Rubrica 27
ROSSO DI SERRA…
“Domenica scorsa l’Onorevole Bonomi ha parlato a Firenze (il che, sia detto tra parentesi, dev’essere stato un bel sollievo per tutte le altre città italiane)”.
E’ il memorabile incipit del primo corsivo di Fortebraccio sull’Unità dove ha scritto fino al 1982 diventando “uno dei padri nobili della satira politica italiana”.
Altra battuta storica: “Arriva Umberto Agnelli scortato da Luca Cordero di Montezemolo, che non è un incrociatore…”.
Fortebraccio lo ricordano tutti. Tutti eccetto Michele Serra, il quale peraltro all’Unità – come dice Wikipedia – raccolse proprio “l’eredità del celebre corsivista”, succedendogli nella rubrica satirica.
Domenica (13/4), scrivendo su Repubblica un lungo e uggioso articolo sulla satira politica, Serra sentenzia che negli anni Settanta “non esisteva satira sui quotidiani”.
Cancella così con un tratto Fortebraccio come Alberto Fremura, il Borghese e Giovanni Guareschi che pure l’anno scorso aveva definito “un notevolissimo autore di storie e vignette satiriche”.
Però cita l’arrivo del Male, di Tango e di Cuore. E menziona gli autori della sua generazione sessantottina.
Momenti di boria. Pure nei panni di commentatore colto lascia perplessi. Il giorno prima ha attribuito la vittoria di Lepanto ai musulmani (Repubblica 12/4).
Che gli succede? Da Sinistra criticarono con piglio moralistico il suo approdo alla stampa borghese.
Nichi Vendola da Liberazione (l’8 dicembre 1998) gli sparacchiava così: “Hai perso lo smalto del corsaro rosso, ti atteggi a grillo parlante dell’Italia normale. È come se avesse smesso di pompare quel tuo ‘Cuore’ che batteva contro, e le tue risorse di ‘Male’ le vai dissipando in polemiche da benpensante… dove è finito il Michele Serra che abbiamo amato come un novello Fortebraccio, incazzato e divertente, eretico e militante, fresco come un bocciolo e cristallino come un bimbo?
Ci raccontavi, ogni giorno, che il Re era nudo: ora lavori in sartoria, cuci abiti per le impudiche nudità dei nuovi Principi, e non frequenti più né fiabe né utopie… C’è una canzone che dice: ‘sei diventato vecchio e non adulto’ ”.
Sennonché oggi pure i compagni di Rifondazione (da Vendola a Berti-night) sono finiti fra i velluti e le poltrone.
Vecchi, ma non adulti. Come tutta la sinistra.
Serra potrebbe rispedire al mittente quello sfottò se tornasse quello che ci piaceva. Ma attualmente è troppo impegnato a fare il commentatore serio.
Come inventore di esilaranti boiate su Cuore, era bravissimo a far ridere (e faceva pure pensare), come moralista su Repubblica non fa piangere, ma è moscio, trombonesco. Abbiamo perso un simpatico e impareggiabile sparacacchiate (il più estroso fra tutti noi) senza guadagnare un luminare.
P.S. Fra i grandi “sparacacchiate” trovi il Belli, Kraus e Oscar Wilde, Aristofane e Rabelais. Mentre fra i seri commentatori di Repubblica trovi Maltese, Bocca e Scalfari.
MAGISTER(O)
Qual è il sito internet più papalino di Ratzinger e più ruiniano del cardinal Camillo ? Reggetevi: è una testata online del gruppo editoriale della Repubblica e dell’Espresso. E’ curata dal bravissimo Sandro Magister e conta più di 100 mila lettori (metà all’estero).
Recentemente Magister è parso molto benevolo perfino con la scelta di Ferrara e ha pubblicato un articolo dove, fra le righe, si rimprovera il mondo cattolico di non aver appoggiato la sua lista (cosa che neanche Giulianone ha fatto). E’ firmato da un professore (a me ignoto) che naturalmente un tempo fu di Sinistra.
Lo zelo dei neofiti è proverbiale. E’ noto il caso dell’ambasciatrice americana Claire Boothe Luce: pretendeva di dare lezioni di intransigenza pure a Pio XII. Che un giorno, scocciato, le rispose: «Signora, sono cattolico anche io».
Fonte: © Libero – 15 aprile 2008