Carnevale

La regina Elisabetta è andata a inaugurare un edificio della London school of economics e – in mezzo a cotanto ingegno – ha formulato la domanda che alcuni milioni di persone comuni avrebbero voluto porre a quei luminari, ovvero “perché nessuno aveva previsto la crisi”.
Harold James, che insegna a Princeton, riferendo l’episodio (Il Sole 24 ore, 4/1) non spiega quali risposte abbia ricevuto la Regina. Ma ci fa sapere che qualcuno la crisi l’aveva prevista e non erano economisti: “l’anticipazione più chiara era stata fornita da due comici inglesi, John Bird e John Fortune, in uno show televisivo di oltre un anno fa, in un momento in cui i più potenti finanzieri non erano ancora stati smentiti”. Cosa che induce James a paragonare l’attuale momento al Carnevale, durante il quale “i pazzi sono saggi e le persone intelligenti passano per idioti”.
Egli ammonisce che questo “non significa necessariamente che la soluzione di un idiota abbia senso”, ma, finché i boriosi apprendisti stregoni dell’economia mondiale non risponderanno alla domanda della regina Elisabetta, viene da sospettare e da temere che le soluzioni degli “intelligenti” possano essere idiote.

Oroscopi

Essendo fallita la previsione per cui è diventato famoso (“La fine della storia”, ovvero il trionfo definitivo su scala planetaria delle idee liberiste e democratiche), Francis Fukuyama torna a scrutare le stelle e i fondi di caffè della tazzine, per lanciare qualche suo nuovo vaticinio in questo inizio di anno nel quale tutti gli astrologi sfornano previsione puntualmente smentite dagli eventi futuri.

Ce ne dà notizia sul Corriere della sera (5/1) Ennio Caretto. Dalla sua cronaca Fukuyama non sembra minimamente preoccupato – prima di avventurarsi in nuove analisi del futuro – di spiegarci dov’è che la sua precedente “profezia” ha toppato.
Il succo delle nuove tesi dell’analista sta in due punti. Il primo: “ci aspetta un anno cruciale, non si possono avanzare previsioni”.
Il secondo: “Penso che nella maggioranza delle nazioni occidentali i governi di sinistra spodesteranno quelli di destra, come è avvenuto da noi con Obama”. Di questo passo qualcuno potrebbe pensare di chiamare Fukuyama all’ “Isola dei famosi”.

(D)anni passati

Vista la tempesta in corso c’è addirittura chi rispolvera Marx, come se non avesse già fatto abbastanza danni.
Il disinvolto presidente francese Sarkozy – che ha un debole per Carla e ora forse prova simpatia intellettuale pure per Carlo – si è fatto fotografare mentre sfogliava “Il Capitale”.
Ignaro della micidiale battuta che si attribuisce alla madre del filosofo comunista la quale auspicava che “Karl accumulasse il capitale invece di scriverne soltanto”.

Mani e manate

A professare una dogmatica fede nei poteri taumaturgici della “mano invisibile del mercato”, questa entità che si pretende onnisciente e onnipotente e che ha sostituito la Divina Provvidenza, in Italia sembra siano rimasti (quasi solo) certi editorialisti del Corriere della sera.
Guido Rossi ha azzardato l’opinione che neanche Adam Smith – a cui pure si fa risalire tale dottrina – ci credesse davvero.
In un’intervista di qualche mese fa (La Repubblica, 6/6/08) disse: “Nella vulgata si è imposta l’idea che Adam Smith con la mano invisibile abbia inteso dire che il mercato deve essere lasciato a se stesso perché raggiunge automaticamente un equilibrio virtuoso.
La mano invisibile è diventato l’argomento principe in favore di politiche di laissez-faire, fino ai neoliberisti.
In realtà Adam Smith prende a prestito l’immagine della mano invisibile, con molta ironia, dal terzo atto del Macbeth di Shakespeare. Macbeth parla della notte e della sua mano sanguinolenta e invisibile che gli deve togliere il pallore del rimorso prima dell’assassinio. Smith ha preso in giro ferocemente quei capitalisti che credevano di avere il potere di governare i mercati”.

Fonte: © Libero – 6 gennaio 2009