Alla vigilia della pausa estiva e circa un anno dopo le elezioni che hanno riportato il Centrodestra al governo, si può fare un primo bilancio.

Se consideriamo tutti gli allarmi apocalittici della campagna elettorale sull’arrivo della “destra al potere” – dipinto da sinistra e giornali come l’irrompere dei lanzichenecchi – Giorgia Meloni può essere più che soddisfatta. Continua

Pur di attaccare Giorgia Meloni ieri “Repubblica” ha creato un caso su uno scambio di battute avvenuto durante la visita della premier al Senato degli Stati Uniti.

“Il rosso, il bianco e il verde nella bandiera italiana significano qualche cosa?”. Il democratico Chuck Schumer le ha posto questa domanda “a bruciapelo e dall’espressione dell’esperto politico Usa” scrive Repubblica “si coglie un pizzico di malizia”. Continua

La segreteria Schlein provoca molti mal di pancia nel Pd. Non solo per il “caso De Luca”. Soprattutto i cattolici e i moderati sono in crisi. Dopo l’uscita dal partito di personalità come Beppe Fioroni, Andrea Marcucci, Enrico Borghi, Caterina Chinnici e Carlo Cottarelli, pure la corrente “Base riformista” manifesta il suo malumore per lo spostamento a sinistra (“ci ritroviamo il Papa alleato della Meloni”).

In effetti venerdì è scoppiato un caso politico. Ed è finito un malinteso. Nel 2018 perfino Massimo D’Alema dichiarava: “In questo momento il principale leader della sinistra è il Papa”. Oggi la Sinistra è ko. Continua

La migliore analisi su Maurizio Landini e su Elly Schlein – ieri insieme in piazza a Bologna, alla nostalgica ricerca della sinistra perduta – è stata fatta da Maurizio Crozza.

Nel repertorio del comico genovese – di sinistra – resta memorabile la rappresentazione del sindacalista della Cgil urlante, e con i gettoni nel borsello, alla ricerca (con la Camusso) di una cabina telefonica per informare i giornali di una manifestazione, a bordo di una 128 con la vecchia autoradio dove sentono la cassetta dei New Trolls (per dire che i sindacati sono “una bolla spazio-temporale rimasta imbrigliata negli anni Settanta”). Continua

Il governo Meloni si trova a gestire un Pnrr voluto e progettato da altri (il governo Conte 2 giallorosso e il governo Draghi) e afferma di voler ricavare il meglio da un piano che appare pieno di falle e problemi.

Così da settimane il “partito mediatico”, il Pd e il M5S bombardano l’attuale esecutivo accusandolo di avere dubbi sul “messianico” Pnrr, di volerlo cambiare e di avere componenti – la Lega – che consigliano di spendere solo ciò che serve davvero. Continua

Nei giorni scorsi Roberto Vicaretti, su RaiNews24, ha realizzato, con Giuseppe Liturri, una lunga e interessante intervista a Yanis Varoufakis che – com’è noto – era il Ministro delle Finanze nel primo governo Tsipras.

È colui che, durante la crisi greca del 2015, nelle trattative fra il governo di Atene e l’Eurogruppo, tentò di scongiurare il peggio per il suo Paese, dimettendosi dopo aver amaramente constatato l’impossibilità di far approvare le sue proposte. Continua

Per anni l’Italia è stata criticata e irrisa come un Paese instabile, che cambiava continuamente i governi (quindi poco affidabile), devastato da conflitti sociali, scandali e crisi. Ci ritenevano poco credibili e abbiamo pagato un costo alto per questa marginalità.

Oggi siamo di fronte a un panorama opposto (ne accennavamo su queste colonne una settimana fa): tutti i maggiori Paesi europei sono nella tempesta dell’instabilità eccetto noi. La cosa è tanto clamorosa che stentiamo a rendercene conto. Continua

Quello che è accaduto venerdì – con l’intervento della premier Giorgia Meloni al Congresso della Cgil – è un fatto davvero importante.

È una pagina che sicuramente i paladini della guerriglia permanente(che ieri erano frastornati dall’evento) cercheranno di voltare alla svelta, per tornare ai toni incendiari. Invece dovrebbe essere ben meditata e valorizzata da chi ama questo nostro povero grande Paese. Continua