Con la simultanea crisi – politica ed economica – di Germania e Francia, l’egemonia di questi due Paesi sull’Unione europea si appanna molto. Si apre una nuova fase. Di fatto oggi l’unico dei grandi Paesi fondatori davvero stabile, sia politicamente che economicamente, è l’Italia e questo spiega perché Ursula von der Leyen ha cambiato maggioranza per la sua nuova Commissione puntando sulla presenza dell’Italia.

Ma adesso – in un contesto internazionale di guerra e alla vigilia dell’insediamento del presidente Trump negli Stati Uniti – bisogna riflettere su quale Unione europea e quale Europa (non sono la stessa cosa) occorre (ri)costruire. Continua

È significativa la decisione di celebrare la riapertura solenne della cattedrale di Notre Dame, a Parigi, dopo l’incendio del 2019, proprio l’8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione.

L’UMILE REGINA

La cattedrale è dedicata appunto alla Madonna e parlano di lei tante bellezze artistiche fiorite nel corso dei secoli in questo glorioso gioiello gotico: dalle vetrate, alle statue, agli arazzi, ai dipinti. Soprattutto l’altar maggiore che Luigi XIII volle nel 1638 per ringraziare la Madonna della nascita dell’erede al trono. Il sovrano così dedicò alla Vergine il regno di Francia. Continua

Che significa quella sorta di inno, un po’ ermetico, che Massimo Cacciari ha dedicato specialmente alla Madonna del parto di Piero della Francesco con il piccolo volume, edito dal Mulino, La passione secondo Maria? Dobbiamo davvero pensare che, dal marxismo giovanile, sia alla fine approdato fra i devoti della Santa Vergine?

Il giornale della Cei Avvenire ha subito celebrato il suo libro con una pagina intitolata: “In Maria si manifesta l’ordine del mondo”. Siamo dunque alla conversione? No. Cacciari non si è convertito.  Del resto non è nuovo a escursioni nel sacro e attorno alla figura della Madonna (basti citare il suo Generare Dio). Egli riunisce brillantemente in sé due tendenze intellettuali diverse. Continua

Il filologo Luciano Bossina tiene oggi a Torino una conferenza, in parte anticipata da Avvenire (26/11), sulla “physis”(natura): “nella letteratura e nella filosofia greca il termine physis ricorre ovunque, e si carica di valori profondi e sempre mutevoli”.

Ma – aggiunge Bossina – gli studiosi ebrei che, nel III secolo a.C., tradussero in greco la Bibbia (la Bibbia dei Settanta) “in tutto l’Antico Testamento non hanno mai trovato un termine equivalente… Dunque la ‘natura’ nell’Antico Testamento non c’è”. Compare solo nei libri che furono “composti direttamente in greco”.

E il Nuovo Testamento? Bossina spiega: “la parola ‘natura’ nei Vangeli non c’è. E Nemmeno negli Atti degli Apostoli. Gesù non l’ha mai pronunciata”. Continua

“Come fortemente voluto dal neopresidente Trump, la Bibbia arriva sui banchi di scuola. Il via sarà a brevissimo in Texas. Il board delle scuole dello stato del Texas ha varato in via preliminare un nuovo curriculum scolastico per i bambini dalla materna fino alla fine delle elementari in cui riferimenti biblici sono inclusi nel programma delle lezioni”.

Così scrive la Stampa (20/11). A dire il vero si tratta di un programma facoltativo. Il New York Times ha fatto qualche esempio: in una lezione per la scuola materna si parla di Gesù illustrando il Discorso della Montagna e in una per la quinta elementare si spiega L’Ultima cena di Leonardo rifacendosi al racconto evangelico. Continua

“America is New Rome”. Così Elon Musk ha rilanciato dei tweet di “Culture critic” che ieri sera avevano 21 milioni e mezzo di visualizzazioni e migliaia di like e commenti (numeri simili ha fatto il tweet di Musk sull’America come la Nuova Roma).

L’AMERICA EREDE DI ROMA

Il thread di “Culture critic” esordisce così: “L’America fu fondata per essere la vera erede dell’antica Roma. Ma la maggior parte delle persone non sa quanto siano profondi i parallelismi (…). Ecco perché viviamo ancora a Roma e perché questa volta non crollerà”. Continua

“Cerchiamo con il desiderio di trovare, e troviamo con il desiderio di cercare ancora. Cercando te, mio Dio, io cerco la felicità della vita”

Sant’Agostino

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Non sapendo più come attaccare Donald Trump ora si polemizza sui tatuaggi. A dar fuoco alle polveri è stata l’Associated press secondo cui “Pete Hegseth, veterano della Guardia nazionale dell’esercito e conduttore di Fox News nominato da Donald Trump a capo del Dipartimento della Difesa, è stato segnalato come possibile ‘minaccia interna’ da un collega militare a causa di un tatuaggio sul bicipite associato a gruppi di suprematisti bianchi”.

Hegseth “ha affermato di essere stato ingiustamente identificato come estremista a causa di un tatuaggio a forma di croce sul petto”. E l’Ap ha ribattuto che c’è anche “un tatuaggio diverso con la scritta ‘Deus Vult’”.

È intervenuto addirittura il vicepresidente eletto JD Vance su Twitter: “Stanno attaccando Pete Hegseth perché ha un motto cristiano tatuato sul braccio. Questa è un disgustoso bigottismo anticristiano da parte dell’AP, che dovrebbe vergognarsi”. Continua

Alain Finkielkraut, uno degli intellettuali più interessanti del nostro tempo, nacque a Parigi (da genitori ebrei polacchi sopravvissuti ad Auschwitz) nel 1949 ed esordì partecipando alla contestazione studentesca del maggio ’68 a Parigi.

Con gli anni prese le distanze dal conformismo progressista. Critico del politicamente corretto, nell’intervista rilasciata alla Stampa (12/11), riflettendo sulle recenti aggressioni di Amsterdam ai tifosi israeliani, fa considerazioni molto pungenti. Continua

Poco prima delle elezioni americane è uscito il libro dello storico francese Emmanuel Todd, La sconfitta dell’Occidente che fa una spietata analisi dell’autodistruzione dell’occidente euroamericano. Vi si trovano alcune ragioni del naufragio elettorale dei Dem (sulla linea Biden-Harris-Obama-Clinton) e della crisi della UE.

Però, il 5 novembre, il voto ha ribaltato quella linea suicida. Il New York Timesha titolato “L’America di Trump: la vittoria cambia il senso che la nazione ha di se stessa”. In effetti gli Stati Uniti hanno chiesto di ritrovare la propria identità. Ma con quali energie culturali e morali si potrà realizzare una svolta forte come quella di Ronald Reagan che chiuse il decennio della contestazione e del Vietnam? Continua