La migliore analisi su Maurizio Landini e su Elly Schlein – ieri insieme in piazza a Bologna, alla nostalgica ricerca della sinistra perduta – è stata fatta da Maurizio Crozza.

Nel repertorio del comico genovese – di sinistra – resta memorabile la rappresentazione del sindacalista della Cgil urlante, e con i gettoni nel borsello, alla ricerca (con la Camusso) di una cabina telefonica per informare i giornali di una manifestazione, a bordo di una 128 con la vecchia autoradio dove sentono la cassetta dei New Trolls (per dire che i sindacati sono “una bolla spazio-temporale rimasta imbrigliata negli anni Settanta”). Continua

Paolo Mieli, che è un po’ la Cassazione del mondo progressista, ha emesso ieri una sentenza – in un editoriale del Corriere della sera – molto preoccupante per il Pd a guida Schlein.

Dopo aver riconosciuto alla nuova segreteria – con malcelata ironia – “un bilancio più che positivo” nel dar vita a polemiche quotidiane con il centrodestra, Mieli la affonda dicendo che fa continue baruffe perché “per la sinistra sarebbe terribilmente più complicato indicare una prospettiva diversa. Ad esempio, una via credibile per tornare al governo”. Continua

Nei giorni scorsi Roberto Vicaretti, su RaiNews24, ha realizzato, con Giuseppe Liturri, una lunga e interessante intervista a Yanis Varoufakis che – com’è noto – era il Ministro delle Finanze nel primo governo Tsipras.

È colui che, durante la crisi greca del 2015, nelle trattative fra il governo di Atene e l’Eurogruppo, tentò di scongiurare il peggio per il suo Paese, dimettendosi dopo aver amaramente constatato l’impossibilità di far approvare le sue proposte. Continua

C’è una celebre battuta di Oscar Wilde: “perdere un genitore è una disgrazia, perderli entrambi rasenta la sbadataggine”. Si può dire che per il Pd perdere il potere è una sciagura, ma perdere addirittura se stesso(con questo esito delle primarie) è un’imperdonabile distrazione. Oltretutto è accaduto dopo una lunga serie di perdite (ed errori).

I Dem di Enrico Letta, a luglio, hanno perso l’alleanza con il M5S, poi hanno perso anche quella con Carlo Calenda (Renzi lo avevano scartato a priori) e hanno finito con il perdere le elezioni politiche e il governo. Di conseguenza Letta ha perso la segreteria. Continua

Nell’Europarlamento, alla disastrosa direttiva europea sulla “casa green”, si oppongono insieme Partito popolare europeo e partiti conservatori. È il primo segnale di una diversa maggioranza possibile, nella UE, che manderà la sinistra all’opposizione?

A dire il vero non è il primo segnale. E, curiosamente, a lanciare l’allarmein Italia nei giorni scorsi non sono stati esponenti post-comunisti, ma uno storico dirigente della DC della prima repubblica: Guido Bodrato. Continua

Nel caos del Pd, fra risse di correnti, pessime notizie da Bruxelles e sondaggi apocalittici, è passata in secondo piano la vera novità politica: il (possibile) divorzio fra democristiani e comunisti con l’eventuale riesumazione di un simil-Pci sulle ceneri del Pd e la fuoriuscita della cosiddetta “componente cattolica” (la vecchia sinistra dc). Continua

Non si sa se questo PD sopravvivrà alla disfatta elettorale, al vuoto di leadership e di strategia, allo smarrimento di identità e alla caotica, conflittuale, estenuante “costituente” che si è avviata con le dimissioni di Enrico Letta.

Non si sa se il Pd esploderà in mille pezzi, con il M5S, da una parte, e il duo Renzi/Calenda, dall’altra, che se ne contendono le spoglie. I sondaggi sono sempre più cupi e – negli ultimi tempi – la Sinistra, nel suo insieme, ha rovinosi crolli di immagine sui media. Continua

La gente comune – alle prese con i problemi veri – se ne infischia: le lunghe fasi del Congresso del PD sono attraenti per gli italiani quanto un campionato di uncinetto o come la trentesima proiezione consecutiva della Corazzata Potëmkin”.

Per gli avversari del PD sono uno spasso perché possono così godere del lento suicidio di un partito che già alle elezioni ha scelto la strategia Tafazzi. Per i giornali – perlopiù simpatizzanti del centrosinistra – questa agonia permette disperate e pensose diagnosi che a volte si trasformano in lamento funebre. Continua

Immersi nelle polemiche del giorno, rischiamo di non vedere – per dirla con Bersani – la mucca nel corridoio. Oltretutto non è una pacifica mucca, ma un Dragone, enorme e vorace. Di colore rosso.

Qualcuno però se n’è accorto e ha suonato l’allarme. L’ex premier australiano Kevin Rudd – esperto di Cina – ha firmato un saggio su “Foreign Affairs” in cui spiega che il XX Congresso del Partito Comunista Cinese, concluso da poco, ha segnato una svolta storica. Oltre a consacrare il dominio incontrastato di Xi Jinping, ha sancito il ritorno del marxismo-leninismo come ideologia guida di una grande potenza planetaria: “il presidente cinese” scrive Rudd “crede profondamente nel marxismo-leninismo, la sua ascesa certifica il ritorno su scala mondiale dell’uomo ideologico”. Continua

Stando a ciò che ha scritto Matteo Renzi nel suo libro – secondo l’anticipazione di ieri del “Corriere della sera” – il PD dovrebbe chiedere scusa agli italiani, al Centrodestra e al M5S.

Infatti qual è stato il ritornello di Enrico Letta e del suo partito dal 20 luglio, per tutta la campagna elettorale?

Hanno ripetuto di continuo che il Centrodestra e il M5S sono irresponsabili perché hanno fatto precipitare il Paese nel baratro della crisi di governo e delle elezioni anticipate mentre viviamo una situazione nazionale e internazionale tragica.

Centrodestra e M5S sono stati accusati dal Pd di aver mandato a casa Draghi tradendo così l’Italia e gli interessi degli italiani, per meschini interessi di bottega partitica.

Ma in realtà le cose sono andate in modo opposto, come racconta Renzi, uno dei protagonisti che ha vissuto in prima persona le ore convulse del 20 luglio che hanno portato allo scioglimento anticipato delle Camere.

Ieri è uscita l’anticipazione dell’edizione aggiornata del suo libro, “Il mostro”, in cui l’ex segretario del Pd ricostruisce le sue mosse dopo che il M5S prese le distanze dal governo.

Prima iniziativa. Renzi avvicina Giorgetti: “Giancarlo, sai meglio di me che sarà un autunno complicato. Se mandiamo a casa Draghi per chiunque governerà sarà peggio. Anche per voi”.

Gli chiede dunque di convincere Salvini: “Se dice davvero di sì al Draghi bis, io provo a convincere il Pd”. Salvini non è entusiasta, ma dice sì al Draghi bis “la Lega c’è. E se c’è la Lega” scrive Renzi “Forza Italia non può che starci”. Continua