COGITO INTERRUPTUS

Il “tutto è politica” ha prodotto effetti incredibili. Ma a 40 anni dal ‘68 vengono ancora alla luce nuove modalità di invasione politica del “privato”.
Per esempio sulla pagina “Salute” del Corriere della sera (8/6) la lettrice Raffaella scrive: “quando faccio l’amore non riesco a pensare ad altro”, invece “il mio uomo ogni volta, nel bel mezzo dell’amplesso, ha la pretesa di intavolare discussioni” e “perfino accanite discussioni in tempo di elezioni o di accadimenti politici. Se gli chiedo di rimandare la discussione a più tardi lui protesta. Sbaglia lui o sbaglio io?”

La sessuologa Gianna Schelotto risponde: “Lei ha ragione: è piuttosto bizzarro che il suo uomo apra discussioni e addirittura impegnati dibattiti politici durante il rapporto sessuale. Ma questo strano comportamento potrebbe risultarle più comprensibile se lo si considerasse una delle tante possibili modalità per eccitarsi”.

Finora “l’effetto Viagra” di “Porta a Porta” o di “Telecamere” non era mai stato esplorato, ma ora si apre la strada per una vasta riflessione.
Pensate a quanto è eccitante la riforma della legge elettorale.
Non a caso il Parlamento si chiama “Camera dei deputati”…
“E’ vero che il sesso non vuole pensieri” conclude la Schelotto “ma è altrettanto vero che una eccessiva astrazione dalla realtà lo può rendere poco partecipe e consapevole”.
Eh già, come cantava Gaber: “liberta è partecipazione”!

INEDITI

Il Corriere della sera (9/6) ci informa di un evento epocale, che cambierà letteralmente la faccia del mondo.
Gian Maria Vian, direttore dell’Osservatore romano, leggerà il Vangelo al Festival di Spoleto: “La novità” dice modestamente Vian “è che, con Spoleto i testi (evangelici) entreranno in un circuito culturale e mediatico di vasta risonanza”, in “un circuito internazionale”.
Questa è “la novità”! Così, finalmente, grazie al Festival umbro e soprattutto grazie a Vian, campione di umiltà, il mondo conoscerà l’esistenza dei Vangeli.

LA CULTURA “BARA”

Scrive Alain Besançon nel suo libro “Novecento. Il secolo del male”, appena uscito da Lindau: “Il nazismo, nonostante sia scomparso completamente da più di mezzo secolo, è a giusto titolo l’oggetto di un’esecrazione che non accenna a diminuire.
Gli studi carichi di orrore al riguardo aumentano ogni anno…

Il comunismo invece, nonostante sia vicino nel tempo… fruisce di un’amnesia e di un’amnistia che raccolgono il consenso quasi unanime… anche dei suoi nemici più determinati; e perfino delle sue vittime.
Tutti trovano disdicevole trarlo fuori dall’oblio.
Qualche volta capita che la bara di Dracula si socchiuda. E così, alla fine del 1997, un’opera, ‘Il libro nero del comunismo’, ha osato fare la somma dei morti che gli si possono ascrivere.
Proponeva una forbice da 85 a 100 milioni di morti.
Lo scandalo è durato poco, e la bara si è già richiusa, senza che questi numeri siano stati seriamente contestati”.
E la cultura che fa? L’intellettuale, che pretende di essere la coscienza critica del mondo, che fa? Bara.

TEMPESTIVITA’

Il comunismo ha esaurito la sua spinta propulsiva?
E’ morto? Meglio seppellirlo?
Risponde Nichi Vendola: “Mi pare un congedo frettoloso” (l’Unità 9/6).

Ma certo! Perché mai disfarsi di questo gioiellino che è appena stato scoperto, che in fondo ha solo 200 anni e non ha ancora potuto essere messo alla prova?
Perché buttare così presto un’ideologia che non è stata per niente verificata nella storia?
Quanta fretta! Non sapete che la gatta frettolosa fece i gattini ciechi?

“Personalmente” aggiunge Vendola “penso che la categoria del comunismo abbia oggi un potenziale largamente inesplorato”.
Capito? Russi, cinesi, cubani, cambogiani eccetera eccetera, pensavate di aver “già dato” ?
Niente affatto. C’è ancora da divertirsi. “Un potenziale largamente inesplorato”….

Fonte: © Libero – 10 giugno 2008