MARTIN PECCATORE

A proposito di Martin Heidegger resta ancora aperta la discussione – per niente marginale – sul suo antico “filo-hitlerismo”. Ma il filosofo è stato sdoganato a sinistra e sembra sgarbato oggi entrare in argomento.
Lo fa coraggiosamente sull’Avvenire (8/3) Andrea Galli, ricordando che Benedetto Croce definì “indecente e servile” il discorso sull’ “Autoaffermazione dell’Università tedesca” pronunciato da Heidegger nel 1933.
Tuttavia da sinistra Gianni Vattimo, nel suo libro-intervista “Non essere Dio”, ha scritto: “Se Heidegger rimane sempre un po’ reazionario – mi verrebbe da dire provocatoriamente – più ancora che per la sua parentesi nazista è perché cerca l’evento originario di un’epoca nei poeti o nelle parole dei presocratici”.
Provocazione? Battuta sarcastica? Intuizione profonda? Francamente parrebbe più inquietante la “parentesi nazista”. Occuparsi dei presocratici sembra del tutto innocuo. Infatti Natalino Irti sul Corriere della sera (3/10) ancora decanta quel suo nebbioso affabulare sulle etimologie delle parole (“la pagina di Heidegger mostra questo eccezionale talento, questo fascinoso consultare e scrutare dentro la parola”).
Casomai oggi è assurdo prendere sul serio una filosofia costruita su queste basi.
Un grande luminare delle lingue antiche, Giovanni Semerano, ha demolito quella sua “agile danza delle etimologie fittizie calibrate per avvalorare una propria idea” (“L’infinito: un equiuvoco millenario”, p. 265).
Basta con Heidegger.

SCHERZI ?

Giorgio De Rienzo sul Corriere (1/3) scopre che, nell’ultimo romanzo di Andrea Camilleri, fra le pagine 12 e 13 appare un tizio che poi sparisce senza lasciare traccia.
Tuttavia nell’ “aletta che presenta il libro”, dalla sintassi incerta, diventa un personaggio fondamentale.
De Rienzo si chiede spietato se sia uno scherzo o se per caso alla Mondadori evitano di leggere ciò che pubblicano.
Quattro giorni dopo risponde con una lettera addirittura il direttore generale della Mondadori, Massimo Turchetta, il quale assicura che “ogni dattiloscritto viene letto e lavorato con cura”. E spiega: “Gli errori, quando si verificano, non nascono da ‘non lettura’, ma dal ‘diavolo’ che ama insinuarsi nei dettagli”.
Il diavolo? Toh, guarda un po’ dove sta Satanasso sulla cui esistenza si arrovellano in questi giorni Vito Mancuso e Alberto Melloni: lavora alla Mondadori di Berlusconi. Sarà quello del Milan?

RIVELAZIONI

Piccolo scoop sul Corriere della sera (10/3).
Bruno Bartoloni, riferendo del discorso del Papa, parla “della risurrezione di Lazzaro” che è “l’ultimo grande segno compiuto da Gesù e che spinse i sacerdoti del Sinedrio a uccidere sia lui sia lo stesso Lazzaro, il quale morì così due volte in pochi giorni”.
Non si sapeva finora di questo (secondo) decesso (procurato) di Lazzaro e va detto che se è già disdicevole morire una volta, farlo due volte “in pochi giorni” rasenta l’incoscienza.

TEMPI CUPI

Mi segnalano il nuovo sito del settimanale “Tempi” (area CL) dove l’editoriale del direttore contiene otto volte la parola “Fanculo”.
Dev’essere un segno della rinascita culturale cattolica.
C’è pure un articolo di don Gianni Baget Bozzo – una delle menti più lucide della cristianità nostrana – che in quel sito esce firmato “Gianni Badget Bozzo”. Testuale.
Don Gianni, che è un saggio, non se la prenderà. Ma come si fa a scrivere “Badget” ? Almeno i redattori di quel giornale – in mancanza di lettori – dovrebbero dargli un’occhiata…

MIRACOLATI

E’ uscito l’ennesimo libro della principessa Alessandra Borghese che parla di se stessa.
Karl Kraus diceva: “devo trovare il tempo di non leggerlo”.
Del resto – dopo aver appreso della sua candidatura nell’Udc – non vedo l’ora di non votarla.

Fonte: © Libero – 11 marzo 2008