Il nuovo documento di Aiuto alla Chiesa che soffre, che s’intitola Perseguitati più che mai – Rapporto sui cristiani oppressi per la loro fede 2022-2024, è sconsolante. Ne emerge che la guerra ai cristiani, nel mondo, è sempre più pesante. Ma perché? Fino a quando?

Negli anni Novanta scrivevo per Il Giornale e mi capitava spesso di commentarenotizie relative ai cristiani perseguitati e martirizzati in molti paesi. Erano appena crollati i regimi comunisti dell’Est europeo, eppure i cristiani continuavano ad essere vittime di stati o gruppi violenti, come certi islamisti, ma non solo. Continua

E se l’astratta (e molto complessa) discussione sulle egemonie culturali – cresciuta a margine del problema della politica culturale – lasciasse finalmente il posto a una più concreta e utile riflessione sulle politiche della scuola e della formazione che riguardano milioni di giovani? Non è forse questa la più autentica politica culturale di un Paese?

È quanto pensa, con molte ragioni, Massimo Cacciari il quale sulla Stampa(12/9) afferma che occorre anzitutto “liberare la politica scolastica italiana da lacci a lacciuoli che la soffocano”. Continua

In qualità di mosca bianca, sul Corriere della sera di ieri, Ernesto Galli della Loggia ha firmato un editoriale in cui riflette sull’“Intifada studentesca”, in corso negli atenei americani ed europei, notando che essa ignora totalmente le ragioni di Israele: questo lo induce a ritenere che quindi “il vero obiettivo” sia un altro.

La “rivolta giovanile antisraeliana”, spiega, è “programmaticamente e radicalmente ostile all’Occidente in quanto tale”, Israele è solo “un simbolo, un capro espiatorio” del “rifiuto nei confronti dell’Occidente, della sua storia, dei suoi valori, dei fondamenti della sua antropologia – dall’ordine della bisessualità ad una genitorialità fondata sulla presenza di un uomo e di una donna”. Continua

L’editoriale di Ernesto Galli della Loggia“L’identità europea svanita” – è sorprendente visto chi lo ha pubblicato (il Corriere della sera del 5/2).

Considerando i finanziamenti alla ricerca della UE, quasi tutti convogliati sull’area tecnico-scientifica, mentre irrisori sono quelli per le materie umanistiche, Galli trae due conclusioni. Continua

Il libro di Roberto Vannacci, “Il mondo al contrario”, è stato il caso politico dell’estate ed è un fenomeno editoriale che ha stupito gli addetti ai lavori. Non si è mai visto un tale successo di vendite, oltretutto per un volume autoprodotto da un autore sconosciuto al grande pubblico.

A che si deve questo trionfo? Vannacci ha ironicamente ringraziato “Repubblica” che, il 17 agosto, estrapolando alcune frasi, ha “lanciato” il suo libro per suscitare un’ondata di sdegno e ha ottenuto l’effetto opposto. Continua

L’11 agosto scorso, sul Corriere della sera, Ernesto Galli della Loggia pubblicò una riflessione molto seria e controcorrente.

IL ROSSO E IL NERO

La sua tesi in sintesi era questa: “la peculiarità della storia italiana è stata quella di aver dato vita al fascismo, ma insieme anche a un fortissimo movimento comunista senza eguali in questa parte d’Europa” e “seppure in modi ovviamente ben diversi entrambi hanno rappresentato due patologie antidemocratiche”. Continua

I giornali celebrano i 100 anni di Henry Kissinger (27 maggio) elencando i suoi meriti e gli aspetti critici del suo lavoro per l’amministrazione Usa. Spesso una discussione sul passato. Ma Kissinger continua a proporre tuttora concrete riflessioni sul presente (per esempio la guerra in Ucraina). Sempre con il pragmatismo che lo ha connotato, distante dal furore ideologico sia dei liberal che dei neocon. Continua

Giovanni Paolo II ancorava l’amor di patria al comandamento: “Onora tuo padre e tua madre”. Un pensiero profondo, bellissimo, e ancora tutto da sviluppare.

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“Quando si farà l’Europa unita, i francesi ci entreranno da francesi, i tedeschi da tedeschi e gli italiani da europei”. La battuta di Indro Montanelli è la perfetta illustrazione dell’europeismo delle élite progressiste che hanno dominato in Italia in questi decenni.

