A 150 anni dalla nascita di Gilbert K. Chesterton si potrebbe ricordare questo meraviglioso scrittore inglese per innumerevoli motivi.
Potremmo citare i suoi divertenti e profondi paradossi, specialmente quelli che irridono i dogmi della modernità. O quelli sugli intellettuali (“ciò che comunemente chiamiamo mondo intellettuale si divide in due categorie di persone: coloro che venerano l’intelletto e coloro che lo usano”).
E si potrebbero ricordare certe sue battute “profetiche” sui tempi futuri in cui – diceva lo scrittore inglese – occorrerà audacia anche per affermare che i prati sono verdi in primavera (è proprio ciò che accade oggi, con l’enorme lontananza dell’ideologia dalla realtà e la proibizione di indicare l’evidenza delle cose). Continua