Nei giorni scorsi Roberto Vicaretti, su RaiNews24, ha realizzato, con Giuseppe Liturri, una lunga e interessante intervista a Yanis Varoufakis che – com’è noto – era il Ministro delle Finanze nel primo governo Tsipras.

È colui che, durante la crisi greca del 2015, nelle trattative fra il governo di Atene e l’Eurogruppo, tentò di scongiurare il peggio per il suo Paese, dimettendosi dopo aver amaramente constatato l’impossibilità di far approvare le sue proposte.

Ha raccontato questa traumatica vicenda in un libro drammatico, “Adulti nella stanza. La mia battaglia contro l’establishment dell’Europa” (La nave di Teseo), che fa capire come le tecnocrazie dei palazzi europei considerino le sofferenze sociali che vivono i popoli.

Varoufakis, che ha fondato il movimento DIEM25 per la democrazia in Europa e guida un nuovo partito di sinistra, MeRA25 (Fronte della Disobbedienza Realistica Europea), è un economista noto a livello internazionale, docente in varie università, ed è un europeistaconvinto, sebbene molto critico delle politiche economiche finora praticate dalla UE e dell’attuale assetto istituzionale dell’Unione.

È dunque una personalità politica della Sinistra europea, cioè della famiglia del Pd, perciò non può essere accusato di pregiudizio ideologico.

Questa premessa è necessaria perché nella sua intervista Varoufakis ha espresso alcuni clamorosi giudizi sull’Italia che meritano attenzione e meriterebbero anche una riflessione da parte del Pd e dei suoi vicini (come il M5S da una parte e il polo di Calenda e Renzi dall’altra).

Dunque l’intervistatore gli ha chiesto se il governo italiano – a suo avviso – fa bene a non andare verso la ratifica del Mes.

La risposta data dal politico ed economista greco è significativa: “è molto strano per me essere d’accordo con il governo Meloni, però il Mes è assolutamente irrilevante a mio avviso. È stata un’istituzione terribileche in ultima analisi non ha svolto praticamente nessun ruolo nel migliorare la crisi dell’eurozona. Se non fosse stato per la Bce che ha stampato sei trilioni di euro il sistema sarebbe crollato. Non aveva la capacità di gestire la crisi, non l’ha gestita. È stata una distruzione. Facciamone a meno. È stata una brutta idea che alla fine non ha svolto assolutamente nessun ruolo. In Parlamento [italiano, ndr] non dovrebbero spendere più di 5 minuti per parlare di questo tema”.

La risposta – necessariamente sintetica (perché in realtà il Mes riformato non è solo inutile, è anche dannoso) – viene da un economista, che quindi conosce bene la materia (anche per la dura esperienza della Grecia). E viene da un esponente della Sinistra che – ripeto – è un convinto europeista. Perciò non può essere accusato di voler sabotare l’Ue, di “sovranismo” o altre sciocchezze del genere. Dovrebbero riflettere sulle sue parole coloro che, in Italia, invocano ogni giorno la ratifica del Mes come una decisione salvifica.

L’intervistatore poi gli ha poi chiesto cosa pensa della Sinistra italiana, se considera il Pd un partito di sinistra e progressista e se ritiene di poter dialogare con il Pd anche in sede europea.

Ecco la risposta di Varoufakis: “Il Pd ha fatto tanti danni in Italia. Non ha agito da partito di sinistra e non ha agito nell’interesse degli italiani e degli europei. Elly Schlein è una mia cara amica, le auguro il meglio. Avrà un grosso problema nel gestire il partito che adesso guida perché ha ereditato tutti i problemi di quel partito”.

Quanto al dialogo Varoufakis è pronto a dialogare con tutti, “ma – dice – sulle cose che veramente sono importanti” come le questioni del debito pubblico, delle banche o le politiche economiche: “Questi sono i problemi che abbiamo e che non sono discussi in Europa e questa è la nostra tragedia collettiva”.

Ci sono altri spunti interessanti in quell’intervista. Varoufakis da economista avverte che nell’ultima riunione dell’eurogruppo è stato deciso di tornare alle disastrose politiche di austerità, che “sommate all’aumento delle spese militari e al trilione di euro che l’Europa, dopo la guerra, dovrà sborsare per l’Ucraina, significa che i prossimi cinque anni saranno un altro capitolo nel libro dell’austerità che purtroppo stiamo leggendo insieme”.

Ma così un sistema economico e monetario come l’attuale eurozona, secondo Varoufakis, andrà “a schiantarsi sugli scogli. L’Europa si sta muovendo molto velocemente nella direzione sbagliata, in tutte le crisi: quella dei debiti, quella delle banche, quella della pandemia, dell’inflazione”. Oggi “serve una riconsiderazione razionale della strada da intraprendere” anche perché “il patto di stabilità non è mai stato rispettato (a violarlo per prima fu la Germania): è un finto patto che i potenti pretendono di applicare selettivamente contro i deboli dell’Unione europea”.

Naturalmente si può discutere sulle idee e sui giudizi di Varoufakis, ma è significativo che una voce di sinistra, non euroscettica, sottolinei la necessità di rivedere criticamente le politiche europee e pure quei totem – come il Mes – che la Sinistra italiana considera dogmi indiscutibili e intoccabili.

In Italia infatti è praticamente impossibile una discussione laica sul Mes e sulle questioni europee: immediatamente chi si azzarda ad avanzare critiche fondate viene fulminato dagli anatemi del partito mediatico e della Sinistra. Così non si difendono gli interessi degli italiani e nemmeno degli altri popoli europei.

È anche significativo che un osservatore che è fuori della mischia politica italiana e che, certamente, non è di destra, affermi che “il Pd ha fatto tanti danni in Italia”, che “non ha agito da partito di sinistra e non ha agito nell’interesse degli italiani e degli europei”. Si potrebbe rileggere la storia degli ultimi anni alla luce di questa considerazione.

Infine bisogna riflettere sulla sua previsione secondo cui l’UE, proseguendo con le sue politiche sbagliate, in questa situazione economica e politica internazionale, finirà per far schiantare la “nave Europa” sugli scogli. È un avvertimento da prendere in seria considerazione perché su quella nave ci siamo tutti.

 

Antonio Socci

 

Da “Libero”, 7 aprile 2023

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