Le quali – oltre all’idea di Patria – delegittimano addirittura la difesa dell’interesse nazionale che invece le classi politiche degli altri Paesi difendono vigorosamente.

Giustamente Ernesto Galli della Loggia, sul “Corriere della sera”, ha lamentato la cancellazione dell’identità nazionale che abbiamo subìtosempre più convinti a sproposito della presunta assoluta inattualità dell’idea di nazione (si provino gli illustri membri dell’Ispi o dell’Aspen a organizzare un seminario su tale inattualità a Parigi o a Berlino: si provino, si provino)”.

Spesso si “scomunica” il patriottismo sovrapponendolo al nazionalismo, ma è come confondere il polmone con la polmonite. Hanno caratteristiche e origini ben diverse.

È stato un papa, Giovanni Paolo II, a riproporre nel nostro tempo il valore del patriottismo, insegnando ad amare le patrie terrene come prefigurazione della patria celeste (e questo orizzonte trascendente è un antidoto ai nazionalismi). Continua

Dopo gli arresti, a Parigi, di alcuni latitanti italiani, si torna parlare degli “Anni di piombo” e di come fare i conti con quella sciagurata stagione.

Ernesto Galli della Loggia, sul Corriere della sera, scrive che è assurdo dibattere così di quell’epoca, 40 anni dopo, perché sarebbe come se nel 1980 si fosse accesa una disputa fra politici e intellettuali sull’entrata in guerra del 1940. In effetti l’Italia di Mussolini non esisteva più. Ma oggi possiamo dire la stessa cosa degli anni Settanta?

Chi ritiene ancora degno di riflessione quel passato è Walter Veltroni che ha scritto un libro su “Il Caso Moro e la Prima Repubblica”. La sua idea è che “Moro fu ucciso dalle BR, ma qualcuno lavorò perché quello fosse l’esito”. Secondo Veltroni “le due grandi potenze”, Usa e Urss, “avevano entrambe nel mirino” il compromesso storico. In sostanza, a suo avviso, avversavano il Pci berlingueriano al governo. Quindi – secondo il titolo di una sua intervista a Repubblica – “il terrorismo fu usato dai poteri marci. Si può dare clemenza solo in cambio della verità”.

Invece Gianni Oliva sulla Stampa osserva che per “fare i conti” con quel passato “non basta chiarire le dinamiche di un attentato o di un omicidio”, ma “bisogna risalire alle derive” di quegli anni.

Oliva nota che, finito il terrorismo, si passò oltre, rimuovendo tutto. Uno dei fondatori delle BR, Alberto Franceschini, un giorno dichiarò: “Noi, allora, eravamo quelli che facevano ciò che tanti altri dicevano si dovesse fare”. Continua

L’agonia di questo governo si trascina in un’imbarazzante ricerca di transfughi che paralizza tutto, mentre l’Italia è in emergenza sanitaria ed economica. L’obiettivo è un qualche rattoppamento dell’esecutivo. Oggi Eugenio Scalfari su “Repubblica” sostiene che “Conte è appoggiato in questo suo tentativo anche dal presidente della Repubblica”. Ma, per quanto mi risulta, questo non è vero. Il Presidente Mattarella è invece il primo ad essere sconcertato dalla situazione a cui vorrebbe metter fine per dare all’Italia la stabilità di guida di cui ha assoluto bisogno. Ed ecco l’articolo che ho pubblicato stamani su “Libero”.

 

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Ma come e perché siamo arrivati a questo punto? Come e perché ci siamo ritrovati ad essere fra i paesi più devastati del mondo dal Covid (per numero di vittime e crollo economico), mentre il governo dà lo spettacolo avvilente di questi giorni?

Perché questo esecutivo non risponde del suo fallimento, nemmeno in Parlamento, sebbene (come dimostra il formidabile libro di Luca Ricolfi, “La notte delle ninfee”) i suoi disastrosi errori siano palesi?

Come e perché quell’Italia che è stata un tempo la quarta potenza industriale del mondo, oggi depressa e collassata, è ormai un cumulo di rovine? Continua