande andrà riconosciuto a papa Francesco, che – negli ultimi due anni – ha fatto il possibile e l’impossibile per rianimare i movimenti ecclesiali.

Infatti il discorso del Santo Padre, ai 60 mila ciellini che riempivano Piazza San Pietro, è stato commovente, paterno e pieno di speranza. Ha iniziato ricordando don Giussani a cui Francesco ha espresso la sua “personale gratitudine per il bene che mi ha fatto, come sacerdote” meditare sui suoi libri. Essendogli grato “anche come Pastore universale per tutto ciò che egli ha saputo seminare e irradiare dappertutto per il bene della Chiesa”. Continua

Molti ciellini non comprendono che bisogno abbia il Meeting di Rimini di trasformarsi in palcoscenico del Potere, riducendo una bella manifestazione, a cui partecipano tanti giovani desiderosi di conoscere Gesù Cristo, a passerella dell’establishment politico ed economico.

Il Meeting nacque con lo scopo opposto. La prima edizione del 1980 (più povera, ma strepitosa nei contenuti) fu dedicata a “La pace e i diritti dell’uomo” e in particolare al dissenso in Urss quando in Italia parlare dei dissidenti nei regimi comunisti era eroico.

Il libro fondamentale per i ciellini, in quegli anni, era firmato dal grande dissidente cecoslovacco Vaclav Havel: “Il potere dei senza potere”.Proprio ciò che il Meeting originariamente voleva mettere in primo piano: si ricorda ancora la presenza a Rimini di Madre Teresa di Calcutta nel 1987.

Perché non tornare a quell’intuizione? Oltretutto il Potere – nella versione politica o economica – è già sotto i riflettori 365 giorni all’anno. Continua

Il centenario di don Luigi Giussani – nato il 15 ottobre del 1922 – accomuna quest’anno il fondatore di Comunione e Liberazione a personalità apparentemente a lui lontane. Infatti in quel 1922 nacque anche, il 5 marzo, Pier Paolo Pasolini. Inoltre morirono Giovanni Verga, il 27 gennaio, e Marcel Proust, il 18 novembre.

In realtà qualcosa di profondo li unisce, una stessa intuizione della modernità che ha a che fare con la fine della cristianità.

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Ieri don Julian Carron si è dimesso dalla presidenza della Fraternità diComunione e Liberazione. È stata una decisione inattesa perché il Decreto della Santa Sede sulle “Associazioni di fedeli”, dell’11 settembre scorso, dava due anni di tempo (quindi fino al settembre 2023) per rinnovare gli incarichi di governo dei Movimenti.

Tale Decreto stabilisce “un periodo massimo di dieci anni” per questi incarichi e siccome Carron era presidente dalla morte di don Giussani (2005) non poteva più essere rieletto.

La Santa Sede ha voluto definire questi “limiti ai mandati di governo” in tutti i movimenti perché – si legge nella Nota esplicativa vaticana – “la mancanza” di tali limiti “non di rado favorisce, in chi è chiamato a governare, forme di appropriazione del carisma, personalismi, accentramento delle funzioni nonché espressioni di autoreferenzialità”.

Papa Bergoglio, in un recente incontro con i movimenti, ha aggiunto: “cadiamo nella trappola della slealtà quando ci presentiamo agli altri come gli unici interpreti del carisma, gli unici eredi della nostra associazione o movimento”. Continua