“Madre de’ Santi, immagine/ della città superna;/ del Sangue incorruttibile/ conservatrice eterna;/ tu che, da tanti secoli,/ soffri, combatti e preghi,/ che le tue tende spieghi/ dall’uno all’altro mar;/ campo di quei che sperano;/ Chiesa del Dio vivente…”.
Così inizia la Pentecoste di Alessandro Manzoni, l’ultimo dei suoi Inni sacri. Non so se è già stato notato – probabilmente sì e io arrivo per ultimo – ma Pier Paolo Pasolini doveva avere in testa il verso manzoniano “soffri, combatti e preghi”, quando ha scritto “Difendi, conserva, prega!”, il verso chiave della sua famosa poesia “Saluto e augurio”, pubblicata esattamente 50 anni fa, nel marzo 1975, su “Almanacco dello Specchio”, prima di essere raccolta nel volume La nuova gioventù, l’ultimo libro che pubblicò in vita, che richiamava la raccolta del 1954, La meglio gioventù. Continua