Rossi

Vincenzo Merlo ha pubblicato un volume, “Politicamente scorretto” (Bietti), nel quale riporta alcune perle tratte dai libri di testo adottati dal sistema formativo italiano (soprattutto alcuni di Diritto ed Economia politica).

La più incredibile è quella riguardante il Muro di Berlino che – com’è noto – fu eretto dal regime comunista il 13 agosto 1961 per impedire la continua fuga di cittadini di Berlino Est, controllata dai sovietici, verso la parte libera della città, controllata dagli americani.
La costruzione di quel Muro della vergogna non solo simbolizza l’epoca della cortina di ferro e della guerra fredda, ma evidenziò agli occhi del mondo intero la mostruosità di un sistema che aveva bisogno di incatenare i suoi cittadini, trasformando tutto il paese in un immenso lager.
Per decenni i famigerati vopos, gli sbirri del regime comunista, sparavano a chiunque (ed erano ancora tanti) provava a scavalcare il Muro per scappare dal “paradiso” comunista. E molti nel corso degli anni furono ammazzati così.
Secondo i dati ufficiali sono state 133 le vittime, ma secondo altri dati ufficiosi sarebbero più di 200.
Nell’autunno 1989, nei giorni convulsi che videro il crollo progressivo dei regimi comunisti, anche in Germania Est esplose una definitiva sollevazione popolare che stavolta non si poteva più reprimere nel sangue.
Così, il 9 novembre 1989, sperando ancora di scongiurare il crollo definitivo del regime, il Governo della Germania Est annunciò che permetteva finalmente le visite a Berlino Ovest e in Germania federale.
Appena diffusa la notizia una folla immensa accorse al Muro e lo travolse, scavalcandolo e picconandolo in un clima di commozione e di festa. Così misero fine, con una rivoluzione non violenta, alla quarantennale tirannia comunista.

Merlo dunque ha spulciato il volume “Stato giuridico-stato economico” ed ha scoperto come riferisce quella cruciale vicenda: “La fine della II guerra mondiale (1945) segnò la sconfitta della Germania da parte di Usa-Urss-Gran Bretagna e Francia.
I paesi vincitori si spartirono il territorio tedesco in quattro settori e la città di Berlino avrebbe dovuto essere posta sotto il controllo sovietico, in quanto collocata nella parte orientale della Germania. Tuttavia, a causa del ruolo fortemente simbolico rivestito dalla capitale, le potenze occidentali nel 1961 riuscirono ad attuare il proposito di separare materialmente la città in due zone con la costruzione di un muro che segnasse il confine tra il sistema capitalistico dell’ovest e l’economia socialista dell’est.
Soltanto il 9 novembre 1989, il presidente della Germania orientale Krenz, d’intesa con il presidente russo Gorbacev, annunciò la demolizione del Muro e la riunificazione delle due Germanie”.
Ogni commento è inutile.

Supercazzole

Emanuele Severino ha scoperto la “supercazzola”? Ricordate la “supercazzola”, quella lunga frase “nonsense” con cui Ugo Tognazzi, interpretando lo scioperato conte Lello Mascetti di “Amici miei”, si burlava del vigile fiorentino e di altri malcapitati?
Ebbene, Armando Torno (Corriere 15/12) chiede al filosofo se sia il pensiero moderno il nemico vero del cristianesimo e Severino risponde: “E’ molto originale a proposito di questo nemico il saggio di Ines Testoni… In esso è posto in rilievo che l’apparire di quella forma emergente di linguaggio, che è la testimonianza del ‘destino della verità’, è di per se stesso una rivoluzione politica, per la quale la storia non può procedere secondo le previsioni dell’Occidente.
E ciò avviene anche se tale testimonianza è contrastata dalle forze interessate a tenere in vita il pessimismo (e l’alienazione) essenziale della nostra civiltà: la convinzione che le cose e l’uomo, in quanto tali, siano nulla e che occorrano delle forze (divine, naturali, umane) per farli essere”.
Vi ricorda Hegel? O Tognazzi?

Fonte: © Libero – 17 dicembre 2008