Il cosiddetto “caso Di Cesare” non deve essere ridotto a una polemica di giornata o a provvedimenti contro la professoressa Donatella Di Cesare (che io, francamente, eviterei). È invece un’occasione per fare finalmente una seria riflessione culturale e politica. Che non è mai stata fatta davvero.

L’antefatto è il tweet che la Di Cesare, docente di filosofia all’Università La Sapienza di Roma, ha scritto per la morte della brigatista rossa Barbara Balzerani. In quel tweet, poi cancellato dalla docente, si leggeva: “La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee. Con malinconia un addio alla compagna Luna”. Continua

“Continua ad affiorare dall’oscuro mare dell’oblio l’imponente opera di padre Pavel A. Florenskij, oggi riscoperto in gran parte d’Europa come uno dei maggiori pensatori del XX secolo”.

Così scriveva, nel 2011, Natalino Valentini. Tuttavia – aggiungeva – nonostante il “crescente interesse”, anche in Italia, “tranne poche eccezioni, la cultura (filosofica, scientifica, estetica, linguistica, teologica…) stenta a misurarsi con questo gigante del pensiero umano”. Continua

Il “caso Bigon” non è  affatto un piccolo episodio, una “faccenda locale”, un fatterello marginale come si vuol far credere.

Dimostra che il vero “suicidio assistito” è quello dei cattolici del Pd, come peraltro molti anni fa aveva previsto Antonio Gramsci. E dimostra che il progetto politico-ideologico su cui il Pd fu fondato nel 2007 è ormai completamente fallito. Continua

La riflessione più profonda e interessante sul “caso Benedetto XVI” e sulla sua rinuncia è stata fatta, negli anni scorsi, da intellettuali non cattolici che provenivano dal pensiero marxista come Massimo Cacciari e Mario Tronti, ma anche Giorgio Agamben. Ne ho parlato nel libro “Il dio Mercato, la Chiesa e l’Anticristo” (Rizzoli). I pensieri esposti in questo articolo sono approfonditi anche nel mio libro “Il segreto di Benedetto XVI” (Rizzoli).

___________________________________________________________________

A un anno dalla morte di Benedetto XVI si leggono commenti che esprimono stima e nostalgia. Pochi ricordano la dura ostilità che circondò il suo pontificato. Basti citare il discorso di Ratisbona rivolto all’Islam, la polemica per l’intervento (che poi non fece) all’Università di Roma, il suo insegnamento sui “principi non negoziabili”, la confutazione del cattoprogressismo e del modernismo teologico. Continua

Nel caos del Pd, fra risse di correnti, pessime notizie da Bruxelles e sondaggi apocalittici, è passata in secondo piano la vera novità politica: il (possibile) divorzio fra democristiani e comunisti con l’eventuale riesumazione di un simil-Pci sulle ceneri del Pd e la fuoriuscita della cosiddetta “componente cattolica” (la vecchia sinistra dc). Continua

La gente comune – alle prese con i problemi veri – se ne infischia: le lunghe fasi del Congresso del PD sono attraenti per gli italiani quanto un campionato di uncinetto o come la trentesima proiezione consecutiva della Corazzata Potëmkin”.

Per gli avversari del PD sono uno spasso perché possono così godere del lento suicidio di un partito che già alle elezioni ha scelto la strategia Tafazzi. Per i giornali – perlopiù simpatizzanti del centrosinistra – questa agonia permette disperate e pensose diagnosi che a volte si trasformano in lamento funebre. Continua

“Che implicazioni ha la svolta autoritaria dello stato italiano? Tutto va secondo le procedure della democrazia, e alla fine ci sarà la ratifica parlamentare, esiste la libertà di stampa e di critica, ma bisogna dirlo: la sostanza è quella di una democrazia illiberale”.

Chi ha scritto queste cose a proposito del Green pass? Giorgio Agamben? Massimo Cacciari? Carlo Freccero? No. L’ultragovernista Giuliano Ferrara. Ha esagerato col paradosso. Ovviamente il Green pass può essere criticato, ma non è certo la morte della “democrazia liberale”.

In questi giorni pure Giorgio Agamben è tornato sull’argomento, in audizione al Senato, arrivando a dire: E’ possibile che cittadini di una società che si pretende democratica si trovino in una situazione peggiore di quelli dell’Unione Sovietica di Stalin?” Un pensiero assurdo. Evidentemente si ignora cosa era il comunismo staliniano. Continua

IRRIVERENTE

Nel coro unanime di lodi che si sono levate per Roberto Calasso, in occasione della sua scomparsa, l’unica voce dissonante che ho letto è stata quella del matematico Piergiorio Odifreddi che sulla Stampa (1/8) ha scritto fra l’altro: “L’astuzia editoriale di Calasso, che ‘infiniti addusse danni’ alla cultura italiana, è stata di andare a cercare con il lanternino opere scientifiche borderline, che ben si sposassero con quelle dei filosofi e dei pensatori esoterici o new age che invece costituiscono il nocciolo duro delle pubblicazioni adelphiane”. Continua

AMARCORD

Sul Foglio (24/7) Claudio Giunta dedica due pagine celebrative ad Armando Petrucci (1932-2018), storico, letterato e accademico.

Però obietta: “Il volume degli ‘Scritti civili’ fa riflettere e non solo in positivo. Per più ragioni, avrei evitato di ristampare la lettera che qui invece secondo cronologia (è del 1972) apre il libro, una lettera di dimissioni dalla Mediaeval Academy of America scritta per protesta contro la guerra in Vietnam e in cui sciaguratamente si definiscono gli Stati Uniti come ‘la vivente reincarnazione’ della Germania nazista”. Continua

(PRE)GIUDIZIO UNIVERSALE

Pochi giorni dopo aver vinto il Premio Strega (8 luglio) Emanuele Trevi ha fatto una clamorosa scoperta e il “Corriere della sera” (16/7) ha dedicato un’intera pagina al suo epocale scoop.

Lo scrittore anzitutto confida ai lettori: “io, come tutte le persone di buona volontà… mi ero fatto un’idea abbastanza coerente e rassicurante del no vax: un cretino tendenzialmente fascista, che nutre sentimenti ingiustificati di rancore verso il sapere autentico, sostituito da notiziole senza capo né coda ricavate dal telefonino”, quindi gente strana, “qualcosa di remoto”, infatti – aggiunge – “credevo di non conoscere personalmente un no vax”.

Si noti: lo scrittore fa un accurato identikit del no vax (anche più dettagliato delle poche righe citate) però avverte candidamente il lettore che lui non ne conosce neanche uno. Cionondimeno è convinto che si tratti di “un cretino tendenzialmente fascista”. Continua