Fanatismo

Ricordate Remo Cacitti che abbiamo citato nella precedente rubrica? Aveva espresso il suo “disgusto per l’oscena strumentalizzazione di certi passi del Corano, operata da truci cristiani, per i quali sarebbe quel testo sacro a fomentare la violenza e il terrorismo islamici”.
Sennonché il Corriere della sera (27/10) ha pubblicato un articolo di Abdel Wahab Meddeb che, fino a prova contraria, non è un “truce cristiano”. E’ anzi definito il “Voltaire musulmano”.
Ebbene il suo pezzo si intitola: “L’Islam oltre le parole del Corano. Così si cura il fondamentalismo”.
L’autore si riferisce specialmente al “famoso ‘verso della spada’ (Corano IX,5), che ordina di uccidere i pagani, e quello detto ‘della guerra’ (Corano IX, 29), che chiama a una lotta a morte contro ebrei e cristiani”.
E aggiunge: “sono questi versi a nutrire il fanatismo assassino degli integralisti islamici”. E auspica che l’Islam storicizzi il testo del Corano trovando “ i mezzi di neutralizzare le disposizioni che, nel testo coranico, invitano alla guerra”.

Che dirà adesso Cacitti? Definirà “truce cristiano” pure questo autore? Esternerà di nuovo il suo “disgusto per l’oscena strumentalizzazione di certi passi del Corano”? Comincerà a documentarsi?

O no?

Sulla Repubblica (22/10) Marco Politi annuncia che al Sinodo la Chiesa ha mostrato “paura” della deriva presa dagli studi biblici (e perfino dei fantasiosi libretti di Augias). E si sarebbe irrigidita.

Su Avvenire (23/10) Gianni Gennari dimostra la superficialità e gli errori di quella rancorosa “ideologia anticristiana”.
Poi, sulla libertà, aggiunge: “negli ultimi decenni del socialismo reale non si ricordano articoli coraggiosi di Politi, allora corrispondente da Mosca e dall’Est, in difesa della libertà dei cristiani perseguitati, discriminati, imprigionati e uccisi a centinaia di migliaia”.

Subito Augias (Repubblica 24/10) corre in soccorso di Politi: “quanto ai ‘massacri di cristiani’ in Russia, (Politi) non ne poteva scrivere perché Gorbacev non ne ha mai commessi”.
Gennari replica (Avvenire 25/10) definendo Augias “principiante in materia biblico teologica” e poi torna “sui silenzi di Politi sulla libertà religiosa in Urss e Paesi satelliti.
I suoi articoli dall’Est e anche da Mosca cominciano negli anni ’70, ben prima dell’era Gorbacev, che del resto proprio nel primo discorso storico ribadì gli articoli 51 e 52 della Costituzione brezhneviana del giugno 1977, in cui la liberta religiosa era negata”.

Ora la controreplica è facile.
Politi e Augias non hanno che da esibire la montagna di articoli che scrissero, ai tempi dell’Urss, in difesa dei cristiani perseguitati e massacrati.
Attendiamo con trepidazione. Paladini della libertà di coscienza come sono, avranno versato fiumi di inchiostro, levando alta la loro voce… O no?

Fonte: © Libero – 28 ottobre 2008