Rubrica 36
IN VITO
Vito Mancuso, definito “teologo cattolico”, è andato al programma di Lord Corrado Augias che era, come al solito, “perfetto nel suo vestito sartoriale”.
Sostiene Aldo Grasso (Corriere della sera, 8/6) che a un certo punto di quella puntata Umberto Galimberti ha sentenziato che “dentro di noi s’agita un ospite inquieto: il nichilismo” e Lord Augias ha fatto notare che Mancuso aveva “una giacca sbagliata” e “c’è un bottone che lo stringe”.
C’informa Grasso che allora Lord Augias ha fatto “sbottonare in diretta il teologo” che, timido e imbarazzato, alla fine di una così alta prestazione teologica si è fatto sfuggire “una frase elogiativa, tipo ‘complimenti per la trasmissione!’ ”.
Conclude Grasso: “studiare tutta la vita teologia per poi dire ‘complimenti per la trasmissione’ significa che qualcosa non quadra”. Ma c’è di peggio per i circoli che contano: andare ospite nella sartoria di Lord Augias con la giacca sbagliata. Un’eresia.
L’UOMO CHE NON CREDEVA IN SCALFARI
Mirabile astuzia del fondatore di Repubblica.
Per rivelarci la sua vera identità ha nascosto un enigma nel suo ultimo libro, “L’uomo che non credeva in Dio”.
A pagina 120 parla di Ugo La Malfa e illustra il suo pensiero tutto puntato sull’obiettivo di far diventare democratici i comunisti italiani.
A questo punto Scalfari riferisce un evento mirabile, accaduto “la mattina in cui le agenzie diffusero il testo del discorso di Enrico Berlinguer quando disse che la Rivoluzione d’ottobre aveva perduto la sua spinta propulsiva e bisognava cercare vie nuove per il comunismo…
Squillò il telefono, all’altro capo del filo riconobbi la sua (di La Malfa, ndr) inconfondibile voce e l’accento siciliano che ancora conservava. ‘Hai sentito?’ mi disse. ‘Ho sentito, sì’. ‘Sono arrivati all’appuntamento. Capisci? Sono arrivati!’. ‘Avremo ancora molta strada da fare’, dissi io. ‘Certo, molta strada, ma si è messo in moto un processo irreversibile. Irreversibile’, ripeté scandendo quella parola. ‘Adesso tocca a noi, perché tutti gli altri tenteranno di non farli uscire dal ghetto…’.
Quella telefonata io la pubblicai sul giornale che dirigevo”.
Dov’è l’evento mirabile? L’ha scoperto Piero Sansonetti, direttore di “Liberazione”.
Il discorso di Berlinguer sulla fine della “spinta propulsiva” della rivoluzione russa fu fatto il 15 dicembre 1981, mentre La Malfa era morto due anni e nove mesi prima, il 26 marzo 1979.
Sansonetti si chiede come abbia fatto Scalfari a ricevere quella telefonata dal leader repubblicano che era deceduto da quasi tre anni.
Che ingenuo! Non sa che Scalfari padroneggia il tempo e l’eternità, il passato il presente e il futuro?
E’ l’uomo che non credeva in Dio, mica l’uomo che non credeva in Io.
GIRI DI WALTER
L’Unità (16/6) è sul piede di guerra.
Furio Colombo: “Voci di estremo allarme si alzano nel Paese… La democrazia italiana è sottoposta adesso alla nuova prova mortale… in nome di un dialogo che sarà impossibile, la opposizione continua a esprimersi con i toni garbati e rispettosi della normale vita democratica.
Ma niente è normale nella situazione italiana”.
Giorgio Bocca: “il ritorno ad un autoritarismo è già in atto”.
Eugenio Scalfari: “Attenti al risveglio. Può essere il risveglio di un Paese senza democrazia”.
Stefano Rodotà: “Siamo di fronte a un fenomeno che l’Italia ha già conosciuto in altri decenni: le leggi speciali”.
Pure Giovanni Sartori mette in guardia i cittadini dal pericolo di “dittatori democratici” e perfino Marco Minniti tuona: “si rischia uno slittamento progressivo verso derive autoritarie”.
Detto questo, andranno in montagna come nel ’43 ?
No, al mare come l’anno scorso.
All’ “Ultima spiaggia” di Capalbio servono ottimi aperitivi mentre si continua a parlar male di Veltroni.
Fonte: © Libero – 17 giugno 2008