Nei giorni scorsi Roberto Vicaretti, su RaiNews24, ha realizzato, con Giuseppe Liturri, una lunga e interessante intervista a Yanis Varoufakis che – com’è noto – era il Ministro delle Finanze nel primo governo Tsipras.

È colui che, durante la crisi greca del 2015, nelle trattative fra il governo di Atene e l’Eurogruppo, tentò di scongiurare il peggio per il suo Paese, dimettendosi dopo aver amaramente constatato l’impossibilità di far approvare le sue proposte. Continua

Per anni l’Italia è stata criticata e irrisa come un Paese instabile, che cambiava continuamente i governi (quindi poco affidabile), devastato da conflitti sociali, scandali e crisi. Ci ritenevano poco credibili e abbiamo pagato un costo alto per questa marginalità.

Oggi siamo di fronte a un panorama opposto (ne accennavamo su queste colonne una settimana fa): tutti i maggiori Paesi europei sono nella tempesta dell’instabilità eccetto noi. La cosa è tanto clamorosa che stentiamo a rendercene conto. Continua

Quello che è accaduto venerdì – con l’intervento della premier Giorgia Meloni al Congresso della Cgil – è un fatto davvero importante.

È una pagina che sicuramente i paladini della guerriglia permanente(che ieri erano frastornati dall’evento) cercheranno di voltare alla svelta, per tornare ai toni incendiari. Invece dovrebbe essere ben meditata e valorizzata da chi ama questo nostro povero grande Paese. Continua

Il probabile (futuro) segretario del Pd, Stefano Bonaccini, nei giorni scorsi ha fatto questa considerazione:

“Giorgia Meloni non è una fascista. E’ una persona certamente capace. Ha idee molto lontane e diverse dalle mie. Dovrà dimostrare di essere all’altezza di guidare un governo come quello italiano. Sono pochi mesi che è partita. Io, anche quando critichiamo, dico a tutti: usiamo misura nelle critiche perché sono appena arrivati. Noi siamo stati al governo quasi ininterrottamente per un decennio. Il problema è che (quelli di centrodestra, nda) ti dicono: ma perché non le avete fatte voi (le cose che dite oggi, nda)?” Continua

Si può pensarla come si vuole sulla Costituzione (personalmente tornerei al suo testo originario), ma i partiti dovrebbero essere coerenti.

Periodicamente (anche di recente) la Sinistra e certi giornali esaltano a parole la Costituzione, considerandola intoccabile. Eppure è proprio la stessa Sinistra che, nel 2001, l’ha cambiata (in peggio): si trattava del titolo V della parte seconda della Carta. In seguito, nel 2016, il Pd ha provato a cambiarla di nuovo con Renzi premier, ma non ce l’ha fatta. Continua

Si è creata una strana situazione, in Italia. Da una parte c’è la realtà, la quale induce a ritenere che il nostro Paese abbia cominciato a vivere un “momento magico”. Dall’altra parte la maggioranza dei giornali, barricati nel bunker del pregiudizio universale, con il Pd e il M5S, che dipingono il presente come un “momento tragico”.

Infatti da tre mesi alimentano polemiche infinite su argomenti come rave party, fascismo, Pos, reintegro dei medici non vaccinati o “vicenda Cospito/41 bis”. Tutti temi lontani anni luce dalla vita normale degli italiani. Continua

Il governo Meloni ha un’opposizione parlamentare che però è divisa, confusa e senza proposte. Poi ha l’opposizione del “partito mediatico”che ogni giorno va a caccia di problemi o contraddizioni per bombardare l’esecutivo.

L’ultimo caso è quello delle accise. Una tempesta in un bicchiere di petrolio. Ieri anche un quotidiano di opposizione scriveva che effettivamente “in Europa, dal primo gennaio 2023, nessun paese ha rinnovato gli sconti sui carburanti”. Continua

Sui giornali del gruppo Gedi (La Repubblica e La Stampa) una grande firma come Lucio Caracciolo (direttore di “Limes”, rivista di geopolitica della stessa Gedi) è ospitato con rispetto.

Ma il suo pensiero è condensato nella frase: “la geopolitica va oltre gli schieramenti”. E non ricalca l’ideologia del “partito Gedi”. Così le sue realistiche analisi spesso sono urticanti per loro. Se formulate da altri verrebbero scomunicate. Continua

Il “fattore tempo” in politica è determinante. Non solo per scegliere il momento giusto di un’iniziativa o una dichiarazione. Si tratta anzitutto di saper guardare il presente in prospettiva storica, saper valutare gli sviluppi possibili, calibrare l’azione in base agli scenari futuri per influenzarli.

Questa premessa serve a capire uno dei principali messaggi che Giorgia Meloni sta lanciando dal suo insediamento: la premier ripete che questo governo ha davanti a sé cinque anni di lavoro, cioè tutta l’attuale legislatura. Continua