Indro e Moravia

I diari di Montanelli che Rizzoli tira fuori dal cilindro (“I conti con me stesso”) si annunciano gustosi. Viene fuori il Montanelli migliore, anticonformista e un po’ narciso, dalla prosa scintillante e dalla battuta feroce.
Un assaggio datato 28 dicembre 1969: “Moravia ha fondato, insieme a Pasolini e Dacia Maraini, un ‘comitato contro la repressione’.
E’ la riprova che la repressione non c’è. Se ci fosse, Moravia sarebbe coi repressori, come ha dimostrato avallando col suo silenzio la persecuzione di Solzhenitsyn in Russia”.

E’ la stampa, bellezza

I passi più terribili sembrano quelli sull’attentato delle Br.
Con il Corriere della sera “progressista” che non volle riportare il nome di Montanelli nel titolo. E Repubblica che invece riporta il nome “ma con un articolo di Scalfari ancora più infelice” annota Montanelli “di quello che scrisse dopo ‘Bontà loro’ per chiedere la mia esclusione dalla tv nazionale. Sostiene la strana tesi che l’attentato è stato organizzato contro i nemici di Montanelli, cioè contro di lui, insinuando così il sospetto che me lo sia organizzato da me. Il mio successo lo riempie di un furore che lo fa sragionare”.
Montanelli poi con civetteria aggiunge che “la notizia che in fondo mi fa più piacere” è quella dei due famosi “salotti milanesi” nei quali “si è brindato all’attentato contro di me e deplorato solo il fatto che me la sia cavata. Ciò dimostra che, anche se non sempre scelgo bene gli amici, scelgo benissimo i miei nemici”

Censure

Domenica 29 marzo più di 12 mila persone hanno affollato il PalaSharp di Milano per pregare, per ore, insieme ad alcuni testimoni delle apparizioni di Medjugorje.
Un fenomeno sociale enorme, ovviamente ignorato.
Mica sono i “girotondi”. Infatti ieri, lunedì, non è uscita una riga sui giornali (con l’eccezione “sarcastica” di un quotidiano che non nomino, che ha preso in giro la bella testimonianza di Paolo Brosio, la cui conversione abbiamo raccontato su queste colonne).
Dunque: dodicimila cristiani a Milano, convenuti solo attraverso il passaparola, non fanno notizia.
In compenso però La Stampa di Torino, sempre ieri, dedicava ben due pagine di intervista, due intere pagine, a Ivan Scalfarotto. Chi è costui? Cosa ha fatto di speciale per meritare uno spazio eccezionale? Ha inventato un vaccino che salva milioni di vite? No. In questo caso forse non avrebbe avuto tanto spazio.
Spiega l’intervistatore: “Ivan Scalfarotto, 43 anni, lo sconosciuto outsider che osò sfidare Prodi, Bertinotti, Di Pietro e Mastella alle primarie (del Pd) del 2005, ottenendo lo 0,6% dei voti”.
Forte di questo travolgente risultato annuncia che “è tornato in Italia, a Milano, per dedicarsi totalmente alla politica”. Il fondamentale avvenimento evidentemente, secondo il giornale di Anselmi, rappresenta una svolta nella storia dell’umanità.

E’ “La Stampa”, bellezza… Del resto nel titolo dell’intervista due notizie ci sono: “Giovane e gay. Il nuovo sono sempre io”. Prima notizia: è stato ritrovato un “giovane” di 43 anni. Seconda: basta proclamarsi gay, oggi, per essere portati in trionfo su giornali e tv. Naturalmente come discriminati e perseguitati.

Anatemi

I cattolici invece sono nel cono d’ombra, ma riescono a prendere legnate egualmente. Non è che i media ignorino il Papa. Se ne occupano continuamente: per farlo a pezzi.
Sabato tutti riportavano la condanna della rivista scientifica “Lancet”, che si unisce al coro: “Lancet contro il Papa sul no al preservativo: ‘Manipola la scienza’ ”, ha titolato il Corriere.
Nessuno ha ricordato, come ha fatto Radio Vaticana, “quando Lancet dava ragione al Papa”. Ecco cosa scriveva nel 2000: “I preservativi, come le cinture di sicurezza, possono rendere più disinvolti e far aumentare i comportamenti a rischio. Il condom non basta per sconfiggere l’Aids”.
Proprio quello che ha detto il pontefice. Ma se lo dice lui bisogna indignarsi.

Fonte: © Libero – 31 marzo 2009

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