IL MAGO DI ARCELLA

Dunque il 30 marzo Eugenio Scalfari scrisse sulla Repubblica che “il centrosinistra vincerà sia alla Camera sia al Senato. Ce la fa. Con avversari di questo livello non si può perdere. Io sono pronto a scommetterci”.
La plebe ha sghignazzato su questa “previsione”. Ma Scalfari, la domenica successiva al voto (20/4), ha svelato che conosceva bene il futuro (disastro elettorale): “Molti amici mi hanno chiesto nei giorni scorsi come mai chi si è battuto per la vittoria dei democratici (ed io sono tra questi) non ha percepito che essa era impossibile. Ma non è vero.
Sapevamo e abbiamo detto e scritto che sarebbe stato miracoloso riagguantare nelle urne elettorali un avversario che, nel novembre del 2007, quando si è aperta la gara, aveva nei sondaggi un vantaggio di oltre 20 punti e c’erano soltanto quattro mesi di tempo prima del voto”.
Ma perché due settimane prima del voto scrisse il contrario?
Non perché gli capiti mai di scrivere qualche sciocchezza (non sia mai!). Forse la sua fu un’astuta mossa per non dare a vedere che – fra tante straordinarie doti – possiede facoltà divinatorie. Altrimenti la gente lo avrebbe assediato per chiedergli i numeri da giocare al lotto. E lui non ama sentir suonare il campanello mentre legge Montaigne.

SPINELLI

Una editorialista della Stampa ci spiega quella che a noi sembrava, a prima vista, un’esilarante cavolata e che è attribuita a Barack Obama.
Si tratta di spiegare perché i poveri pur di non votare lui si buttano a destra (pure là): “Nelle piccole città colpite dalla crisi l’amarezza è tale che la persona si sente perduta ed è a quel punto che s’aggrappa”.
A cosa s’aggrappa? “Non a reali soluzioni del disagio economico”, dice questo gigante del pensiero politico contemporaneo, ma a sostituti “consolatori: l’uso delle armi o della religione”.
Insomma da qui verrebbe la grande religiosità di quella nazione: l’americano medio, pur di non affidare alle ricette di Obama la soluzione dei suoi problemi economici, si aggrappa indifferentemente alla carabina o al Vangelo.
La religione come anestetico. Ma non si era già sentita? Certo. Due secoli fa Carletto Marx diceva che “la religione è l’oppio dei popoli”.
Solo che da 40 anni a questa parte l’oppio è diventato la religione dei popoli e i religiosi sono quelli che riportano i tossicodipendenti alla dura realtà. Che cortocircuito!

P.S. L’editoriale in questione è di Barbara Spinelli.

EVOLUTI

Ma che deliziose personcine, gli intellettuali, la cui funzione sacerdotale nei tempi moderni ha sostituito la Chiesa.
Ne abbiamo assaporato le meravigliose abitudini, la coerenza e la nobiltà d’animo nel divertente libro di Paul Johnson, “Gli intellettuali” (Longanesi).
Una galleria alla quale si potrebbe aggiungere Charles Darwin, simbolo del pensiero progressista da due secoli.
Ha lasciato una montagna di scritti, ora consultabili online (come ci spiega La Stampa, 20/4), fra cui le 17 pagine di note, incolonnate in due parti contrapposte, dove elencò tutte le ragioni per sposarsi e quelle per non sposarsi.
Una volta sposatosi, con il tipico atteggiamento dello studioso, scrisse questo commento dopo la prima notte di nozze: “Fare sesso aumenta la salivazione”.
Fra i motivi per cui tenere al proprio fianco una moglie lo scienziato aveva annotato il seguente: “Comunque meglio di un cane”. Non si sa se anche la moglie fece la medesima considerazione.

DOTTI

Jovanotti, nei panni di editorialista, dalla prima pagina della Repubblica (21/4) in occasione della Giornata della Terra ci fa sapere che persiste “la tendenza ad antropomorfizzare la natura”.
Che vorrà dire? Ma quanto sono colti a Sinistra! Quanti maestri! Quanti Fuksas!

Fonte: © Libero – 22 aprile 2008